sabato 26 giugno 2021

Alla baionetta !!

Peter Sloterdijk, nel suo libro sulla storia del terrorismo del XX secolo ("Terrore nell'aria". 2007, Meltemi Editore), parla di un «ciclo fobico» instaurato dalla tecnologia: vengono impiegati dispositivi che mirano alla risoluzione dell'ansia; ma è proprio la logica di innovazione permanente incorporata nei dispositivi a intensificare l'ansietà. In un certo senso, Sloterdijk stabilisce un legame tra la novità della guerra chimica fatta con i gas durante la prima guerra mondiale e l'atmosfera di diffusa connettività propria della nostra contemporaneità: il punto di collegamento risiede nel passaggio da un paradigma del corpo-a-corpo (la baionetta, come ultima reliquia di questo paradigma) a quello del corpo-e-tutto (il cloud, il mercato, il web, la globalizzazione). Per questo, la centralità della tecnica psicoanalitica - scrive Sloterdijk – e non solo per la concatenazione che porta da Freud a Lacan e da Lacan a Zizek, per esempio; ma soprattutto dal punto di vista della psicoanalisi in quanto strategia di lettura dei segni e di manipolazione delle scene di origine (e Sloterdijk sottolinea maggiormente l'ironia di colui che valorizza la psicoanalisi sebbene pure la rifiuti come terapia personale – cosa che è esattamente ciò che fa Derrida ne "La cartolina", quando commenta la voce infondata - diffusa da Serge Dubrovsky - secondo la quale lui sarebbe stato in analisi).

Il discorso della psicoanalisi fa parte di quell’insieme di dispositivi che assicurano la circolazione permanente dell'ideologia dell'innovazione, cioè vale a dire,  del rifiuto di qualsiasi posizione fissa (adattando, nel dire questo, la frase profetica di Karl Kraus, secondo cui è il dispositivo che offre la cura di una malattia che esso stesso crea). Sloterdijk recupera anche il progetto dei  «Passages» di Benjamin, che vede come un precursore di questa riflessione sull'ambiente, e sul passaggio dal corpo a corpo a corpo-e-tutto: i passaggi parigini, per Benjamin, formano una complessa articolazione tra tempo e spazio (il primo è sospeso e omogeneizzato; il secondo è appiattito in una orizzontalità smaltata e trasparente). La costruzione del nuovo spazio nella città comporta una carica decisiva di "vizio" - come scrive Benjamin e come commenta Sloterdijk - una spinta irresistibile a formare "bozzoli", "involucri" (la forma materiale dei passaggi è, anche, il riflesso fisico di un insieme di forme simboliche che popolano la vita immaginativa del XIX secolo).

fonte: Um túnel no fim da luz

2 commenti:

Angelo Attolini ha detto...

"nel ride questo" ? Non sono riuscito a capire ...

BlackBlog francosenia ha detto...

voleva essere «nel dire questo».
Ho corretto, grazie :-)

Salud