Trump e l'Illuminismo oscuro
- La transizione verso una nuova fase storica della crisi del tardo capitalismo -
- di Nec Plus Ultra -
La recente seconda ascesa di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, è stata sostenuta da quel che era un movimento neo-reazionario in ascesa, e che si è rafforzato durante e dopo la rivolta per l'omicidio di George Floyd il 25 maggio 2020; una delle più grandi rivolte di tutta la storia degli Stati Uniti, e secondo Richard Seymour, in "Disaster Nationalism" [*1], la più grande. Questo "disastroso nazionalismo" - il quale va di pari passo con la crisi socio-ecologica del capitalismo mondiale - espone e definisce apertamente i suoi obiettivi politici deliranti, e costituisce pertanto un sintomo ineludibile di quali sono le tendenze oggettive dell'attuale fase storica del capitale, così come le profonde trasformazioni sociali che si stanno svolgendo in questo processo. Certamente, per quanto folli possano sembrarci gli interventi pubblici di personaggi come Milei, Elon Musk o Trump, la verità è che attraverso le loro azioni e la loro coscienza essi incarnano le esigenze oggettive nell'attuale fase storica della tarda civiltà capitalistica. D'altra parte, dato il rapporto aperto ed esplicito di Trump con i giganti dell'industria tecnologica - un rapporto che si accompagna a un riorientamento della geopolitica statunitense nel quadro della sua guerra commerciale con la Cina - diventa chiaro come la sua seconda ascesa a comandante supremo della più grande macchina di morte della storia non corrisponda solo alla contingenza di una particolare figura politica, o agli impulsi di una massa reazionaria e ignorante che vota contro i propri interessi oggettivi: ma questo costituisce piuttosto il quadro di comprensione del progressismo woke in declino; un'altra forma di controrivoluzione quotidiana, oltre che una forza attiva del realismo capitalista [*2]. Diversamente, questo processo storico esige di essere compreso in quanto momento di un processo sistemico più ampio: ovvero, come la convergenza tra * accelerazione tecnologica, *tendenza oggettiva alla decomposizione del lavoro in quanto fondamento della società capitalistica, *distruzione sempre più accelerata della natura in concomitanza con l'accelerazione del capitale, ed *emergere di nuove forme politiche apertamente autoritarie nel contesto della crisi di questa civiltà. Hegel, quando dalla sua casa di Jena vide Napoleone che passava con le sue truppe, rifletté su quali fossero le implicazioni storico-universali circa la concentrazione di un intero processo storico in un solo uomo il quale, seduto sul suo cavallo, interveniva nel mondo e lo dominava. Oggi potremmo dire che le due immagini storico-universali che riassumono il nostro presente, siano il saluto fascista di Elon Musk - il capitalista più ricco che abbia mai camminato sulla terra - nel corso dell'ascesa imperiale di Trump, e il bombardamento a tappeto di Gaza. Attraverso i nostri schermi, abbiamo visto lo spirito del mondo che saliva al potere - circondato dagli esseri umani più potenti che siano mai esistiti nella storia, e la cui stessa esistenza, in quanto tale, esprime l'accumulazione di un enorme sfruttamento dell'umanità - e che parlava di raggiungere il proprio destino manifesto, inviando la sua impresa a colonizzare di Marte. Ma abbiamo anche visto, tale spirito, vaporizzare vive, con l'aiuto delle forze più avanzate dell'industria, migliaia delle persone più diseredate del mondo. Il terribile quadro che risulta dalla fusione di queste due immagini, ci dà una diagnosi precisa di quale sia lo stato attuale dell'umanità organizzata sotto l'irrazionale forma sociale capitalistica; ma anche di quale sarà il futuro nella nuova fase storica della formazione della crisi mondiale della civiltà del capitale. Ora, sosterrò che l'ascesa di Trump costituisce un momento chiave nella transizione verso una nuova fase storica della crisi del capitalismo mondiale, le cui caratteristiche fondamentali erano state, tra l'altro, anche previste – sebbene in modo distorto – proprio dalla filosofia neo-reazionaria, ed erano state catalogate sotto l'etichetta di "Illuminismo Oscuro". Adotterò anch'io l'uso di questo termine, facendolo però in un senso che sovverte l'idea neo-reazionaria formulata per la prima volta da Curtis Yarvin e da Nick Land, integrandola pertanto in un'analisi critica, la quale mira a sviluppare il suo momento di verità, a mostrarne le sue imposture e, infine, a chiarire quali sono le possibilità emancipatorie che ancora si annidano in un simile processo storico che tuttavia tende a bloccare le potenzialità di una trasformazione sociale radicale.
