Elezioni americane:
le donne, i giovani, la classe operaia e le minoranze etniche si sbarazzano di Trump
- di Michael Roberts -
Nel 2020, il candidato del Partito Democratico, Joe Biden, ha battuto Donald Trump, del Partito Repubblicano, che occupava la presidenza. Cosa possiamo imparare da questo risultato risultato elettorale sugli Stati Uniti d'America, la maggior potenza imperialista del mondo, in questo terzo decennio del 21° secolo?
Come prima cosa, l'affluenza alle urne. Quando ancora non sono stati contati tutti quanti i voti, sembra che circa 150 milioni di americani in età di poter votare abbiano espresso il loro volto. Dal momento che gli aventi diritto al voto erano circa 239 milioni, ciò significa che c'è stata un'affluenza alle urne (VEP) di circa il 62%.
Un'affluenza maggiore di quella che c'era stata nel 2016, con il 59%, e la maggiore affluenza alle urne dal 1960, sebbene non sia stata così alta come veniva prevista da molti media nel giorno delle elezioni. Ciò significa che il 37% degli americani che avevano il diritto di votare non lo hanno fatto. E questo di fronte al 31,4% che ha votato per Trump. Perciò, ancora una volta, il partito del Non Voto ha ottenuto la più alta percentuale nazionale nelle elezioni americane. Inoltre, ci stati altri 20 milioni di americani in età di poter votare che sono stati esclusi dal voto per vari motivi negativi (avevano commesso un reato, oppure l'amministrazione statale si è rifiutata di registrarli). Ragion per cui, l'affluenza alle urne è stata solamente del 58%; il che significa che una parte considerevole della classe operaia americana non ha votato e/o non le è stato permesso di votare. In pratica, la "più grande democrazia del mondo" ha uno dei più bassi livelli di partecipazione al voto tra tutte le maggiori cosiddette "democrazie liberali".
Una grossa fetta della popolazione che non esercita il diritto di voto è costituita da giovani americani. Meno della metà - appena il 43,4% - degli americani sotto i 30 anni, hanno votato nelle elezioni presidenziali del 2016. Questi erano assai meno del 71,4% degli ultra-sessantenni che avevano votato. In queste elezioni sono stati ancora meno. Trump sta dicendo che le elezioni erano truccate, ed in un certo senso ha ragione. Sono state sempre truccate in quanto il candidato con la maggioranza dei voti, per non parlare di quello che prende il numero di voti più alto, raramente vince. In queste elezioni, Trump ha superato i 71 milioni di voti, per un repubblicano il numero di voti più alto di sempre. Ma Biden ha ottenuto 75 milioni di voti, il numero di voti più alto ottenuto da un presidente. Ma questo solo perché in queste elezioni hanno votato più persone di quante ne abbiano mai votato prima.
Nelle ultime otto elezioni presidenziali, il vincitore ha ottenuto meno voti del suo principale oppositore. E questo perché vince chi riceve il maggior numero di voti del "collegio elettorale". E questi voti vengono registrati da ciascuno Stato di quelli che sono i 50 Stati dell'Unione. Sono gli Stati Uniti d’America, un'unione federale di stati sovrani che si è formata nella rivoluzione americana del 18° secolo, in cui ogni Stato ha le sue leggi e le proprie procedure elettorali. Ragion per cui, raccogliere un numero enorme di voti a New York e in California, gli Stati più popolosi, non garantisce la vittoria al candidato democratico, quando i margini per la vittoria si trovano ad essere ridotti in quei piccoli Stati dove il candidato repubblicano si sommano a quelli della maggioranza nel collegio elettorale.
In tal modo, nel 2016, la democratica Hillary Clinton aveva ottenuto 3 milioni di voti in più rispetto a Trump, ma Trump ha ottenuto 306 voti da parte del collegio elettorale poiché ha in vinto in maniera limitata in tutta una serie di Stati di piccole e medie dimensioni del Middle West. Stavolta, Biden ha ottenuto una maggioranza ancora più alta, probabilmente circa 4 milioni, ma il risultato è sembrato smile a causa degli stretti margini di vittoria nei «Swing States» chiave. Solo che stavolta Biden ha riottenuto quegli Stati riprendendoli a Trump, e il 6 gennaio, quando si riunirà il collegio elettorale, egli riceverà quei 306 voti elettorali per riuscire a vincere, quegli stessi voti che Trump ottenne nel 2016. Un'altra ragione pe cui il risultato delle elezioni è stato simile, è dovuto al fatto che negli Stati a gestione repubblicana c'è stato un significativo "gerrymandering" dell'elettorato, un blocco deliberato della registrazione dei votanti, ed in queste elezioni un disperato tentativo di ostacolare un voto postale di massa nel contesto della pandemia di Covid. La "democrazia" statunitense è una barzelletta. Secondo the Economist, nella graduatoria delle "democrazie liberali" si trova in fondo alla classifica, con solo l'Albania a segnare un punteggio più basso.
