Alle origini della distinzione tra Marx esoterico e Marx essoterico
- di Palim Psao -
Contrariamente a quanto credono alcuni marxisti, non è stata la corrente della Critica del Valore ad aver stabilito per la prima volta la distinzione tra un Marx essoterico e un Marx esoterico.
Nel contesto dei marxismi tedeschi, questa distinzione è stata utilizzata dalle differenti correnti e dai vari autori del campo marxista; e questo ben al di là di quelli che erano i vari circoli/riviste legati alla corrente della Wertkritik (la quale, in realtà, non ha fatto altro che inscriversi in un dibattito preesistente; cosa che invece non viene affatto recepito dalla grande maggioranza dei marxisti francofoni, in gran parte all'oscuro dei dibattiti teorici marxisti nella Germania degli anni '70).
Per la prima volta, questa distinzione tra i "due Marx" venne fatta, nel 1957, da quello che è stato il primo serio marxologo dopo la seconda guerra mondiale: Roman Rosdolsky, in "Der esoterische und der exoterische Marx. Zur kritischen Würdigung der Marxschen Lohntheorie I–III", in: Arbeit und Wirtschaft, Jg. 11 (novembre 1957) , Nr. 11ff (una rivista sindacalista austriaca, della quale, da parte francese, solo Ernest Mandel sembra esserne a conoscenza, e che segnala questo articolo nel suo "La Formation de la pensée économique de Karl Marx"). Mandel ne riporta solo una parte:
«Più di cento anni fa, Marx incominciò a scrivere le sue lezioni di economia. Si tratta di un periodo considerevole di tempo, soprattutto se si considerano le enormi trasformazioni che il mondo ha subito da allora. Sarebbe pertanto un miracolo se tutte le affermazioni di Marx fossero ancora oggi del tutto valide, e se tra di esse non ce ne fosse qualcuna resa obsoleta dai successivi sviluppi del sistema. Certo, se lo si considera nella sua totalità, il sistema economico di Marx è stato confermato dalla storia. Ma Karl Marx era un figlio dei suoi tempi, malgrado tutta la sua genialità, che lo sottomise all'influenza dei fatti empirici e delle abitudini di pensiero di tale tempi. All'interno del suo sistema, dobbiamo saper distinguere tra i diversi ragionamenti, ciascuno dei quali ha la sua portata e un peso teorico variabile. In tal senso, possiamo parlare di un Marx esoterico e di un Marx essoterico; nella misura in cui vogliamo comprendere la differenza tra la teoria originale e le conclusioni e le proiezioni che ne sono derivate. È chiaro che la prima può mantenere la sua completa validità, anche qualora la seconda dovesse rivelarsi prematura o superata. Ed è anche chiaro che un utilizzo proficuo della teoria marxiana è possibile solo se si distinguono gli elementi esoterici da quelli essoterici, e a condizione che si sappia ben separare ciò che è storicamente determinato da ciò che nel sistema marxiano rimane ancora valido». (Roman Rosdolsky)
In Germania, questo autore che ha redatto un'opera fondamentale sui Grundrisse - la quale è stata parzialmente pubblicata in francese - ha influenzato in maniera considerevole il dibattito marxista/marxiano negli anni 1960/1970/1980. I molteplici tentativi di «ricostruire la critica dell'economia politica», che hanno avuto luogo nella Repubblica Federale Tedesca a partire dagli anni '70 e che molto generalmente si concentravano su una critica di ciò che sarebbe stato chiamato il «marxismo tradizionale» (anche rispetto a questo, l'uso che viene fatto di questo termine in Postone e nella Wertkritik non è affatto una particolarità, dal momento che il suo utilizzo è assai più ampio), dovevano molto al seguente duplice fronte: non solo l'opera di Marx doveva essere concimata per mezzo dell'analisi dei rapporti capitalistici contemporanei (e questo non solo - come generalmente è avvenuto nella storia del movimento operaio - in riferimento al primo volume del Capitale, ma anche ai Grundrisse e ai risultati del processo di produzione immediato, ecc.), ma quella che in Marx era la critica dell'economia politica, doveva essere anche salvaguardata da ogni appiattimento e distorsione che lo avevano reso parte integrante di un «marxismo-leninismo» canonizzato come «visione del mondo».