Il concetto di Illuminismo Oscuro
L'Illuminismo Oscuro, è un concetto filosofico neo-reazionario sviluppato per la prima volta da Curtis Yarvin, e successivamente ampliato da Nick Land. Il primo di loro, Yarvin, è un ingegnere informatico, imprenditore e blogger americano che – sotto lo pseudonimo di Mencius Moldbug – ha iniziato la sua opera di produzione e diffusione di idee neo-reazionarie, insieme a Elon Musk, e sotto l'influenza del co-fondatore di PayPal, Peter Thiel [*3]. A differenza dell'élite, fino ad allora tradizionale, della Silicon Valley, Yarvin e Thiel erano contrari ai principi fondamentali della governance neoliberista che caratterizza la tradizionale destra americana. Da parte sua, Nick Land, dopo aver lasciato il suo lavoro di professore universitario a Warwick e essersi stabilito a Shanghai, ha continuato a sviluppare la filosofia accelerazionista. Il suo approfondimento del senso neo-reazionario dell'accelerazionismo – l'unico significato che per lui poteva avere questo processo – aveva portato Land a entrare in contatto con le idee di Curtis Yarvin - idee esposte nel blog Unqualified Reservations - e a sviluppare un commento filosofico sulla sua opera sotto il titolo "The Dark Enlightenment" [*4]; il compendio più completo di quella filosofia neo-reazionaria. Grazie alla sua vasta formazione filosofica iniziale, e alla sua conoscenza delle teorie di Deleuze e Guattari, egli è stato in grado di sviluppare una sintesi tra le idee neo-reazionarie di Yarvin, una lettura accelerazionista dell'opera marxiana, mediata dal lavoro di Deleuze e Guattari, con gli sviluppi teorici interdisciplinari del CCRU [Cybernetic Culture Research Unit] – cosa a cui aveva partecipato anche Mark Fisher – e le critiche postmoderne del tardo capitalismo. L'Illuminismo Oscuro, visto come concetto, designa, per Yarvin e Land, l'affermarsi di quella che sarebbe un'eredità, perversa o oscura, dell'Illuminismo moderno, che è stata negata dalla filosofia democratico-progressista, insieme a una particolare proposta per il futuro della civiltà capitalistica, la quale abbraccia apertamente una deriva storica distopica. Se ci si ponesse la domanda: «Che cosa caratterizza il pensiero neo-reazionario?», si potrebbe rispondere, a grandi linee, che si tratta di una rivendicazione della cosiddetta "biodiversità umana" – ossia, una forma pseudo-biologica di razzismo postmoderno – che proclama il diritto di uscita, o di secessione, in quanto diritto fondamentale insieme alla proprietà privata - dove ciò appare evidente in degli Stati Uniti sempre più divisi tra Stati come il Texas e la California, i quali rappresentano i due poli complementari e opposti del capitalismo americano - oltre a un rifiuto viscerale di ogni e qualsiasi forma di correttezza politica, e di egualitarismo progressista, coniugando il tutto in una proposta di amministrazione corporativa dello Stato che abbia marcate sfumature di darwinismo sociale, chiamato "neo-cameralismo".
Vale la pena soffermarsi su quest'ultimo concetto, in quanto esso è fondamentale per riuscire a comprendere quale sia stata l'evoluzione delle idee neo-reazionarie, e il loro legame con la recente ascesa di Trump. Il cameralismo è stato un movimento politico tedesco, e un processo socio-storico del XVIII secolo guidato da dei funzionari pubblici tedeschi, volto a promuovere lo stato assolutista. Questo movimento rappresentava un antecedente diretto di quelle che poi sono state le moderne scienze borghesi dell'amministrazione statale e di polizia, caratterizzate tutte dalla promozione di politiche che cercavano di dotare il principe, o il monarca, di poteri illimitati ai fini della massima efficienza dello Stato, considerando la Camera – una parola usata per riferirsi alla stanza in cui era conservata la tesoreria dello Stato o alle stanze in cui si svolgeva la riunione dei più alti funzionari pubblici del commercio e della guerra - come se essa fosse la più alta forma di organizzazione dello Stato, promuovendo la polizia a elemento fondamentale dell'amministrazione della società, e in considerazione della necessità che i cameralisti dovevano possedere un grado assai alto di conoscenza nei diversi rami dello Stato, specialmente nel commercio, nel diritto e nella guerra. D'altra parte, il neo-cameralismo proposto dalla filosofia neo-reazionaria consisterebbe proprio in una gestione corporativa dello Stato, che verrebbe amministrata allo stesso modo di una società per azioni, e guidata da un amministratore delegato. Inutile dire che, in un simile concetto di governo, è fondamentale una forza di polizia tecnologicamente massimizzata al servizio della protezione dell'ordine capitalista. Quindi, dal punto di vista dell'Illuminismo Oscuro, lo Stato diventa