Una critica rivoluzionaria dell'antisemitismo
- di Stephan Grigart -
Senza Moishe Postone, scomparso a Chicago il 19 marzo 2018 all'età di 75 anni, con ogni probabilità questo giornale non esisterebbe; quanto meno non esisterebbe nel modo in cui oggi lo conosciamo. La scissione che ebbe luogo all'interno della redazione di "Junge Welt" - da cui poi nel 1997 è emersa "Jungle World" - è stata anche il risultato di un processo che era cominciato ancor prima della riunificazione: alla fine degli anni '80, il testo di Postone "Nazionalsocialismo e antisemitismo" circolava già, come raccomandazione privilegiata, in tutti quegli ambiti che stavano cercando di ricalibrare il proprio marxismo, e che lo facevano a partire da una rilettura della "Critica dell'economia politica" di Karl Marx; sia dall'analisi della teoria critica classica sia da una più intensa preoccupazione riguardo il nazionalsocialismo. Scritto originariamente per una rivista statunitense, dopo la sua prima pubblicazione in Germania, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, quel testo non aveva suscitato molte discussioni. Nel 1991, l'ISF - con sede a Friburgo e guidata dal pubblicista Joachim Bruhn - lo ristampò nella sua rivista Kritik & Krise; sarebbe poi apparso nel 2005, nella raccolta di saggi di Postone, "Deutschland, die Linke und der Holocaust" (La Germania, la sinistra e l'Olocausto), pubblicata dalla Ça’ Ira di Friburgo, e che oggi rimane una lettura obbligatoria per chiunque sia interessato alla critica sociale materialista. I redattori di "Deutschland, die Linke und der Holocaust" hanno dichiarato: «Gli scritti di Postone hanno influenzato l'adozione di una teoria critica della società da parte di una parte rilevante della sinistra radicale, la quale ha oggi come punto di partenza l'approccio autocritico al passato nazionalsocialista». Tra le altre cose, questi scritti hanno anche portato alla creazione di questa rivista, sulla quale sono state frequentemente pubblicate interviste a Postone, oltre a diversi dossier su di lui. Sullo sfondo della banalizzazione marxista-leninista dell'antisemitismo, che aveva prevalso per decenni, Joachim Bruhn descrisse correttamente le tesi di Postone sul nazionalsocialismo, definendole come una «rivoluzione nella visione materialista dell'antisemitismo». Tanto la sua descrizione dell'antisemitismo moderno - svolta a partire dalle categorie fondamentali del Capitale di Marx, e vedendolo come “odio per l'astratto” – quanto la sua chiara distinzione tra antisemitismo e razzismo, fatta a partire dall’analisi delle pratiche di sterminio del nazionalsocialismo viste come rottura con la logica capitalistica della valorizzazione e con la razionalità del dominio, rappresentano ora un referente; così come lo è anche la sua critica alla sinistra tedesca e a un anticapitalismo feticista che si ritiene progressista. Talvolta, nella ricezione delle tesi di Postone sull'antisemitismo, si è notata la tendenza a una difesa teorico-razionalizzante della storia; per quanto, tuttavia, tali tesi non possono essere accusate di questo. Per Postone, l'esperienza ebraica della violenza e dello sterminio, e l'orrore dell'antisemitismo nella sinistra tedesca, costituiscono il punto di partenza di ogni suo sforzo critico. Il padre, un rabbino lituano, era riuscito a emigrare in Canada nell'agosto del 1939, appena una settimana prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale. Laggiù incontrò quella che sarebbe diventata sua moglie, cresciuta in Unione Sovietica durante il terrore stalinista, e da quell'incontro, nel 1942, sarebbe nato. Tutta la famiglia di suo padre, e molti parenti di sua madre vennero uccisi nella Shoah. Postone avrebbe frequentato prima la scuola elementare ebraica a Edmonton, nel Canada occidentale, e successivamente il liceo ebraico, prima a Los Angeles e poi a Chicago. Inizialmente, studierà biochimica all'Università di Chicago, ma ben presto sarebbe passato a studiare Storia Intellettuale, con Hannah Arendt, che allora, a detta di Postone, era l'unica professoressa dell'Università che nel corso dei suoi seminari si rivolgesse a Marx e Hegel. Prima di trasferirsi all'Università di Francoforte, nei primi anni '70, quando avrebbe completato il suo dottorato con Iring Fetscher, e poi sarebbe stato intensamente coinvolto nelle discussioni della Nuova Sinistra, avrebbe studiato tedesco a Monaco di Baviera. A New York negli anni '70, avrebbe insegnato al Brooklyn College e al Richmond College. Dal 1987 in poi ha insegnato Storia intellettuale europea e, più recentemente Teoria sociale critica, all'Università di Chicago, come professore presso il Dipartimento di Storia.
