venerdì 29 aprile 2022

Imprescindibili…

I libri migliori hanno vissuto sull'orlo della distruzione
- di Joseph Conrad -

« No, non li ho letti; e tra quel milione o più di persone che si dice li abbiano letti, non ne ho mai incontrato uno solo con un talento espositivo sufficientemente sviluppato per darmi un resoconto congruente di ciò di cui essi parlano. Ma sono, in fin dei conti, libri, sono parte imprescindibile dell'umanità, e in quanto tali, nella loro inarrestabile e turbolenta proliferazione, sono degni di rispetto, ammirazione e compassione. Soprattutto la compassione. Si è già detto molto a proposito del fatto che i libri hanno il loro destino. Lo possiedono, certo, ed è assai simile al destino degli uomini. Con noi condividono la grande incertezza che accompagna l'ignominia o la gloria, la severità della giustizia e l'insensatezza della persecuzione, la calunnia e il malinteso, la vergogna per il successo immeritato. Tra tutti gli oggetti inanimati, di tutte le creazioni umane, i libri sono quelli più vicini a noi, perché essi contengono persino i nostri stessi pensieri, le nostre ambizioni, le nostre indignazioni, le nostre illusioni, la nostra fedeltà alla verità, la nostra persistente tendenza all'errore. Ma ci assomigliano soprattutto nella precarietà con cui si aggrappano alla vita. Un ponte costruito secondo le regole dell'arte della costruzione dei ponti avrà certamente una vita lunga, onorevole e utile. Per contro, un libro a suo modo altrettanto buono come lo è quel ponte, può anche perire nell'oscurità il giorno stesso della sua nascita. L'arte dei loro creatori non è basta a poter dare ai libri più di un istante di vita. I libri che sono nati dall'inquietudine, dall'ispirazione e dalla vanità dell'intelletto degli uomini, quelli che più le Muse stimano, sono quelli che più soggetti alla minaccia di una morte prematura. A salvarli, a volte sono i loro difetti. A volte un libro di piacevole fattura può benissimo - tanto per usare un'espressione esagerata - mancare di un'anima individuale. Ovviamente, un libro del genere non può morire. Nel peggiore dei casi, si sgretolerà fino a diventare polvere. Al contrario, i libri migliori, quelli che si nutrono della simpatia e della memoria degli uomini, hanno sempre vissuto camminando sul filo della distruzione, e questo perché la memoria dell'uomo è corta, quando non è inesistente, e la sua simpatia, bisogna ammetterlo, è un'emozione assai fluttuante e senza principi. Il segreto della vita eterna dei libri, non lo si troverà nelle formule dell'arte, così come non lo si trova, per quel che si riferisce al nostro corpo, in una particolare combinazione di farmaci. E questo non perché alcuni libri non siano degni di una vita duratura, ma perché le formule dell'arte dipendono da fenomeni variabili, instabili, inaffidabili; dipendono dalle affinità tra le persone, dai pregiudizi, da simpatie e antipatie, dal senso della virtù e dal senso del giusto, da credenze e teorie che, indistruttibili in sé, cambiano sempre di forma, e spesso lo fanno in quella porzione fugace di vita che corrisponde a una generazione. »

( Joseph Conrad - "I libri", 1905 - Da «Al di fuori della letteratura» – )

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