apertamente proprietà privata dei grandi monopoli capitalistici, ed è governato da essi come una società per azioni. Non sorprende che, nel suo saggio sulla filosofia libertaria-neo-reazionaria "L'educazione di un libertario" [*5], Peter Thiel abbia sottolineato che per lui la libertà – la libertà di mercato, vale a dire – è diventata incompatibile con la democrazia. Questa visione antidemocratica, è una caratteristica comune ai neo-reazionari, in particolare di Curtis Yarvin e di Nick Land. Curtis Yarvin, nel 2007 è arrivato persino ad affermare che i neo-reazionari non avranno nemmeno bisogno di fare alcun tipo di propaganda per il crollo dello Stato democratico in vigore negli Stati Uniti, poiché la democrazia imploderà a causa delle sue stesse contraddizioni intrinseche, come un'amministrazione inefficiente del capitale soggetta a una crescente entropia [*6]. Seguendo una linea di argomentazione più sofisticata, nel suo "Dark Enlightenment", Nick Land sostiene che l'accelerazione tecno-economica del capitale porterà necessariamente a una soppressione della democrazia, e alla sua sostituzione con la governance aziendale. A questo proposito, sottolinea come in paesi come la Cina, Hong Kong o Singapore questo tipo di governo è praticamente già una realtà, e il che indica che si tratta di una tendenza intrinseca di accelerazione tecnologica nel contesto della crisi del tardo capitalismo. Va notato, in questo senso, che il legame iniziale tra figure neo-reazionarie come Curtis Yarvin e Peter Thiel non è affatto casuale, ma rappresenta bensì un'espressione ideologica delle tendenze oggettive del capitale; si tratta della formazione di enormi monopoli legati all'industria tecnologica e dell'emergere di nuove direzioni all'interno della classe capitalista americana, che personificano, attraverso la concorrenza, i bisogni del capitale contemporaneo. A partire dal 2000, Peter Thiel ha co-fondato PayPal con Elon Musk e, oltre a essere nell'élite delle persone più ricche del pianeta, egli è uno sponsor attivo e promotore di iniziative dedicate alla diffusione di idee neo-reazionarie, o legate alla ”alt-right”. Come ho già accennato, l'ascesa di Trump va di pari passo con un gabinetto di miliardari in cui al timone c'è Elon Musk. Quest'ultimo, grazie alla sua piattaforma X, ha contribuito non solo alla più grande donazione della storia a una campagna politica – in questo caso quella di Trump – ma ha anche promosso apertamente la diffusione di Fake News e di propaganda reazionaria, svolta su una scala industrialmente senza precedenti.
Goebbels diceva che una bugia ripetuta mille volte diventa la verità, ma con X, e i social network in generale, la bugia socialmente pianificata raggiunge una nuova qualità grazie all'effettivo monopolio dei colossi tecnologici dell'industria. Elon Musk o Mark Zuckerberg non solo sono all'apice dell'accumulazione verticale del capitale, ma anche oggi essi posseggono la prerogativa, storicamente senza precedenti per i singoli individui, di mentire su scala storico-universale. Curiosamente, va detto che anche se Donald Trump non ha certo idea dell'esistenza di Nick Land o di Curtis Yarvis, egli realizza comunque idee neo-reazionarie, scegliendo un gabinetto di miliardari, con Elon Musk a capo, o espandendo di fatto, dopo poche settimane in carica [*7], i poteri del ramo esecutivo. L'Illuminismo Oscuro, non è un'idea inverosimile di alcuni fanatici filosofici ma, al contrario, è una tendenza intrinseca della crisi del tardo capitalismo e delle nuove configurazioni della governance capitalistica su scala globale; insieme a essa, qui potremmo anche includere le forme di controllo territoriale post-sovraniste, come i cartelli narco-capitalistici su scala trans-nazionale. Se guardiamo alla dilagante ascesa di Donald Trump verso il secondo mandato - sostenuta dalla complicità non così passiva dei criminali contro l'umanità facente parti del governo democratico di Joe Biden - ecco che le idee di Curtin Yarvis e di Nick Land circa quali siano le tendenze entropiche della democrazia, vista come forma storica obsoleta di governo del capitale, non sembrano poi così inverosimili. La fase storica emergente del capitale mondiale, tende pertanto a rendere obsoleta la critica dell'ultra-sinistra alla democrazia, poiché è il capitale stesso, e non la rivoluzione internazionale, che tende a superare storicamente la democrazia. L'Illuminismo Oscuro, perciò, non va inteso come se fosse una mera idea formulata da certi filosofi accelerazionisti di estrema destra, ma piuttosto come l'espressione teorica di un processo reale della crisi del tardo capitalismo. Inoltre, è anche l'anticipazione e l'espressione teorica delle caratteristiche distintive di una nuova fase storica della