«Il laptop su cui scrivo queste parole è stato progettato in California e contiene materie prime estratte in Africa. Funziona grazie a componenti prodotti a Taiwan e assemblati in Cina. È transitato da un centro di distribuzione in Germania e venduto in un negozio di Milano. E lo stesso si può dire di oggetti molto più banali nonché di medicinali, alimenti, fonti energetiche e altre risorse fondamentali per il quotidiano funzionamento delle nostre società. Come in nessun’altra epoca le nostre economie dipendono dalla organizzazione di trasporti su distanze enormi. Dalla coordinazione di operazioni, fisiche e informatiche, che si devono svolgere in una tempestiva sequenza di hic et nunc. Ed eppure, i mezzi e i sistemi che garantiscono tale coordinazione sono rimasti a lungo poco raccontati. Forse poiché sono black box di cui percepiamo l’esistenza solo quando si inceppano. Forse poiché, al contrario, sono talmente onnipresenti da fare parte del paesaggio. Di certo poiché rappresentano una complessità difficile da sintetizzare. Una complessità che tuttavia qualcuno deve essere in grado di gestire, per far sì che da una caotica matassa di processi emerga un filo logico. O per meglio dire logistico.»
Dall’e-commerce alla guerra, dalla grande distribuzione ai vaccini: è la logistica a pensare come si muovono le nostre vite. Dietro ogni oggetto c’è una storia: com’è nato, su quali strade ha viaggiato, per quali infrastrutture è transitato. Cesare Alemanni ci racconta l’affascinante mondo della logistica. Che cosa hanno in comune i mattoncini Lego e i container? Perché Amazon ha cominciato vendendo libri? In che modo l’evoluzione logistica è connessa all’incremento delle disuguaglianze economiche? Perché la Cina è stata definita un “impero logistico”? Qual è il ruolo dei porti nella storia del mondo? Ricostruendo le vicende di idee e personaggi incredibili, La signora delle merci ci restituisce il senso profondo del viaggio delle merci, permettendoci di capire meglio passato e presente delle nostre società.
(dal risvolto di copertina di: Cesare Alemanni - La signora delle Merci - Luiss, €16)
La logistica fa girare il mondo intero, se funziona non la vedi
- Dalle catene di montaggio alla grande distribuzione che cosa c’è dietro l’arte di “organizzare le cose” -
di Alessandro Aresu
Il nostro mondo è fatto di oggetti e connessioni che hanno una storia, nel tempo e nello spazio. Diamo per scontata la loro modalità di costruzione, gestione, manutenzione, fino a quando succede qualcosa che altera un ritmo che consideriamo naturale. Per esempio, il sabotaggio di un’infrastruttura energetica. Oppure, il blocco o rallentamento di un canale di comunicazione, come abbiamo visto quando la nave Evergiven si è incagliata nel Canale di Suez. È in quei momenti che ci accorgiamo dell’esistenza della logistica, perché vediamo uscire dall’anonimato le reti che connettono il mondo e che contribuiscono a quell’accorciamento di distanze e intensificazione dei commerci su vastissima scala che chiamiamo per comodità “globalizzazione”. Il libro del giornalista e scrittore Cesare Alemanni, “La signora delle merci”, porta in superficie questa storia poco visibile in un libro agile e di facile lettura, e così chiarisce l’importanza dell’arte di ordinare le cose che avvolge il nostro pianeta. Si tratta di una storia di scambi, di mare, di potere, di organizzazione. Come scrive Adam Smith: «Attraverso il trasporto acquatico si apre a ogni sorta di industria un mercato più esteso di quanto possa consentire il solo trasporto via terra». L’età moderna rende più sofisticata la dimensione dello scambio insita nell’uomo, attraverso lo sviluppo tecnologico e una navigazione più avanzata, con cui è possibile facilitare i rapporti tra i popoli e intensificare i commerci. L’impero britannico, con la gestione del bottino coloniale da parte della Compagnia delle Indie Orientali, mostra l’entità di questa trasformazione e il suo peso politico, che viene accentuato dalla rivoluzione industriale. Nell’era americana, il commercio mondiale si regge anche sulla silenziosa presenza della marina militare degli Stati Uniti, con l’estensione delle sue operazioni e con la connessione del sistema di basi militari. Oltre a questa struttura politica, c’è un mondo di standard, di gestione e di amministrazione, che rende possibile la consegna delle merci secondo i desideri dei consumatori. La logistica è anche scienza dell’organizzazione, nella relazione costante tra le catene di montaggio delle aziende e le operazioni di trasporto di materiali e oggetti. Il suo sviluppo passa per l’invenzione e la diffusione di oggetti fondamentali, a partire dal container, che dagli anni ’50 del Novecento rende possibile un inscatolamento e rimpicciolimento del mondo, con un aumento decisivo dell’efficienza e delle economie di scala. Il ritmo del commercio marittimo è segnato dall’operato di grandi strutture complesse, come quelle delle compagnie di trasporto. Esse competono ormai su una scala globale, nel portare a diverse latitudini gli elementi che costituiscono le catene del valore dell’economia contemporanea, per assicurare l’assemblaggio di tutti i componenti e per rendere disponibili, da ultimo, i prodotti finiti ai consumatori.
È interessante vedere come questa vicenda, essenziale per la dimensione dello sviluppo economico globale, e per l’inclusione di masse sempre più elevate di popolazione, sia divenuta oggi un elemento di chiara contesa politica, più di quanto era stato previsto. Nel suo libro sulla Grande Recessione, il grande storico Adam Tooze scriveva: «Nelle discussioni sul commercio internazionale è ormai comunemente accettato che non sono più le economie nazionali a contare. Ciò che guida il commercio globale non sono i rapporti tra le economie nazionali, ma le società multinazionali che coordinano “catene del valore” molto ampie». Nel riequilibrio tra le ragioni dell’efficienza economica e quelle della sicurezza nazionale che stiamo vivendo, il fatto che il commercio si basi su una sorta di pilota automatico è stato messo in discussione dai principali governi. Gli Stati Uniti e altri Paesi effettuano una mappatura delle catene del valore in settori strategici, come i semiconduttori, le batterie, le biotecnologie, per individuare le vulnerabilità e le dipendenze verso gli altri. Significa che le catene del valore non sono considerate un dato di fatto bensì un oggetto essenziale della competizione. Il commercio riscopre così la sua dimensione politica, che influenza anche la logistica. D’altra parte, i progetti commerciali, come le cosiddette “nuove vie della seta” cinesi su cui si sofferma Alemanni, non sono mai solo economici ma hanno un valore politico. Come ricorda “La signora delle merci”, Pechino ha una leadership mondiale nella costruzione di navi da carico e domina la produzione dei container. La sua identità di fabbrica del mondo e di impero logistico si completano a vicenda. Ma nessun primato è scontato, perché oggi la potenza commerciale cinese deve e dovrà confrontarsi con diverse condizioni politiche nell’Indo-Pacifico. Nel mentre, la sfida logistica è pronta a muoversi in altri campi, come l’Artico e lo spazio, per aumentare il raggio d’azione del grande dispositivo del commercio.
- Alessandro Aresu - Pubblicato su TuttoLibri del 3/6/2023 -
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