Costituisce una straordinaria coincidenza, il fatto che le lezioni di Adorno sulla Storia e sulla Libertà, le quali hanno profondamente influenzato alcune figure emblematiche della critica della dissociazione del valore - tra i quali Robert Kurz, in particolare per il suo "Ragione sanguinosa", e per altre sue ricerche - vengano alla fine tradotte in francese per la casa editrice "Klincksieck". Questa uscita coinciderà quasi perfettamente con la traduzione francese, sul n°7 del mese di novembre della rivista Jaggernaut, del saggio di Kurz, "La storia come aporia. Tesi provvisorie sul dibattito circa la storicità dei rapporti sociali di feticcio", nel quale l'influenza di Adorno appare innegabile.
Dalla quarta di copertina delle lezioni di Adorno:
« Nel semestre invernale 1964-1965, Adorno dedicò ventotto lezioni alla filosofia della storia e alla dottrina della libertà, chiarendo in anticipo le due ultime sequenze della Dialettica negativa (1966), dal titolo, rispettivamente, di ”Spirito del mondo e storia naturale. Digressione su Hegel” e "'Libertà’. Per una metacritica della ragione pratica”. Lungi dal ridursi a essere stato un laboratorio per la “Dialettica negativa,” queste lezioni hanno la consistenza di un libro autonomo, nel quale Adorno si misura in termini molto profondi con le filosofie della storia di Hegel e di Benjamin. Contro Hegel, il filosofo di Francoforte sostiene che, dopo la catastrofe della Seconda guerra mondiale, la pretesa di postulare un senso della storia è diventata perentoria e insostenibile. Contro Benjamin, egli rifiuta di abbandonare la storia alla discontinuità. “Affermare che nella storia si manifesti un piano universale, orientato al meglio, che le dia coerenza, dopo le catastrofi del passato, e quelle che ancora verranno, sarebbe cinico. Ma questo non significa però che si debba negare l'unità che lega tutti i momenti e le fasi della storia nella loro discontinuità e nella loro dispersione caotica”, come enuncerà nella Dialettica Negativa. Le Lezioni sulla storia e sulla libertà si presentano pertanto come se fossero una grande lezione di “dialettica negativa”, opponendosi sia a Hegel (la cui dialettica speculativa rimaneva troppo legata all'identità) sia a Benjamin (la cui concezione discontinuista della storia sarebbe rimasta, al contrario, troppo legata alla non-identità). Mediante questa doppia “spiegazione” rispetto a Hegel e a Benjamin, Adorno apre la strada a una “storia universale negativa” nella quale non è più possibile leggere un senso della storia, ma piuttosto leggere quali sono le “tendenze oggettive” all'opera nella storia. Queste “tendenze oggettive”, governate da causalità multiple ed eterogenee, consentono ad Adorno di rinunciare all'idea di necessità, e riaprire così la storia alla contingenza, per poter introdurre le pratiche della libertà. »
Theodor Wiesengrund Adorno, "Leçons sur l'histoire et sur la liberté (1964-1965)". Editions Klincksieck
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