Il motivo per cui stavolta l'affluenza è stata più alta, è in parte dovuto all'intensa polarizzazione sulla pandemia di Covid e sul collasso economico; alimentata dalle impennate demagogiche di Trump. Ma anche i lockdown a causa della pandemia hanno portato ad un massiccio incremento del voto postale, che si è rivelato per i votanti come un procedimento più semplice che andare ai centri elettorali. Ci sono state anche delle significative campagne di informazione nelle grandi città per far sì che la gente si registrasse e votasse.
Possiamo imparare qualcosa dalla composizione demografica ed economica di coloro che hanno votato? Il "Votecast survey" dei votanti ci fornisce alcuni indizi. Secondo l'indagine, gli elettori maschi (47%) si dividono in 46-52 per Trump, ma le votanti donne (53%) si dividono in 55-45 per Biden. In questo modo, le donne che hanno votato hanno assicurato la vittoria a Biden.
Il voto dei giovani, come al solito, è stato basso, appena il 13% del totale dei voti, ma quelli sotto i 29 anni hanno votato 61-36 per Biden. E quelli che sono tra i 30 e i 44 anni (23% del voto) hanno sostenuto Baden a 54-43. Quelli tra i 45 e i 64 (un enorme 36% dei voti) hanno votato per Trump a 51-48. E quelli sopra i 65 anni (un altro consistente 27%) hanno votato ancora una volta per Trump a 51-48. Quindi, il 63% di quelli che hanno votato, che avevano più di 44 anni e hanno sostenuto Trump (mancandolo per un pelo); mentre quelli sotto i 45 anni (appena il 37% dei voti) hanno sostenuto fortemente Biden. È bastato a superare la piccola maggioranza per Trump nelle fasce di età più anziane.
E che dire dei gruppi etnici? Beh, il sondaggio ha rivelato che il 74% degli elettori era bianco ed ha sostenuto Trump. Ma tutti gli altri gruppi etnici hanno sostenuto in maniera schiacciante Biden al 90-8. I neri americani costituivano solo l'11% di quelli che hanno votato, ma hanno sostenuto Biden 90-8. Gli elettori ispanici erano solo il 10% del totale ma hanno votato Biden al 63-35. Gli asiatici sono stati solo il 2% dei votanti, ma hanno votato Biden a 70-28. Questo 25% dei votanti (che è cresciuto elezione dopo elezione) ha sostenuto Biden in maniera talmente schiacciante che è bastato a superare la più piccola maggioranza bianca tra gli elettori bianchi.
Molto è stato detto del presunto incremento del voto per Trump da parte degli americani neri e ispanici, rispetto al 2016. Ma le prove di ciò sono dubbie e, anche se fossero vere, lo slittamento è minimo. Secondo l'exit poll di Edison, c'è stato un calo di sostegno da parte dei bianchi per Trump rispetto al 2012 che va dal 62% al 57%, e un piccolo aumento da parte delle donne bianche che va dal 52% al 54%. Il presunto aumento di sostegno a Trump da parte degli uomini neri è passato dal 13% al 17% e da parte delle donne nere dal 4% all'8%. Ma se si considera che gli elettori bianchi sono stati il 75% dei voti e i votanti neri solo l'11%, il presunto passaggio a Trump da parte degli elettori neri è meno della metà della perdita di Trump di voti dei bianchi. Si afferma che stavolta ci sono stati più elettori ispanici che hanno sostenuto Trump, ma a non farlo hanno continuato ad essere circa due terzi.
