La riformulazione di una teoria della rivoluzione adeguata al nostro tempo, implica lo smantellamento degli schemi tradizionali della teoria della rivoluzione. Le immagini della fine del capitale concepite dal marxismo tradizionale, coprono con uno spesso strato di vernice la logica interna e la struttura della critica marxiana del capitalismo, e sigillano ermeticamente ogni accesso alle sue conclusioni che si svolga nei termini di una teoria della rivoluzione. I contorni di una teoria contemporanea della rivoluzione potranno emergere solo quando avremo approfondito in maniera critica quelli che sono stati tutti i suoi predecessori, e ci saremo completamente liberati delle abitudini che il pensiero radicate coltiva, a proposito del soggetto rivoluzionario.
Il compito di una teoria rivoluzionaria contemporanea diventa allora quello di separare ciò che è stato mescolato, e non ripetere con riverenza il nostro breviario tratto dagli scritti dei classici. Se vogliamo attenerci alle loro intenzioni rivoluzionarie, non abbiamo altro modo. La falsa unità di punti di vista che sono disparati, rende la teoria marxiana, così come ci è stata tramandata, inutile per le necessità del nostro tempo. Nell'opera di Marx, la pomposa aspirazione all'emancipazione del lavoro salariato copre la melodia della critica del feticismo. Negli schemi interpretativi del marxismo, è proprio quest'ultimo che viene definitivamente neutralizzato, degenerando in una vaga e oscura musica delle sfere. Ma invece sono proprio questi toni apparentemente mistici, che da soli costituiscono l'esplosivo per far saltare in aria nostra realtà, apparentemente incomprensibile, e che sono in grado non solo di cogliere quale sia stata la genesi di una relazione completamente oggettivata, ma anche di identificare e tracciare quali sono le linee di faglia contenute in questo processo di oggettivazione. La distruzione della forma borghese non coincide con l'emancipazione del lavoro, ma corrisponde alla liberazione del lavoro. Solo la rinascita della critica del valore trasforma la teoria marxiana da vecchia spazzatura in una bruciante attualità.
Ernst Lohoff, "La Fin du prolétariat comme début de la révolution. Sur le lien logique entre théorie de la crise et théorie de la révolution." Crise e Critique. Parution le 31 mai 2022.
Ernst Lohoff (1960-), è un attivista e teorico tedesco. Tra le figure di spicco, in Germania, del gruppo Krisis, noto per la pubblicazione del "Manifesto contro il lavoro" nel 1999, di cui Lohoff è stato uno dei coautori. Tra le sue opere tradotte in francese: "La Grande dévalorisation. Pourquoi la spécuation et la dette de l’Etat ne sont pas les causes de la crise" (Post-éditions, 2014) ; "Le Manifeste contre le travail" (Léo Scheer, 10-18, Crise & Critique), "L’Exhumation des dieux" (Crise & Critique, 2021), con Robert Kurz, "Le Fétiche de la lutte des classes. Thèses pour une démythologisation du marxisme" (Crise & Critique, 2021).
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