civiltà capitalistica, che risulta proprio a partire dalle condizioni di quella crisi. Basta dare un'occhiata, ad esempio, al rapido smantellamento dei bilanci e delle istituzioni internazionali concordati dalle classi capitalistiche in conflitto, attuato alla fine della seconda guerra mondiale. Oggi si parla apertamente dell'uso di armi nucleari – si ipotizza che, in realtà, Israele abbia già fatto esplodere un'arma nucleare tattica in Siria – come dell'uccisione aperta e indiscriminata di civili in quanto obiettivo militare, o tra le altre cose della necessità di revocare i diritti umani in un quadro giuridico sovranazionale. Il genocidio a Gaza - dove, tra gli altri orrori tipici di quest'epoca, i bambini vengono deliberatamente fucilati, così come si fa con i civili, fucilati a distanza ravvicinata, o dove interi campi profughi vengono vaporizzati con bombe dirette dall'intelligenza artificiale – diventa pertanto il paradigma dell'immediato futuro della civiltà capitalista, oltre a essere la testimonianza diretta di quali saranno le nuove configurazioni geopolitiche nel capitalismo mondiale. In questo senso, come ho sottolineato all'inizio di questo saggio, Gaza costituisce, insieme alla seconda ascesa di Trump, un chiaro momento di trasformazione qualitativa dell'attuale processo del Capitale, insieme all'inizio di una nuova fase storica della civiltà capitalistica segnata dall'imbarbarimento del rapporto di Capitale su scala mondiale. Da una prospettiva critica, il momento della verità, nella filosofia dell'Illuminismo Oscuro, risiede nella sua diagnosi dell'accelerazione del Capitale visto come processo che implica necessariamente lo sfruttamento intensificato dell'umanità e della natura, insieme alla trasformazione dell'amministrazione statale del capitale in un governo corporativo, lo smantellamento delle strutture legali del capitalismo (neo)liberale, lo sviluppo di nuove forme di guerra e l'eliminazione attiva delle popolazioni considerate indesiderabili e/o superflue. Tuttavia, la loro analisi perde di vista il fatto che questa accelerazione non è una forza autonoma, bensì il risultato della logica della valorizzazione del Capitale, che si trova ora di fronte a quelli che sono i propri limiti storici, contro cui ha già cominciato a sbattere. In tal senso, l'Illuminismo Oscuro non costituisce una rottura con la modernità capitalistica, ma rappresenta uno sviluppo necessario di questo modo di produzione nelle condizioni della sua crisi strutturale. Approfondirò di seguito questo aspetto.
Accelerazione e capitale
L'accelerazione rappresenta la struttura temporale del capitale sviluppato. Questa struttura temporale è il risultato della dinamica intrinseca dell'accumulazione del Capitale, sviluppato e costituito - in quanto modo di produzione specificamente capitalistico - attraverso l'introduzione di macchinari nel processo di produzione. Nelle precedenti forme di società, l'introduzione delle macchine tendeva a liberare le classi subalterne dal lavoro. Aristotele sosteneva che se i telai avessero tessuto da sé soli, non sarebbero stati necessari più gli schiavi. E com'è noto, nell'antica Grecia, l'introduzione del mulino ad acqua ebbe l'effetto di liberare di fatto un numero significativo di schiavi dal lavoro forzato. Nella società capitalistica, al contrario, le macchine, che creano le condizioni per la diminuzione dello sforzo umano nella produzione - e la liberazione dal lavoro - servono invece ad aumentare e a intensificare il lavoro. Ciò deriva dalla forma sociale storicamente specifica della ricchezza capitalistica: il Valore costituisce il tempo di lavoro sociale che viene oggettivato nelle merci nel corso del processo di produzione. Si tratta di una misurazione della ricchezza, specificamente temporale, che può essere accumulata soltanto attraverso lo sfruttamento del tempo di lavoro in eccesso dell'umanità. Di qui, il paradosso secondo cui - poiché esistono in questo momento tutti i mezzi storico-oggettivi atti a realizzare una vasta liberazione dal lavoro - l'umanità, oggi, lavora assai più di quanto abbia mai lavorato prima, nella Storia. Il rapporto di produzione di base che sostiene questa dinamica, è il lavoro salariato, il quale a sua volta implica una relazione tra Capitale e Lavoro, vale a dire, un rapporto tra classi necessariamente antagoniste: la classe capitalista e la classe salariata. Chi vuole approfondire questo argomento troverà nel Capitale di Marx un'opera di piena attualità che spiega quali sono le basi fondamentali della dinamica dell'accumulazione del capitale. Ai fini di questo articolo, è sufficiente sapere che il capitale - per accumularsi - ha bisogno di sfruttare intensamente l'umanità e che - sviluppando la scienza e la tecnologia a tale scopo - dà origine a quella che è una dinamica assai specifica di uno sviluppo storico, accelerato e sempre più distruttivo. In tempi più recenti, lo storico Moishe Postone ha caratterizzato, nella sua opera più importante – "Tempo, lavoro e dominazione sociale" [*8] –, questa dinamica definendola come «dinamica del tapis roulant», la quale comporta uno stimolo oggettivo permanente per ulteriori aumenti dei tassi di produttività; e quindi anche aumenti della loro capacità di distruzione. Questa dinamica è stata illustrata in maniera impeccabile da Nuno Miguel Cardoso Marchado:
«[Immaginiamo che] il livello medio di produttività nell'industria dell'abbigliamento sia tale che in 1 ora si producano 5 magliette per un valore complessivo di 25 euro (...). Un capitale innovativo, che sia in grado di produrre 10 magliette in 1 ora - diminuendo così il valore individuale di ciascuna a 2,5 euro - potrebbe realizzare un profitto aggiuntivo, poiché potrebbe vendere ogni maglietta a 5 euro; vale a dire, il valore di mercato determinato dal tempo di lavoro socialmente necessario. Tuttavia, non appena il progresso tecnico [di quel particolare capitale] comincerà a diffondersi tra la concorrenza, e si applicherà un nuovo livello medio di produttività, l'unico risultato permanente sarà quello dell'aumento della quantità [di ricchezza materiale prodotta] in un'ora di tempo di lavoro socialmente necessario – 10 camicie anziché 5 – e la riduzione del loro valore unitario da 5 a 2,5 euro. La massa di valore così creata sarà pertanto esattamente la stessa di prima: 25 euro (...). Ecco che è stato ripristinato l'incentivo per un successivo salto di progresso tecnico, in grado di premiare i capitalisti innovativi con un profitto aggiuntivo.» [*9]
La produzione quantitativamente aumentata e accelerata di ricchezza materiale, nel processo immediato di produzione di merci, comporta necessariamente l'aumento e l'accelerazione della distruzione della fonte di tutta la ricchezza reale: la natura [*10]. Infatti, produrre, per esempio, due telefoni cellulari consuma più litio, più rame, ecc. - in breve, più natura – di quanto ne consuma produrne uno solo, e questo perché la produzione non conosce altro obiettivo oggettivo che non sia quello dell'accumulazione del capitale; ecco che allora questa distruzione accelerata non trova alcun limite oggettivo se non quello di minare le relazioni sociali fondamentali del sistema stesso. Ciò significa che, anche se i livelli di produttività e la quantità di ricchezza materiale prodotta aumentano su scala stratosferica, la scienza, la tecnologia e le macchine non producono alcun valore aggiunto – dal momento che questo Valore può essere prodotto solo dalla materializzazione prodotta dal tempo in eccesso di lavoro vivo – dando così origine a una traiettoria storica segnata dall'accelerazione temporale e dalla crescente distruzione della natura che produce l'effetto tapis-roulant tipico del capitalismo evoluto. L'accelerazione tecnologica - in particolare quella avvenuta nell'automazione e nell'intelligenza artificiale - ha ridotto drasticamente la necessità, nell'immediato processo di produzione, di manodopera umana. Questo fenomeno, noto come tendenza alla caduta della proporzione di lavoro vivo, nella produzione di valore, genera una crisi strutturale: il Capitale, riducendo la sua dipendenza dal lavoro, mina la base stessa della propria valorizzazione. Tuttavia, si tratta solo una tendenza oggettiva del processo, la quale viene contrastata attraverso lo sviluppo del Capitale stesso. Il modo in cui si risolve questa tendenza oggettiva del processo, che lo porta a diminuire la massa totale del plusvalore, viene realizzato attraverso l'intensificazione dello sfruttamento del proletariato produttivo. Da qui la competizione, e la concorrenza sempre più accelerata tra i più grandi neo-imperialismi contemporanei, gli Stati Uniti e la Cina, per sviluppare le infrastrutture, la scienza e la tecnologia necessarie allo sviluppo dell'intelligenza artificiale. Questa tecnologia, nel quadro dei rapporti capitalistici, lungi dal condurre l'umanità all'emancipazione del lavoro, determinerà solo la possibilità di uno sfruttamento ancora più brutale del lavoro vivo dell'umanità. Di fatto, questo sta già avvenendo. Dall'altro lato, a partire da queste condizioni di un accelerato sviluppo tecno-scientifico, le quali vengono applicate al processo immediato di produzione delle merci, risulta la necessaria – per il capitale – ricostituzione del lavoro proletario, vista come condizione necessaria alla perpetuazione dell'accumulazione del capitale; dove la cosa assume caratteristiche sempre più repressive, le quali tendono così all'imbarbarimento dei rapporti sociali capitalistici.
