« Per poter scrivere un solo verso, devi aver visto molte città... », così Rilke, nel 1910, nei Quaderni di Malte Laurids Brigge, consigliava di fare. Ma, ultimamente, la storia urbana ha dovuto patire troppe vicissitudini per riuscire a continuare ad ispirare versi. La periferia delle città è cresciuta in maniera brutale ed incontrollata, e i centri storici, nel frattempo, subiscono la sterile cerimonia della loro stessa contemplazione.
... Un'analisi urbana dovrebbe far sì che si possa leggere, nella città - insieme alla sua continuità spaziale, e alla presenza di fatti singolari - la sua propria continuità temporale. Ciò che è importante concettualizzare, sono i "fatti urbani"; termine che deve sostituire quello dei "fenomeni urbani". Il Fatto Urbano (inteso come forma organizzata nello spazio e nel tempo), a causa e a partire dalla sua permanenza, può perfino arrivare ad essere considerato un oggetto artistico. ...Senza dimenticare l'avvertimento di Juan José Lahuerta, secondo il quale « la città (...) sa anche vendicarsi dei suoi abitanti».
(fonte: Taccuino delle letture impostate[per organizzare il pessimismo])
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