sabato 26 luglio 2025

Plurilinguisti e Non…

 

Negli anni della seconda guerra mondiale, quando Hermann Broch scrive "La morte di Virgilio", Gianfranco Contini sta preparando la sua edizione delle Rime di Dante. A partire da questo lavoro, Contini iniziava a sviluppare una delle sue principali idee critiche: la contrapposizione, in letteratura, tra "plurilinguismo" e "monolinguismo", che egli traduce vedendola come contrapposizione tra Dante e Petrarca; vale a dire, come una contrapposizione tra quello che è un movimento della creazione, all'interno del linguaggio, che privilegia la trasformazione, e un movimento della creazione che invece privilegia il mantenimento; se non addirittura la circoscrizione lessicale, sintattica e ritmica. Il romanzo di Broch, pubblicato nel 1945 – sei anni prima della morte dell'autore – viene realizzato sotto l'influenza decisiva di James Joyce e del suo "Ulisse" (più plurilingue dell'Ulisse c'è solo Finnegans Wake, che è del 1939!!).

Partendo dal romanzo di un irlandese che salva un personaggio greco, Broch – austriaco – realizza, da parte sua, un romanzo in cui viene salvato un personaggio latino: il poeta occidentale per eccellenza, Virgilio, colui che – per dirla con le parole di T. S. Eliot – rende possibile il canone anche per chi non lavora in una lingua che parta dalla matrice latina virgiliana. È possibile dire che - per Broch - senza l'intervento di Dante, Virgilio non esisterebbe. Non esisterebbe, senza l'intervento della Divina Commedia che porta avanti l'Eneide. A insistere su questa relazione, è lo stesso Broch, e lo fa a partire dalle epigrafi del romanzo: le prime due dell'Eneide, e la terza e ultima della Divina Commedia: nell'Inferno, canto XXXIV, proprio quando Dante parla di Virgilio, «Lo duca ed io per quel cammino ascoso / Entrammo a ritornar nel chiaro mondo» (qui, è molto interessante l'uso dantesco della parola "Duca": Dal latino "ducem", "dux", che significa "colui che guida", passando attraverso il basso greco (o bizantino) "doúka" o "doúkas", "capo militare di una città o di una provincia").

fonte: Um túnel no fim da luz

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