Visto il carattere parzialmente superfluo di enormi settori del proletariato mondiale, l'intensificazione dello sfruttamento del lavoro procede di pari passo con un'esacerbata competizione per l'accesso a dei lavori precari, sottopagati e con diritti in costante declino. Allo stesso tempo, questa realtà si interseca con una stratificazione razziale del proletariato, che appare sempre più evidente all'interno delle nazioni industrialmente avanzate dell'Occidente, le quali ricevono grandi masse migratorie in fuga da condizioni estremamente avverse nei loro paesi di origine; che sono richieste dalle esigenze di alcune industrie, le quali hanno bisogno di manodopera a basso costo che manchi di diritti, per poter essere più sfruttata. La relazione di Capitale, tra capitale e classe salariata, diventa sempre più repressiva. Dato l'aumento dilagante della miseria – nel nel bel mezzo dell'abbondanza più stupefacente – occorre che le città vadano militarizzate, e la polizia dev’essere armata fino ai denti. Non per difendere la popolazione, ovviamente, ma per prepararsi all'inevitabile rivolta quotidiana, la quale ora assume connotazioni criminali; ma anche perché sia finalizzata alla cattura di quel materiale umano che verrà poi inviato nelle carceri in espansione del sistema. Del resto, una parte importante di questo enorme esercito industriale di riserva - in particolare quello facente parte dell'attuale sottoproletariato postmoderno - viene integrata nel Capitale per mezzo del suo ingresso in imprese criminali narco-capitaliste, le quali ne consentono così l'impiego produttivo finalizzato a questo particolare ramo dell'industria, ottenendo così anche la loro rapida eliminazione, date le condizioni violente di un tale lavoro. Senza contare, ovviamente, che questo tipo di impresa criminale non solo permette di poter impiegare quelle masse lavoratrici che erano precedentemente inoccupabili, ma assicura anche una rapida eliminazione fisica e psicologica di quanti incarnano la miseria; cosa che avviene attraverso lo sviluppo di farmaci che creano sempre più dipendenza e che, nella loro chimica, sono distruttivi per l'organismo umano. Il Capitale combatte la miseria che esso stesso produce con i propri mezzi, e questo implica anche la caccia all'uomo. Negli Stati Uniti, e anche nell'Europa occidentale, questa caccia è diretta soprattutto contro le popolazioni migranti, che vengono deportate in catene nei loro paesi d'origine, dove vengono immagazzinate in campi di concentramento perfettamente legali; simili alla schiavitù o alle leggi razziali del Terzo Reich, in passato. Il delirio nazionalista su cui poggia l'ondata neo-reazionaria mondiale è proprio dovuto a queste condizioni, nelle quali la crisi della relazione di Capitale getta le classi medie e il proletariato nel terrore di essere lasciati senza alcun accesso alla ricchezza sociale. Le persone diventano pertanto Oggetti di sfruttamento in quello che è un sistema che tuttavia essi stessi riproducono come Soggetti. È questa la terribile dialettica dell'attuale perpetuazione del sistema, ma è in essa che troviamo anche la possibilità di superarla.
Trump come sintomo della riconfigurazione geopolitica del capitalismo mondiale
L'ascesa di Trump, va pertanto intesa come la risposta necessaria, da parte delle classi dominanti negli Stati Uniti, alla decomposizione dell'ordine geopolitico di quel capitalismo mondiale che aveva prevalso a partire dalla fine della Guerra Fredda; una risposta che costringe a una riconfigurazione delle aree di influenza imperiale degli Stati Uniti, e che viene guidata anche dall'ascesa delle altre potenze emergenti, come la Cina e, più in generale, di tutti quei paesi che compongono i BRICS. L'idea marxiana, secondo cui i capitalisti mettano le armi in mano a quelli che saranno i loro stessi becchini, non ha ancora visto il suo culmine in una rivoluzione comunista internazionale, ma di certo essa si applica alla dialettica degli Stati-nazione occidentali, i quali vedono il modo in cui proliferano altri Stati in tutto il mondo, i quali stanno sviluppando ed espandendo i propri prodotti tecnologici al fine di poter mettere il mondo sotto il controllo della loro egemonia. I razzi, praticamente artigianali, realizzati dalla Corea del Nord, e che vengono ricavati a partire da dei chip rimediati sul mercato nero, devastano il suolo ucraino, e ciò nonostante siano molto più economici e meno sofisticati del materiale bellico occidentale; mentre, dall'altro lato, il suo programma nucleare viene finanziato in gran parte dall'hacking delle istituzioni finanziarie internazionali. La Cina di OpenAI, con la sua piattaforma DeepSeek, sta riuscendo a competere con ChatGpt, e questo nonostante utilizzi meno schede grafiche a causa delle restrizioni applicate dagli Stati Uniti nell'ambito della sua guerra commerciale contro l'inarrestabile ascesa della nazione orientale. La Russia ha dimostrato dei progressi significativi nello sviluppo di armi ipersoniche, le quali, finora, non hanno controparti nelle nazioni raggruppate nella NATO. In Ucraina, la vecchia alleanza tra gli Stati Uniti e l'Europa occidentale si sta sgretolando. Tutto questo è un risultato diretto delle contraddizioni della crisi capitalistica, dal momento che gli Stati Uniti hanno un urgente bisogno di tagliare quanto più plusvalore possibile, affinché esso non vada a finire nelle tasche dei loro ex alleati mentre, allo stesso tempo, deve rivitalizzare la propria industria nazionale minacciata dall'ascesa della Cina. Se l'Europa vuole rimanere a galla, dovrà riarmarsi e attuare delle misure draconiane assai simili a quelle degli Stati Uniti; e il che è già evidente nell'ascesa dell'estrema destra in Europa, la quale, seguendo l'esempio della campagna di Trump, cerca ora di mobilitare la popolazione europea sotto lo slogan di rendere l'Europa di nuovo grande. Il fatto che uno stesso slogan funzioni nelle diverse parti del mondo, e mobiliti masse sempre più apertamente razziste, non è solo una testimonianza dell'assurdità di quest'epoca, ma mostra anche quale sia la portata storico-mondiale delle trasformazioni della crisi del tardo capitalismo in atto, e di quale sia il carattere che la lotta di classe sta acquistando oggi.
