A questo punto, la situazione della Russia è probabilmente senza speranza
- di Jehu -
Mi si lasci essere chiaro in proposito! Non è che a Putin siano rimaste ancora così poche mosse mossa da fare. Nel momento in cui nella manica ti rimane ancora da giocare qualche tonnellata di testate nucleari, oltre i missili ipersonici da spedire loro obiettivi, ciò significa quantomeno hai ancora qualche carta da giocare. Se non altro, Putin fa ancora a tempo a far sì che i suoi oppositori maledicano il giorno in cui sono nati. Washington, questo lo sa benissimo, e sa anche che i suoi stupidi Piani di Continuità delle Operazioni non valgono nemmeno la carta su cui sono stati stampati. Tralasciano quello che appare come un rischio di estinzione, invece la contromossa della Russia «rubli in cambio di gas», come risposta alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti, si sta rivelando come un colpo di genio. Il suo intento di bloccare, sul Mar Nero, la costa orientale dell'Ucraina dovrebbe servire a risolvere l'irritante problema relativo al fatto che la NATO usa quella regione come base di partenza per nuove provocazioni nei territori occupati dalla Russia. E, avendo espulso le forze ucraine dalla regione del Donbass, retto da un governo indipendente, avrà successo nel fermare l'emorragia che era andata avanti per troppo tempo.
Fatto sta che tutto questo è destinato a essere inutile.
Mentre Putin sta decostruendo metodicamente quella che è l'infrastruttura militare-industriale locale dell'Ucraina, gli Stati Uniti e i suoi alleati della NATO stanno potenziando e aggiornando quell'edificio obsoleto per sostituirlo con uno di "serie A" a livello mondiale - il loro - e rifornendo l'avversario della Russia direttamente con gli armamenti provenienti dai loro arsenali. Ciò significa che la NATO sta trasformando l'Ucraina in un'enorme base operativa avanzata, sulla quale caleranno come scarafaggi, in ogni possibile combinazione, regolari ucraini, irregolari neonazisti, mercenari e avventurieri, forze speciali e appaltatori, allo scopo di rendere per un po' di tempo la vita in Russia un inferno. Gli Stati Uniti sono molto bravi nel riuscire a far dissanguare lentamente i propri avversari. Ad ogni passo che fanno lungo la strada, sembra che la Russia abbia inquadrato in maniera inadeguata il problema dell'Ucraina; sotto due aspetti principali.
Per prima cosa, questo non è mai stato un problema che interessa un gruppo di neonazisti, o di Eurofili. La Russia è sempre stata direttamente in lotta con quella che nell'era della guerra fredda era la nemesi dell'Unione Sovietica, gli Stati Uniti. E il Cremlino lo ha sempre saputo perfettamente, ma non ha agito su un tale presupposto fino a ché non è stato troppo tardi. (Il «Troppo tardi» definisce qui qualsiasi momento successivo al 1964.) Assumerlo, avrebbe dovuto voler dire sapere che la Russia non stava andando a combattere contro un altro regime di gangster post-sovietico in fallimento, ma contro il più potente rullo compressore politico-economico della storia umana. Se Putin e la sua banda di sicofanti avessero effettivamente afferrato qual era la logica di ciò che già sapevano essere vero, sarebbero stati allora costretti ad affrontare il fatto che non avevano alcuna possibilità di resistere all'inevitabile. Sarebbero stati costretti, in altre parole, a riconoscere che il crollo dell'Unione Sovietica non poteva finire con l'Unione stessa, ma doveva continuare a procedere fino a quando non fosse rimasto più nulla di essa - compresa la Russia! E questo è il secondo aspetto per cui Putin ha frainteso il problema:
La creazione dell'Unione Sovietica è stato, con ogni probabilità, un processo totalizzante. Il suo crollo, pertanto, dovrà essere di conseguenza altrettanto totale. Gli Stati Zombie che continuano a sopravvivere all'indomani del collasso dell'Unione Sovietica non sono altro che gli echi momentanei di quella che è stata un'epoca precedente, per lo più immaginaria - incubi che incombono sul cervello dei vivi, opprimendolo, per dirla con Marx - senza alcuna sostanza reale. È altamente improbabile che la Russia riesca a recuperare e a risollevarsi da un simile fatale errore di calcolo, e questo per la semplice ragione che la Russia stessa - il paese - è una colossale bufala storica messa in atto a livello globale da un gruppo di gangster dopo il crollo dell'Unione Sovietica.