E le classi e i redditi? Beh, a livello di istruzione, gli studenti che hanno lasciato la scuola superiore (27% degli elettori) hanno sostenuto Trump per il 52-46; e quelli con qualche qualifica (il 34% degli elettori) hanno sostenuto anch'essi Trump, ma ad un minore 50-48. I laureati (un consistente 24% degli elettori) hanno votato in maggioranza Biden a 56-42 e quelli che hanno continuato a studiare anche dopo la laurea (circa il 14%) sono stati per Biden in maniera ancora più massiccia con il 56-42. Più sono istruiti, più hanno votato Biden.
Ma tutto questo non significa che la classe operaia americana abbia sostenuto Trump più di quanto abbia fatto con Biden. Gli elettori che guadagnano 50.000$ l'anno(il reddito medio annuo), o meno, hanno sostenuto Biden in maniera significativa con un 53-45, e stiamo parlando del 38% degli elettori. Quelli che si trovano nel gruppo di reddito che va tra i 50 ed i 90mila $ l'anno (il 36%) hanno appoggiato Trump con un 50-48, mentre chi guadagna più di 100mila$ l'anno (il 25%) sono stati per Biden al 51-47. Gli americani con il salario più basso, e che sono il gruppo di elettori più numeroso, hanno votato per Biden con un buon margine, mentre i piccoli imprenditori e i lavoratori a reddito medio hanno sostenuto di stretta misura Trump. I più abbienti hanno sostenuto Biden (ma ho il sospetto che più alto sia il livello di reddito più si sia votato per Trump, nella misura in cui ci sono altri sondaggi che mostrano come i milionari abbiano votato in massa Trump).
Sì, c'è una notevole minoranza di americani della classe operaia che ha sostenuto Trump, soprattutto nelle piccole città e nelle aree rurali. Ma la maggioranza della classe operaia americana ha rigettato il trumpismo. Le aree urbane (il 65% dei votanti) ha sostenuto in maggioranza Biden, mentre le piccole città e le aree rurali hanno votato per Trump. È stato qui che la polarizzazione del voto è stata maggiore.
Anche la religione ha svolto un ruolo importante. Cristiani protestanti ed evangelici (il 45% dei votanti) hanno sostenuto fortemente Trump, mentre i cattolici (il 22%) si sono divisi 50-50 e i musulmani, gli ebrei e gli atei dichiarati (il 25% dei votanti) hanno scelto in forze Biden.
Quali sono stati i temi principali delle elezioni? Due spiccano rispetto agli altri: la pandemia di Covid-19 e lo stato in cui si trova l'economia. Il 41% degli elettori ha considerato più importante la pandemia, e coloro i quali la pensavano così hanno votato per lo più per Biden. L'economia e l'occupazione sono stati considerati il problema maggiore da parte del 28% dei votanti, i quali hanno votato per lo più per Trump. Ecco qual è stata un'altra chiara causa della polarizzazione in America: lockdown per salvare vite umane; oppure nessun lockdown in modo da poter così salvare i posti di lavoro; è stato questo il modo in cui nel 2020 molti americani hanno visto la cosa.
Tirando le somme, gli americani si sono presentati alle urne in un numero leggermente maggiore, ma se la paragoniamo rispetto alle altre "democrazie liberali" l'affluenza ha continuato ad essere più bassa. Il candidato democratico è stato ancora più votato di quanto lo era stato nel 2016, ma le peculiarità costituzionali del sistema elettorale hanno fatto sì che il risultato fosse abbastanza simile; sebbene sia stato più o meno in linea con le previsioni dei sondaggisti. Biden ha vinto perché i giovani americani hanno votato Biden abbastanza da riuscire a superare la maggioranza che Trump aveva tra gli elettori più anziani. Biden ha vinto perché gli americani della classe operaia hanno votato per lui in un numero che è stato sufficiente a superare i voti delle piccole città e delle aree rurali.
Le elezioni negli Stati Uniti sono state un disastro; e sono lo specchio del disastro in cui si trova adesso l'imperialismo americano, con la pandemia di Covid scatenata in tutta l'America e con l'economia in ginocchio con milioni di disoccupati, salari tagliati e servizi pubblici paralizzati. Biden ha avuto il sostegno della maggioranza dei lavoratori, delle minoranze etniche, dei giovani e degli abitanti delle grandi città. Lo hanno votato per sbarazzarsi di Trump: ma forse da Biden non si aspettano poi così tanto, e avranno ragione.
- Michael Roberts - Pubblicato l'8/11/2020 su Michael Roberts blog. Blogging from a Marxist economist -
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