Tutto il dibattito marxista tedesco consisterà pertanto nel proporre delle ricostruzioni della teoria critica di Marx (ciò parte da quella fatta dalla Neue Marx-Lektüre e arriva a Postone - distinto dalla Wertkritik –, che fa i suoi studi a Francoforte negli anni '70, e si inscrive evidentemente in questo obiettivo, che è perciò molto più ampio, e anima tutta una generazione della ricezione dell'opera di Marx). I primi balbettii di una tale «ricostruzione» di questa nuova lettura di Marx, possono essere trovati, negli anni '20, nel lavoro svolto soprattutto dagli autori sovietici Ilyich Rubin e Evgueni Paschukanis, soprattutto per la loro consapevolezza del problema che riguarda gli aspetti teorici del diritto in Marx. Rosdolsky riprenderà questo fondamentale dibattito. Diethard Behrens, uno degli autori tedeschi che ne fa una ricostruzione, considera perciò l'opera di Rosdolky un impulso decisivo, e sotto numerosi aspetti la vede all'origine della «Nuova Lettura di Marx» fatta da Backaus, di Reichelt; e in maniera generale anche l'ambito della Scuola di Francoforte si è interessato alla sua opera. La filosofa anarchica Kornelia Hafner - che sarà molto importante per la Wertkritik per quel che riguarda la questione della critica della dimensione trans-storica della categoria del «valore d'uso» - riterrà che tuttavia Rosdolsky non è stato ancora considerato a sufficienza. Anselm Jappe scriverà la prefazione all'edizione brasiliana dell'opera di Rosdolsky. Si può dire che, in francese, Rosdolsky è quasi inesistente, basta guardare allo stato assai parziale della traduzione della sua opera. In «Genesi e struttura del "Capitale" di Marx», per la prima volta, gli stessi Grundrisse sono oggetto di un'analisi dettagliata. Nel suo lavoro, Rosdolsky prende ampiamente le distanze dal «marxismo ortodosso» della social-democrazia e del marxismo-leninismo. La disputa sulla «corretta interpretazione di Marx», e tutto il dibattito tedesco circa la «ricostruzione della teoria di Marx» si è così concentrato principalmente sulla questione della struttura metodologica e della storia dello strutturarsi del Capitale.
Il dibattito sulla distinzione Marx esoterico/Marx essoterico, lo si ritrova già negli anni '70 in diversi gruppi teorici della sinistra marxista radicale, ma soprattutto nella (e intorno alla) Neue Marx-Lektüre. Questa distinzione verrà progressivamente elaborata, e talvolta in maniere differenti, da dei teorici come Hans-Georg Backhaus, Alfred Schmidt, Michael Heinrich, ecc. nel quadro del dibattito, sorto negli anni '70, che aggrediva il mito classico (marxista tradizionale) della completa uguaglianza tra paradigmi marxiani ed engelsiani; i commenti di Engels vengono quindi criticati sia in termini di materialismo storico che di critica dell'economia politica, in quanto in gran parte inadeguati per l'opera di Marx, poiché rimanevano su un piano puramente «essoterico», perpetuando così i paradigmi tradizionali (in Francia, come eco a questo dibattito, Jean-Marie Vincent farà una critica dell'Engelsismo).
Backhaus, per esempio, nel 1974, sottolinea a proposito della teoria del valore che la critica era diretta a una «premessa interpretativa che, fino a poco tempo prima, era una delle pochissime componenti incontestate della letteratura marxista, incontrastata nel suo strutturare il modo in cui veniva recepita la teoria del valore di Marx: l'erronea interpretazione, innescata da Engels, dei primi tre capitoli del Capitale come una teoria del valore e del denaro di ciò che lui aveva considerato «produzione semplice di merci». Backhaus suppone «che a partire da questo errore fondamentale, la teoria marxista del valore avrebbe impedito la comprensione della teoria del valore di Marx». Pertanto, se all'inizio la teoria marxiana e la teoria marxista potevano prima essere distinte a questo livello, ora l'autocomprensione metastorica di Marx potrebbe essere problematica. Ogni distinzione tra il Marx esoterico e il Marx essoterico, deve quindi partire da questa discussione dell'inizio degli anni '70, iscrivendosi così nella scia della precedente distinzione tra il Marx esoterico e quello essoterico fatta da Rosdolsky.
