Novembre 1926: « L’esecutivo guidato da Gramsci, convocò a Montecitorio il Gruppo parlamentare comunista. Contro l’imperversare delle violenze squadristiche e la montante reazione, l’Esecutivo decise di proclamare uno sciopero generale di protesta e dispose perché i deputati comunisti si recassero nelle principali città d’Italia per le disposizioni urgenti. I deputati della Sinistra comunista, e particolarmente Repossi e Fortichiari, si dichiararono pronti a partire, ma ritenevano che il partito non fosse in condizione di agire così all’improvviso e mentre era in fase di riorganizzazione. Essi, d’altra parte, si dicevano certi che il governo avrebbe proceduto senz’altro contro i delegati dell’Esecutivo. Gramsci confidava invece nell’immunità parlamentare e non ammetteva che il governo potesse sprezzare questa legge. I deputati comunisti partirono da Roma, compresi Repossi e Fortichiari diretti a Milano, pur dicendosi certi di uno scacco clamoroso. A Milano essi erano attesi dalla polizia. A poca distanza dalla ferrovia vennero fermati e condotti alla sede della questura. Qui ricevettero comunicazione "legale" della decisione "legale" del parlamento che toglieva ai deputati antifascisti l'immunità parlamentare. Vennero perquisiti e portati al carcere di S.Vittore. La fiducia di Gramsci nella legalità aveva ricevuto piena soddisfazione! In pochi giorni quasi tutti i funzionari del partito, oltre ai deputati, quasi tutti i compagni più in vista o comunque noti alla polizia e ai fascisti, si ritrovarono nelle carceri di tutta Italia. »
da: Bruno Fortichiari, "Comunismo e revisionismo in Italia" (a cura di Luigi Cortesi) Tennerello ed. 1978.
(già pubblicato sul blog il 31 agosto 2007)
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