Tre motivi per leggerlo:
Perché è un appassionante viaggio nell'antichità - gli eroi di Omero, la Grecia classica, il Cristianesimo eretico - alla ricerca di risposte fondamentali per la nostra vita. Perché racconta della violenza di chi ama sentirsi sempre dalla parte del giusto, del bene, della verità. Perché Simone Weil è un'autrice irresistibile, un esempio unico di coerenza e determinazione.
(dal risvolto di copertina di: Simone Weil, "Il libro del potere". Chiarelettere, pag.128 €10)
La lezione sulla guerra di Simone Weil
- di Franco Marcoaldi -
Come tutti in queste terribili settimane, vado in cerca spasmodica di notizie. Nella speranza di capire qualcosa di più, di orientarmi meglio in questo mondo impazzito. Anche se poi, spesso e volentieri, esco da tale immersione del tutto tramortito, con la sensazione di non aver fatto passi in avanti. E allora cerco altrove parole che, per quanto lontane nel tempo, sappiano nutrire mente e coscienza. E ancora una volta le trovo in Simone Weil. Più precisamente nel suo libro "Il libro del potere" (Chiarelettere). E più precisamente ancora nel saggio "Non ricominciamo la guerra di Troia", scritto nel sanatorio svizzero di Montana nel 1937, dopo la disperante esperienza nella guerra di Spagna a fianco delle forze repubblicane. «È un dato di fatto che nel corso della storia umana i conflitti più feroci siano stati quelli privi di un obiettivo» - riconoscibile, perseguibile, fattuale. Appunto: non è proprio questo il primo problema del nuovo disordine mondiale? «Quando ci si contende una posta in gioco determinata si possono mettere sul piatto della bilancia i valori della stessa e i possibili costi del conflitto (...) Ma quando la contesa è priva di obiettivo non esiste più una misura comune, non c'è equilibrio né proporzione, la comparazione è impossibile. Il compromesso inconcepibile».
Le azioni limitate ed efficaci lasciano così spazio a parole altisonanti e irreali, che solo l'irrazionalità della natura umana può perseguire: «Un'irrazionalità ancora maggiore di quella che vide contrapposti Greci e Troiani. Se non altro al centro della guerra di Troia c'era una donna di estrema bellezza. Per i nostri contemporanei il ruolo di Elena spetta a parola ornate di maiuscole. Se afferriamo una di queste parole rigonfie di sangue e lacrime per cercare di stringerla la troveremo vuota».
La verità, sosteneva Weil con una intuizione che vale ancora oggi, è che abbiamo perso le nozioni di "limite", "misura", "proporzione". Ormai, conosciamo solo entità assolute, fantasmatiche: «nazione, sicurezza, capitalismo, comunismo, fascismo, ordine, autorità, proprietà, democrazia», che non vengono poi calate e relativizzate in una precisa realtà. Con i suoi inevitabili chiaroscuri. Strano, no? Proprio la "mistica" Simone Weil invita noi, "disincantati machiavellici", a recuperare quell'atteggiamento pragmatico e razionale che sembriamo aver smarrito: «C'è un problema da risolvere e non una fatalità da subire».
- Franco Marcoaldi - Pubblicato su Robinson del 12/11/2023 -
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