D'altra parte, gli Stati Uniti dovranno contenere - per continuare ad esistere come potenza imperiale - l'espansione della Cina nell'Oceano Pacifico; il quale, com'è noto, è il luogo dove circola la maggior parte del commercio internazionale. Per raggiungere tale obiettivo, dovrà ristrutturare la relazione di Capitale all'interno del suo territorio e - con Trump al potere - lo sta facendo rapidamente. Questa ristrutturazione richiederà inoltre anche un espansionismo limitato alla sua più ristretta area di influenza – probabilmente annetterà in futuro nuovi territori dai suoi vicini – soprattutto in relazione alla Groenlandia e al Canada, le quali sono aree che concentrano risorse strategiche per l'industria nordamericana. In Medio Oriente, è chiaro che l'alleanza tra Stati Uniti e Israele durerà fino a quando questo modo di produzione non crollerà sotto il calore delle armi all'idrogeno; o sotto i colpi di una rivoluzione mondiale sempre più improbabile. In effetti, forse il grande vincitore del terribile anno 2024 è stato proprio lo Stato di Israele. Mentre lo Stato siriano - punta di diamante dell'Iran, nelle vicinanze di Israele e enclave chiave per la fornitura di armi e risorse a Hezbollah e Hamas - è crollato proprio a causa di un'offensiva dei jihadisti, esplicitamente sostenuti da Israele, Stati Uniti ed Europa. Coloro che ci avevano presentato i jihadisti di Al-Nusra (ex-Al-Qaeda) come se fossero il Diavolo incarnato sulla Terra, non hanno esitato a salutare il nuovo governo del loro leader al-Golani – vestito in modo identico a Zelensky, oramai caduto in disgrazia – come se si trattasse di un leader fondamentalmente democratico. Hezbollah, intanto, è stato profondamente indebolito dal bombardamento genocida israeliano del Libano, perdendo così una parte significativa del proprio arsenale di razzi e di droni. Infine, l'accordo di cessate il fuoco con Hamas, è stato presentato alla popolazione come se si trattasse di una vittoria; e questo mentre in Cisgiordania, con la complicità dell'Autorità Nazionale Palestinese, proseguono i bombardamenti e i raid contro i gruppi di resistenza. Ho più volte sottolineato, in altri scritti, come Gaza sia il mondo, dal momento che è lì che si radicalizza la logica distruttiva della crisi: l'eliminazione programmata delle popolazioni proletarie superflue, non risponde solo a obiettivi geostrategici, ma anche alla necessità di mantenere un sistema globale nel quale le vite dei diseredati vengano gestite come dei rifiuti.
Gaza è lo specchio oscuro del tardo capitalismo: un'area in cui il progresso tecnologico convive con la disumanizzazione assoluta, dove droni e algoritmi eseguono ordini di sterminio, mentre il resto del mondo osserva con indifferenza o impotenza. Gaza è un laboratorio globale della desensibilizzazione, attraverso la quale oggi le persone vengono addestrate mettendole di fronte alle schiaccianti esigenze della perpetuazione sacrificale del sistema. Un laboratorio che si sta già espandendo in tutto il mondo, e che costituisce l'esatta immagine del futuro più prossimo della civiltà capitalista. A questo proposito, credo che nessuno oggi dubiti che la popolazione di Gaza sia stata completamente spazzata via da questo mondo - o quantomeno espulsa dal territorio della Striscia di Gaza – a causa della lotta militare tra le diverse fazioni della resistenza palestinese, in particolare Hamas. Ed è per questo che Hamas non costituisce affatto la salvezza incarnata della popolazione palestinese; dal momento che invece fa parte di una rete di interessi geopolitici antagonisti agli interessi della popolazione di Gaza. La verità è che l'invasione di Gaza non è stata portata a termine fino alle sue ultime conseguenze, proprio a causa dell'alto costo militare che ciò, pur con tutti i suoi vantaggi tecnologici, comporta per lo Stato di Israele. Tuttavia, il cessate il fuoco sarà probabilmente di breve durata, poiché Trump ha già sottolineato, esprimendo così le esigenze del Capitale, che il futuro che gli Stati Uniti e Israele pianificano per Gaza è il completo spostamento della sua popolazione. Di fronte a questa situazione, veramente disperata - se ci pensiamo dalla parte di coloro le cui vite sono direttamente minacciate di cadere sotto le ruote del carro sacrificale dell'imperialismo capitalista - il nostro primo compito è quello di organizzare la lotta nel raggio della