« L'incolpevole becchino affranto lo sta sospirando, e il suonatore triste di organetto lo urla, mentre i sassofoni d’argento stanno dicendo che dovrei lasciar perdere. Le campane crepate e i tromboni sfiatati mi soffiano sul viso il il loro disprezzo, ma non andrà a finire come dicono loro. Non sono nato per perderti.
Ti voglio, ti voglio, ti voglio talmente tanto da star male, amore, ti voglio.
Il politico ubriaco avanza barcollando sulla stessa strada dove piangono le madri, mentre i redentori, profondamente addormentati, ti stanno aspettando. E io aspetto che tutti loro mi impediscano di bere dalla mia tazza rotta, e poi mi chiedano di aprirti il cancello.
Ti voglio, ti voglio, sì, ti voglio da star male, amore, ti voglio.
Così come è successo ai miei padri, senza che mai loro abbiano avuto un vero amore, allo stesso modo, mi guardano male le figlie, visto che io di tutto questo non me ne preoccupo. E così, me ne torno dalla Regina di Picche, a chiacchierare con la mia cameriera. Lei sa che non ho paura di guardarla, con me è gentile e non le sfugge niente. Sa dov'è che mi vorrei trovare ora, ma di questo non le importa.
Ti voglio, ti voglio, sì, ti voglio da star male, amore, ti voglio.
Il tuo ragazzo ballerino vestito da cinese, mi ha rivolto la parola e io gli ho portato via il suo flauto. No, non sono stato troppo carino con lui, non è vero? Ma se l’ho fatto è perché ti ha mentito e ti ha preso in giro, poiché il tempo giocava in suo favore, e perché io...
Ti voglio, ti voglio, sì, ti voglio da star male, amore, ti voglio. »
(Bob Dylan - "I Want You", in "Blonde on Blonde", 1964; renewed 1994)
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