Non c'è nessuna Russia, ma solo i resti, orrendamente deformati e sofferenti, di una sorta di orribile mostruosità rimasta dopo che ampie porzioni del suo corpo sono state sommariamente amputate da un branco di predatori ingordi. Qualunque cosa fosse stata la Russia, prima dell'Unione Sovietica, essa venne cancellata in quell'evento totalizzante che fu la creazione stessa dell'Unione Sovietica; un evento che alterò la storia per due generazioni dell'Unione Sovietica, allo stesso modo in cui, per il cosiddetto occidente, lo fece l'intera modernità. Di fatto, in due generazioni, le masse di quel paese passarono dal Medioevo all'Età dello Spazio, combatterono tre guerre che devastarono il paese, crearono da zero un'economia industriale moderna, e poi la ricostruirono ancora, una seconda volta, sulle tombe di circa 27 milioni dei suoi cittadini. L'Unione Sovietica è crollata perché questo è ciò che fa il capitale quando raggiunge quello che é il punto terminale del suo sviluppo. Il capitale non regredisce mai a una qualche forma precedente di società, e di certo non produce una creatura così banale e irrilevante come il russo Vladimir Putin.
Il capitale crea le basi materiali per il comunismo.
- Jehu - Pubblicato il 27/4/20222 su The Real Movement -
5 commenti:
Gentile Franco Senia, perdonami, potresti dire come lo intendi questo scritto di jehu?. Io sinceramente non lo capisco.. Quali considera gli errori di Putin ?, il riferimento al 1964 cosa vuol dire?, mi pare importante capire qualcosa. Scusami. Grazie
Franco Trondoli
Caro Franco Trondoli,
prima di risponderti, bisogna che faccia una premessa, relativa a un autore com Jehu, del quale - per poter essere compreso, sebbene non condiviso in toto, naturalmente - si rende necessaria una conoscenza nel suo insieme. Mi riferisco alla domanda riguardo il «1964», ad esempio, dove si riferisce al termine della segreteria Kreuschevina, che si poneva l'obiettivo di una riduzione generalizzata dell'orario di lavoro in URSS. A tal proposito, ho upgradto il post inserendo un link ( https://francosenia.blogspot.com/2012/06/fabbriche.html ) dove si evoca quella che con ogni probabilità poteva essere l'ultima possibilità per quella «totalità» («Il comunismo non è altro che tempo libero»). Al fine di meglio capire la posizione di Jehu rispetto all diminuzione dell'orario di lavoro, come ultima chance contro la catastrofe, ti sottopongo quest'altro post - invero, assai lungo, per quanto interessante - che serve a chiarire ( https://francosenia.blogspot.com/2020/01/da-dove-cominciamo-da-una-catastrofe.html ).
Ora, venendo al post in questione e al «capire», va sottolineato che esso esprime semplicemente un punto di vista sulla irreversibile crisi sistemica che in questo scorcio di XXI secolo ha assunto ancora una volta le fattezze della guerra. Quello che sta accadendo, sarebbe solo un prolugamento del crollo dei paesi dell'est, che non può che essere completo e che è stato solo rimandato. Credo che, con questo, andrebbe inteso il fatto che si dovrà assistere a un collasso vero e proprio - come quello avvenuto, ad esempio, per la Germania Est - e non a una farse come quella gestita da Putin, il quale non sa che pesci pigliare. Insomma, la Russia non può vincere contro il capitalismo occidentale; il quale è in grado di ricostruire l'Ucraina, via via che viene distrutta! Detto ciò, ovviamente, questo non toglie spessore al rischio di una catastrofe nucleare che «risolverebbe» il problema della specie umana nel suo insieme. Rimane, a chiusura, quel «Il capitale crea le basi materiali per il comunismo.» su cui ciascuno di noi può scegliere di riporre o meno fede.
Ovviamente, una volta liberatici da Putin, potremo tornare alle nostre "occupazioni" (crisi, bolle finanziarie, migrazioni, disuguaglianze, bolle finanziarie, pandemie, fine della valorizzazione del valore, ecc.)....
Come ha scritto qualcuno, a commento, ciò che scrive Jehu è ... «interessante». E di questi tempi ... ;-)
Salud
Grazie Franco, sei gentile come al solito. Hai chiarito bene i problemi.
Leggo le questioni di teoria della "Scuola di Norimberga" sul Marx "nascosto". Sono molto interessanti. Mi pare di aver capito che Jehu se ne discosti anche un poco. È mia impressione però che perlomeno l'Europa Occidentale sia a forte rischio "collasso". Italia in primis. Questa mi pare una crisi sistemica di valorizzazione che colpisce tutto il Mondo, Usa e Cina compresi. Mi sembra che facciano gola le risorse della Siberia proprio per questo. Comunque ancora grazie. "In bocca al lupo" Franco.
Franco Trondoli
C'è da dire che Jehu, più che a Kurz, faccia riferimento a Postone; quindi tralascia e non prende in esame alcuna «teoria della crisi». Da qui la sua «chiusa» sul capitale che «crea le basi per il comunismo». E che invece, a mio avviso, ha anche tutte le possibilità di creare le basi per la barbarie prossima ventura, ahimè!
con amicizia
Franco
Certo Franco, anche a me pare come dici tu purtroppo..per quello che il ragionamento di Jehu mi sembra un salto.. un cortocircuito dialettico.. damble'.. appunto come dice Lui..in un solo colpo. Un po' "esagerato" forse. Ma non si sa mai..è un bel dilemma.
Grazie, con Amicizia anche da parte mia.
Franco Trondoli
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