nostra influenza più immediata. A Gaza si è sgretolato il discorso democratico e sui diritti umani che aveva caratterizzato, almeno per alcune regioni del pianeta, gli interventi genocidi delle nazioni industrialmente avanzate dell'Occidente in Medio Oriente. Oggi nulla di tutto ciò ha più importanza, e non esiste alcuna denuncia, o meccanismo legale internazionale, in grado di fermare le azioni degli autori del genocidio, la prova: l'aperta impunità dello Stato di Israele e della sua leadership suprematista in relazione ai crimini commessi a Gaza. E' chiaro che, date le condizioni della crisi, Gaza è un esempio di quello che sarà il tenore del prossimo futuro del capitale mondiale, e di quello che esso dovrà fare per potersi perpetuare in un contesto storico in cui le sue tendenze oggettive implicano una ristrutturazione repressiva della relazione di capitale che acquisisca direttamente delle caratteristiche genocide. Di fronte alle nuove condizioni dell'attuale fase storica della civiltà capitalistica, tutto ciò implica la necessità di una riattualizzazione della critica radicale, ma anche la formazione di un movimento storico che sia in grado di agire strategicamente nel quadro di questo processo. La nostra missione immediata è quella di iniziare a costruire quello che Marx chiamava il partito storico. Questo compito non può essere il lavoro di individui isolati che scrivono su blog o sui social network per un pubblico selezionato, sebbene anche questo lavoro può essere necessario per la diffusione di prospettive radicali nelle condizioni avverse imposte dalla crisi capitalista. Questo compito, è una pratica necessaria che appartiene a un movimento radicalmente riattualizzato. In questo senso, è una necessità fondamentale, per tutti coloro che cercano un'alternativa radicale alla crisi catastrofica di questo sistema, trovare i mezzi per connettersi con il proletariato, oggi atomizzato, frammentato e sistematicamente manipolato da una politica di terrore costante, che spinge le masse lavoratrici, impoverite, precarie e disoccupate nelle braccia delle nuove forme di reazione. Comunque sia, è chiaro che con l'ascesa di Trump ed Elon Musk ai vertici del più grande impero capitalista, quella che è iniziata è una nuova epoca storica della crisi del capitale che porterà a un'intensificazione dello sfruttamento, del terrore tecnologico e della morte in tutto il mondo. Benvenuti nei tempi dell'Illuminismo Oscuro.
- Nec Plus Ultra - Pubblicato il 23/2/2025 su https://necplusultra.noblogs.org/ -
NOTE:
[1] Seymour, R. (2024). Nazionalismo disastroso. La caduta della civiltà liberale. New York: Verso.
[2] Il concetto di realismo capitalista è stato sviluppato da Mark Fisher. Fondamentalmente designa la prospettiva, ora massicciamente diffusa nella società, che il capitalismo è l'ultima forma possibile di sviluppo sociale o che, anche se è indesiderabile e distruttivo, non esiste un'alternativa in grado di superarlo.
[3] Jones, A. (2019), "Dalla teoria neoreazionaria all'alt-right", Teoria critica e le discipline umanistiche nell'era dell'alt-right, a cura di Christine M. Battista e Melissa R. Sande, Denver: Palgrave Macmillan, pp. 101-120.
[4] Esiste un'edizione spagnola intitolata The Dark Illustration and Other Essays on Neoreaction a cura di Materia Obscura Ediciones.
[5] Disponibile al seguente link: https://www.cato-unbound.org/2009/04/13/peter-thiel/education-libertarian/
[6] Yarvin, C. (2007), "The Case Against Democracy: Ten Red Pills", Unqualified Reservations, 24 aprile, disponibile all'indirizzo https://www.unqualified-reservations.org/2007/04/case-against-democracy-ten-red-pills/. Ultimo accesso: 22 marzo 2024.
[7] Vedi: https://www.bbc.com/mundo/articles/cd0j8p43j95o.
[8] Postone, M. (2006). Tempo, lavoro e dominio sociale: una reinterpretazione della teoria critica di Marx. Madrid: Marcial Pons.
[9] Cardoso Machado, NM (2021). "Il limite ecologico del capitalismo: la forma-valore e la distruzione accelerata della natura alla luce delle teorie di Karl Marx e Moishe Postone". In: "Oltre il capitalismo e il neoliberismo". Belgrado: Istituto per gli studi politici, pp. 111 – 122. La citazione è tratta da pagina 114.
[10] Marx, K. (2018). Capitale. Critica dell'economia politica. Libro Primo: Il processo di produzione del capitale. Buenos Aires: Siglo XXI, p. 613.
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