giovedì 15 maggio 2025

Perché ???

Perché la sinistra piange Mujica?

La morte di José Mujica non è una tragica fine della storia del progressismo latino-americano: è il simbolo perfetto della sua bancarotta politica e morale. Perché "Pepe" non era un rivoluzionario. Era una figura spettacolare, costruita con cura per conciliare la miseria con il sorriso, l'obbedienza con l'umiltà, il capitale con la parola "popolo". La sinistra piange Mujica come se perdesse un saggio stoico, ma in realtà perde solo un idolo funzionale, un dispositivo affettivo che ha permesso di trasformare la povertà in virtù, la passività in etica e la sconfitta politica in uno stile di vita. Mujica non ha mai destabilizzato l'ordine del capitale: lo ha legittimato con metafore bucoliche, frasi tranquillizzanti e discorsi tiepidi di fronte alla violenza strutturale. Mujica ha giustificato la repressione poliziesca, ha difeso la proprietà, ha condannato le forme di lotta insurrezionale e, cosa più grave, non ha mai nascosto la sua simpatia per gli interessi geopolitici degli Stati Uniti. La sua vicinanza a figure filo-imperialiste, il suo silenzio complice di fronte al genocidio palestinese e la sua difesa di un "ordine democratico" che si regge sullo sfruttamento e sul massacro, lo pongono lontano da qualsiasi progetto emancipatorio.

La sinistra piange Mujica perché le fa male perdere l'ultimo volto amico della sua decadenza: l'austero contadino che si vestiva come il popolo mentre difendeva l'economia di mercato, lo Stato e l'inserimento subalterno dell'Uruguay nel sistema mondiale capitalista. Ma il comunismo non ha bisogno di idoli etici o di nonni saggi. Non ha bisogno di poveri moralisti o di amministratori sensibili. Ha bisogno di abolire il valore, il lavoro, lo Stato, la merce, lo spettacolo politico. E per questo Mujica è sempre stato un ostacolo mascherato da speranza.

    Non piangiamo la sua morte. Ciò che è urgente è seppellire la sua eredità.

@Tezcatlipoca Ocelotl

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