Il quadro di riflessione partirà innanzitutto dal fatto che è lo stesso Marx a distinguere un livello «esoterico» e un livello «essoterico» nel funzionamento dell'economia politica classica. Mentre il primo fornisce delle informazioni sul contesto sociale di indagine relativo al modo di produzione borghese, il secondo si accontenta di una descrizione e di una sistematizzazione indiscussa di quelle che sono delle oggettive forme di pensiero dello spirito quotidiano degli attori, e rimane così prigioniero dell'apparenza reificata dell'immediatezza di fenomeni che sono in realtà socialmente mediatizzati. L'argomentazione «essoterica», pertanto non può essere attribuita a delle inadeguatezze soggettive, e nemmeno perfino a delle deliberate intenzioni di falsificazione da parte dei teorici. Essa è il risultato di una certa forma di pensiero, la quale è un prodotto sistematico, e inizialmente involontario, di quelle che sono le forme della vita quotidiana del modo di produzione capitalista. Ad utilizzare per prima questa distinzione, non è solo la Wertkritik, come credono alcuni in Francia, ma in realtà, dopo Rosdolsky, oramai tutto il dibattito tedesco sulla ricostruzione della teoria critica di Marx applica all'approccio marxista la distinzione esoterico/essoterico. Giusto per citare un esempio, la distinzione viene ripresa nel 1977 nel saggio del sociologo Stephan Brauer, "Die Krise der Revolutionstheorie. Negative Vergesellschaftung und Arbeitsmetaphysik bei Herbert Marcuse". Si renderà necessario riscoprire, dietro le interpretazioni engelsiane, la critica del valore di Marx, ma bisogna farlo rapidamente, anche perché certi teorici si perdono nell'analisi quasi filologica del testo di Marx, e quindi nelle incoerenze e nelle aporie dello stesso Marx. Progressivamente, soprattutto negli anni '80 e all'inizio dei '90, il dibattito teorico in Germania si sposta dalla critica dell'identificazione Marx=Engels verso una critica immanente al testo stesso di Marx, giocando il Marx esoterico che riesce a toccare l'essenza del capitalismo contro il Marx essoterico che tocca le forme fenomeniche socio-storiche. La distinzione in tal senso, verrà affrontata anche a cavallo degli anni '90 da più autori, nel volume degli atti della conferenze: "Deficit nell'opera di Marx" [Defizite im Marxschen Werk] (Marx-Engels-Forschung Heute 4), Frankfurt/M. 1992, soprattutto nei test di Wolfgang Jahn: "Die Problemantinomie in der Entwicklung von Ware, Wert und Geld zwischen dem esoterischen und exoterischen Werk von Karl Marx und die Folgen”, pp. 16-26 ; Michael Heinrich : “Defizite der Marxschen Rezeption der klassischen politischen Ökonomie”, pp. 43-53.
In generale, nel suo capolavoro pubblicato negli Stati Uniti, Moishe Postone non utilizza in maniera esplicita la distinzione tra Marx esoterico e Marx essoterico, ma in sostanza la si ritrova nella sua ricostruzione della teoria di Marx, nella sua distinzione tra il nucleo e le forme fenomeniche ( e quella di "Time, Labor and Social Domination" sarà effettivamente, come dichiara, una «teoria del nucleo del capitalismo»). Gli autori che tra gli anni '80 e '90 costituiscono le basi della corrente della Wertkritik, poi Wert-abspaltungskritik, arriveranno anzi piuttosto tardi alla distinzione tra Marx esoterico e Marx essoterico; tema da loro ereditato a partire dal dibattito marxologico collegato alla Neue Marx-Lektüre. Nella "Critica del Valore", tale questione è stata introdotta a partire dal libro di Stefan Breuer, "Krise der Revolutionstheorie" (Frankfurt 1977), che venne commentato sul n°10 della rivista Krisis (1991) da Ernst Lohoff, nel suo articolo "Das Ende des Proletariats als Anfang der Revolution. Über den logischen Zusammenhang von Krisen- und Revolutionstheorie" ["La fine del proletariato come inizio della rivoluzione - Sul nesso logico tra teoria della crisi e teoria della rivoluzione - "]. Da qui in poi, gli altri autori si atterranno a questa distinzione che parla di un «Marx dal volto di Giano», cominciando così a criticare dall'interno - seguendo il discorso «Con Marx, oltre Marx» - le aporie che si trovano in Marx (la questione dell'ontologizzazione del lavoro, la metafisica del soggetto borghese che viene visto sotto i tratti del soggetto rivoluzionario, ecc.) al fine di riuscire a trovare delle possibilità teoriche in grado di salvare le linee di argomentazione in Marx, in modo da rifondare una critica dell'economia politica per il XXI secolo. La sottolineatura del Marx esoterico verrà accentuata sempre più, e negli anni '90 e 2000 e verrà sempre più approfondita, soprattutto da Kurz, nel 2012, in "Geld ohne Wert" ["Denaro senza valore"] (Horlemann), nel quale viene portata avanti la discussione di Marx, della Neue Marx-Lektüre e di Heinrich. In Francia, a causa di una lunga assenza del dialogo con i marxisti tedeschi (a parte Jean-Marie Vincent, e quelli che sono stati, attorno a lui, alcuni tentativi falliti da parte della rivista "Critique de l'économie politique"), non vedo alcun marxista francese, nel periodo degli anni dai '70 ai '90, che sia stato al corrente del dibattito relativo alla marxologia in Germania, e l'abbia discussa; al di là del Reno non c'è stata alcuna ricezione della Neue Marx-Lektüre. Solo negli anni 2010 si assiste a un timido inizio, che arriva dalla derivazione proveniente dal mondo anglosassone, dove la Neue Marx-Lektüre e le interpretazioni di Michael Heinrich hanno cominciato ad essere introdotte attraverso alcune traduzioni. In Francia, pertanto la distinzione è rimasta inesistente (un compagno dice che forse la si può trovare in Ruy Fausto), ed arriverà solamente attraverso il canale dell'introduzione dei testi della corrente della Wertkritik, avvenuta negli anni 2010.
- Palim Psao - pubblicato il 7 giugno 2021 su Facebook -
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