venerdì 13 novembre 2020

Il caso e il desiderio

In Memoriam
Piero Simondo - 25 agosto 1928 - 6 novembre 2020

Dovunque, la modernizzazione sembra instaurare nuove forme di controllo sociale. La programmazione e la sorveglianza algoritmica dei corpi, le catastrofi calcolate e rese redditizie, le simulazioni di un futuro ormai capitalizzato. L'imprevedibile nella vita quotidiana è già stato previsto. Che cosa resta del caso, nelle attuali condizioni di esistenza? Quali sono le sue possibilità e i suoi limiti? Il testo che segue, venne scritto da Guy Debord il 23 maggio del 1957, e doveva servire per una monografia curata dal pittore Piero Simondo, che alla fine non venne più pubblicata. Non a caso, avvenne nella casa di Piero, nella sua villa italiana di Cosio di Arroscia, dove proprio nell'estate di quell'anno nacque l'Internazionale Situazionista. Il testo era rimasto inedito fino al 2006, anno in cui sono state pubblicate le opere complete di Guy Debord ( Œuvres; Gallimard ). Questa credo sia la prima volta che se ne tenta la traduzione in italiano, forse.

«Da parte sua [Asger Jorn] ha ritenuto che il mio testo destinato alla tua monografia fosse ottimo. Ciò si spiega. Lui non vuole più favorirti , e ciò che spera è che alla fine tu sia scontento di me (dal momento che in questo testo parlo del gioco, ma non della tua pittura).»
(Lettera di Guy Debord a Piero Simondo, 18 giugno 1957)

Sul Caso

1 - Non possiamo minimizzare il caso. Noi possiamo solamente conoscere, nelle condizioni esistenti, quelle che sono tutte le limitate possibilità del caso (statistiche).

2 - Nelle condizioni note, il ruolo svolto dal caso è conservatore. Pertanto, i giochi d'azzardo non danno luogo a nessuna novità. Analogamente, gli indovini si occupano solo di un ristretto numero di casi tra quelli che si possono manifestare nella vita privata quotidiana. Assai spesso, essi «prevedono» gli eventi, a partire dal fatto che la vita di un individuo è altrettanto povera di quelle che sono le variazioni classiche delle loro previsioni.

3 - Ogni progresso, ogni creazione è l'organizzazione delle nuove condizioni del caso.

4 - A questo livello superiore, per un certo tempo il caso è veramente imprevedibile, divertente: ma questo nuovo ambito del caso pone degli altri limiti alla sua azione, la quale dovrà essere studiata e conosciuta con precisione.

5 - L'uomo non desidera mai il caso in quanto tale. Egli desidera qualcos'altro; e si aspetta, a partire dal caso, un incontro con ciò che desidera. Si tratta di una situazione passiva e reazionaria (la mistificazione surrealista), a meno che non venga corretta per mezzo di un'invenzione che consista di condizioni concrete le quali, a loro volta, determinano il movimento dei casi desiderati.

- Pubblicato il 12/11/2020 su Igrà Kniga -

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fonte:     IGRÁ KNIGA PUBLICAÇÕES BLOG

3 commenti:

Franz Karmagno ha detto...

Chiedo scusa ma, il testo di Guy Debord penso che fu scritto il 23 maggio del 1957 e non nel '27 come scritto sopra.
"Di vivo c’è solo l’insondato, perché il pensiero non risparmia mai le sue prede."L.Scutenaire

Franz Karmagno ha detto...

Chiedo scusa ma, il testo di Guy Debord penso fosse stato scritto il 23 maggio del 1957 e non nel'27 come scritto sopra nell'articolo.
"Di vivo c’è solo l’insondato, perché il pensiero non risparmia mai le sue prede."L.Scutenaire

BlackBlog francosenia ha detto...

Ovviamente hai ragione, e i ringrazio per la correzione dovuta.
Ho provveduto a correggere, grazie.

Franco