domenica 18 maggio 2025

Elaborare il Lutto !!

Era il mese di novembre del 1970, quando in piazza San Marco, nella loggia dell'Accademia (allora aperta al pubblico, anche nelle ore notturne, e ancora priva di grate), apparvero delle scritte inneggianti al suicidio di Mishima firmate con il simbolo della scura bipenne e la sigla di "Ordine Nuovo". Ricordo come allora sia stata la prima volta che ci siamo esercitati nella tecnica situazionista del "dètournement", traendo dalla mortifera rivendicazione un omino stilizzato che cercava di acchiappare una farfalla con un retino. Altri tempi! Erano quegli stessi tempi in cui ci si recava, all'entrata del turno di sera, al Nuovo Pignone, per dare i nostri volantini... agli operai. Eravamo tutti lì, la sera, quando cominciava a fare scuro, e arrivavamo a gruppetti col fascio di volantini sotto il braccio. Si scambiava qualche parola col... "soggetto".

Mi ricordo le facce, ma ho dimenticato il nome. La vecchia avanguardia di lotta che ora preferiva dedicare il proprio tempo libero, fuori dalla fabbrica, alle stelle. Si era comprato un bel telescopio, e voleva parlare solo di stelle. Lo capisco ora, a distanza di 55 anni. Non lo capivo allora, forse... Ricordo la compagna di PotOp - ho saputo nei giorni scorsi che Gloria Pescarolo è morta - col suo cappottino leggero, in un novembre in cui aveva ormai cominciato a far freddo, e quella sera pioveva, accidenti se pioveva, e lei era bagnata mezza, ma non arretrava di un passo. Era un esempio di quella "operaiolatria" di cui Berneri parlava allora a noi che forse ci definivamo "anarchici", ma rispetto alla quale neanche lui era in fondo troppo ... "immune". Ne abbiamo visto di cose... "davanti ai cancelli"; e ce ne ricordiamo ancora a quanto pare, ci ricordiamo di quando avevamo davanti a noi il soggetto - sebbene con un po' di sospetto già allora - e ne eravamo fieri. Ora per fortuna, nostra e loro, tutto questo non c'è più. I perdenti, la scalata al cielo, l'hanno persa. E noi tutti - chi più chi meno - ora dobbiamo ancora elaborare il lutto per la perdita di quel soggetto sconfitto:

«(...) ogni competizione tra vittime conferma la trasformazione della competitività patriarcale in concorrenza tra perdenti. Questa mutazione sta sempre più accelerando sotto il peso della crescente creazione di emarginati e capri espiatori, e attraverso la diffusione sociale di nuove forme di anomia e di violenza. Christine Kirchhoff, una psicoanalista, ha sollevato la questione del perché la sinistra filo-palestinese abbia così bisogno di una superficie di proiezione qual è la Palestina. Ha suggerito... una malinconia nata dal fallimento di tutte le lotte di sinistra del XX secolo. Il lutto, per questi fallimenti e il lutto per gli ideali e per la perdita del grande soggetto che ha guidato queste lotte, non sarebbe stato elaborato. Pertanto, ora, i palestinesi sarebbero loro questo nuovo grande soggetto sostitutivo, nato sulle rovine di altre lotte per la liberazione e per l'emancipazione. Ma quel che è straordinario, è che gli "antifa" rimangano pertanto così esclusi da tutta questa eccellente questione. Non dovrebbero pertanto analizzare la perdita e il dolore testimoniato dalla loro ossessione pro-Israele? In realtà, essi condividono il medesimo obiettivo dei loro avversari ideologici: Israele in quanto mezzo per la proiezione di un complesso vittimistico che, nel corso del tempo, subisce innumerevoli riconfigurazioni, e questo man mano che le ideologie più diverse se ne appropriano e lo modificano, entrandoci in contatto. L'Olocausto getta sul mondo moderno un'ombra insormontabile, costringendo ciascuno a prendere posizione nei suoi confronti. Gli “ebrei” - o i loro sostenitori “sionisti” o “israeliani” - sono l'oggetto perduto di questa catastrofe e del suo significante pervertito.» (Sandrine Aumercier)

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