domenica 5 maggio 2019

La verità assoluta della bestemmia

Il libro contiene due racconti. Il primo di Maturin è la storia di un uomo, Melmoth, che ha fatto un patto col diavolo: in cambio dell'anima ottiene il prolungamento della vita. E se riuscirà a trovare chi condivida la sua sorte eviterà la dannazione. Il patto risale al XVII secolo e in una serie di episodi, generazione per generazione, Melmoth ottiene solo rifiuti: anche il prigioniero di un manicomio, anche una vittima dell'Inquisizione, nessuno accetta il suo patto. Altro filo conduttore è rappresentato dai suoi amori con la giovanissima Isadora (la sposerà per mezzo di uno spettro e ne ucciderà in duello il fratello...). La ricchezza di scene di terrore e di raccapriccio ha contribuito a farlo diventare un autentico bestselter internazionale. Dimostrazione ne è il secondo racconto contenuto nel volume scritto da Honoré de Balzac: "Melmoth riconciliato", che costituisce quello che in termini cinematografici è un "sequel". Nella classica ambientazione del mondo finanziario parigino (la Casa Nucingen), un cassiere disonesto che sta per fare un grosso ultimo colpo per poi fuggire, viene sorpreso dall'arrivo di un inquietante personaggio: John Melmoth che gli propone l'ormai consueto patto. Il cassiere accetta ma dopo una breve ebbrezza si accorge di aver fatto un pessimo affare e torna a cercare Melmoth ma scopre che, riconquistata l'anima, è morto santamente riconciliato con Dio. Non gli resta quindi che cercare una nuova vittima: la troverà nel banchiere Claperon, minacciato dal fallimento.

(dal risvolto di copertina di: "Melmoth l'errante-Melmoth riconciliato", di Charles Robert Maturin,Honoré de Balzac. Utet)


Il patto con dio e il diavolo dell'infernale Melmoth
- di Pietro Citati -

Oggi il Melmoth del reverendo Charles Robert Maturin, scritto nel 1820, è completamente dimenticato. Chi legge più questo capolavoro "gotico"? Ma il Melmoth spagnolo ed inglese continua ad essere un libro eccezionale. L'aveva detto meravigliosamente Baudelaire: «Che cosa vi è di più grande, di più potente relativamente all'umanità, di questo pallido e annoiato Melmoth? Eppure vi è in lui qualcosa di debole, abbietto, antidivino e antiluminoso. Melmoth è una contraddizione vivente. È uscito dalle condizioni fondamentali della vita e i suoi organi non sopportano più il pensiero». Melmoth è forse il personaggio più molteplice e ricco dei suoi anni. Cupo, formidabile, grottesco: ma anche, stranamente, una ragnatela, un cavastivale, un crocefisso, una pendola; che anticipava gli oggetti assurdi e smarriti di Lautréamont e insieme Faust, e Don Giovanni, e un Ebreo Errante che ha scritto il più orribile patto con Dio e con il diavolo: vittima orgogliosa e presuntuosa dell'Inquisizione, Sibilla Tenebrosa. Dappertutto, con una frequenza ossessiva, appaiono frati empi e ridicoli che assomigliano a super diavoli, a mostruosi super frati.
Melmoth è pieno di pensieri, gemiti e rantoli e inquietudini e insulti: anticipa stranamente le fantasie di Conrad - mentre un'altra tremenda donna, Isidora, lo accompagna ogni istante e in ogni fallimento delle sue imprese. Alla fine l'orribile Malmoth si salva: cede, cade e si salva: i frati si salvano; Dio si salva e si condanna mentre condanna sé stesso: Uomo Errante.
Capisco di aver raccolto contraddizioni, amore di contraddizioni, odio di contraddizioni, fuoco di contraddizioni. Robert Maturin è posseduto da un'ansia di vanità - e forse di verità. Ma come il suo personaggio, Melmoth, egli è anche, follemente, una ragnatela e un cavastivale. Tutte le cose balzano verso tutte le direzioni. Il diavolo è un purissimo uccello: nuvole sporche di sterco: ecco uno spettro, il bestemmiatore (solo la bestemmia esprime la verità assoluta) fiero, orgoglioso, inquietante, frivolo, misantropo: capo e vittima della Suprema Inquisizione, vivo, morto, moribondo. Più che moribondo, esaltandosi e offendendosi a vicenda in un balzo vertiginoso (che spesso non riusciamo a comprendere) il Melmoth appartiene al regno affascinante dell'incomprensibile. È - come lo spettro, ripetiamone i tratti - un bestemmiatore: fiero, orgoglioso, inquietante, tragico, frivolo, misantropo, vittima e capo della Suprema Inquisizione, capace di essere un assassino - in primo luogo di sé stesso - sfacciato, ipocrita, mille volte riflesso nello specchio offuscato di una stanza offuscatissima, tuffato nelle onde del mare, legato a una donna più terribile di lui o alle onde del mare.
Comprendo di aver raccolto, con l'aiuto di Maturin, sciocchezze e contraddizioni. Nella sua ansia di vanità (ma anche di verità), si oppone a qualsiasi opposizione, contrasta qualsiasi contrasto. E, come un oggetto illogico e impossibile è anche una ragnatela. Se tutte le cose balzano verso tutte le direzioni, tutto quello che leggiamo balza verso l'abisso. Tutto si ripete e si rovescia, in copie e variazioni riflesse. Il diavolo è un uccello rarefatto, i pensieri purissimi sono nuvole insozzate, la noia è letizia, più spesso la letizia è orribile noia. Tutto è tutto, è il contrario di tutto, ammesso che la parola "tutto" abbia un senso qualsiasi (e non significhi cavastivali). Il diavolo è Dio, Dio è il diavolo. Melmoth è un oratore, un tremendo torturatore, che angoscia con la sua "risata satanica" la quale ricorda quella di Faust. È un gesuita, un volgarissimo uomo di teatro, un ipocrita, un enigma. Ma è sempre, al fondo, uno spettro. Per usare una sola parola, Melmoth è un Uomo Errante, è un ritratto di sé stesso, straniero. Alla fine, è impossibile distinguere Dio, diavolo, frati gravi e frivoli e un'ironia che si beffa continuamente di sé stessa. Come è possibile in questo caso parlare di ironia? Melmoth è un'ironia che conosce tutte le forme di sarcasmo.
Ma almeno nella vita, Maturin non ebbe fortuna. Pochi anni dopo il suo libro, moriva, ucciso da una dose mortale di arsenico preso per errore. Ma era davvero uno sbaglio? O questo sbaglio comprendeva la sostanza comprensibile e incomprensibile dell'universo?

- Pietro Citati - Pubblicato su Repubblica del 15/4/2019 -

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