Nel 1985, Postone, in occasione della visita di Helmut Kohl e Ronald Reagan al cimitero militare di Bitburg, scrive una lettera aperta alla sinistra della Germania Ovest, il cui contenuto viene ancora oggi ignorato da gran parte della sinistra. In quella lettera, Postone definisce l'atlantismo filo-americano dei conservatori tedeschi dell'epoca come un modo conveniente per far apparire la Germania Ovest una normale democrazia, senza però che essa si sia mai confrontata con il proprio passato nazionalsocialista. In tal modo, egli decifrava l'antimperialismo della sinistra - a partire dal fatto che ci sono «centinaia di migliaia di persone pronte a manifestare contro l'imperialismo americano, e solo poche centinaia contro una riabilitazione riguardo il passato nazista» - vedendolo come rozzo antiamericanismo e come una forma alternativa di difesa contro la colpa. La lettera verrà ripubblicata all'inizio degli anni '90, su istigazione del giornalista Matthias Küntzel sulla rivista Bahamas, e rimane ancora oggi una delle critiche più coerenti alla società tedesca post-nazista e alla sua sinistra. Il libro di Postone su Marx, "Time, Labor, and Social Domination" - pubblicato nel 1993 dalla Cambridge University Press - scritto sviluppando la sua tesi di Francoforte del 1983, riceveva il prestigioso premio dell'American Sociological Association. Quando, dieci anni dopo, il libro verrà pubblicato in tedesco da Çaira, "Jungle World" non si limiterà solamente a pubblicare una recensione dettagliata, ma pubblicherà tutta un'intera serie di articoli sulla «nuova interpretazione della teoria critica di Marx» svolta da Postone. Il suo studio rappresenta un'obiezione al socialismo matematico dell'idealismo del valore, del denaro e del prezzo, il quale vede solo dei problemi di distribuzione, e crede che, in genere, possono essere risolti per mezzo di politiche fiscali alternative, senza però arrivare mai ad affrontaregli effetti prodotti da un Lavoro che si è costituito intorno al Valore. Simultaneamente, Postone si oppone ugualmente anche al marxismo tradizionale, con la sua nozione sovra-storica di un proletariato che viene visto come il soggetto di un'emancipazione generale. Opponendosi allo stesso tempo anche alle teorie post-strutturaliste, e alla loro semplice negazione del fatto che esista una totalità mediata dal Valore. Al posto della tradizionale concezione marxista che vede solo la contraddizione fondamentale tra Capitale e Lavoro, egli pone, nello spirito della Teoria Critica, la Differenza (Diskrepanz) tra l'Esistente e il Possibile. A partire da quella che è un'idea centrale dei "Grundrisse" di Marx – svolta nello stesso modo in cui lo fa simultaneamente anche quella Critica del Valore, costituitasi intorno a Robert Kurz, con il quale egli stesso a volte è stato in stretto contatto - Postone individua e mette a fuoco il decisivo antagonismo del capitalismo in quella che è la crescente contraddizione tra Valore e Ricchezza materiale.
- Stephan Grigart - Pubblicato su: Jungle World, 29/03/2018 -
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