Moishe Postone, Edward P. Thompson e l'integrazione della lotta di classe nel quadro di dominio capitalistico, a partire dal tempo astratto
« Storicamente, la natura della lotta di classe rispetto al tempo, cambia. Vale a dire che si potrebbe arrivare a sostenere - e sotto molti aspetti uno come Edward P. Thompson lo ha fatto - che, agli inizi, molte lotte della classe operaia erano solo delle lotte contro il nuovo regime temporale, che era stato introdotto dal capitalismo. Lotte contro il regime disciplinare del tempo astratto, per così dire. Tuttavia, dopo diverse generazioni (e ovviamente, nel dirlo, sto procedendo in maniera del tutto schematica) le lotte della classe operaia sono diventate lotte che si svolgevano all'interno del quadro stesso del tempo astratto, e sono diventate lotte che riguardavano la durata della giornata lavorativa. In un certo senso, tutte queste lotte, nel presupporre già l'esistenza della giornata lavorativa - secondo unità di tempo astratto - diventano pertanto lotte quantitative, all'interno di questo quadro già determinato. E per quel che riguarda ciò che ho sostenuto a proposito della possibile abolizione del regime temporale - che io associo alla possibile abolizione del lavoro proletario - bisogna dire che la possibilità storica dell'auto-abolizione del proletariato, come obiettivo, emerge proprio nel momento in cui si mira al di là di quello che è il quadro temporale esistente. Mentre invece la lotta di classe industriale si è sviluppata e si è consumata all'interno di questo quadro temporale.»
(da "Il fatto che il capitale abbia dei limiti, non significa che crollerà: un'intervista a Moishe Postone", di Agon Hamza e Frank Ruda, su Crisis & Critique, vol. 3, 2016)
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