martedì 9 maggio 2023

Bisturi e/o Fucili da caccia…

Crash Tech Dummies [*]
- La crisi climatica e l'incombente scarsità di cibo danno nuovo impulso all'ingegneria genetica -
di Tomasz Konicz

La «fuga in avanti» del capitale rispetto alle proprie contraddizioni, è una caratteristica centrale in quelli che sono stati i 300 anni di storia del sistema mondiale capitalista, sia dal punto di vista economico che ecologico. Ogni qual volta che il processo di valorizzazione ha incontrato dei limiti economici, sociali o ecologici, il capitale ha risposto intensificando i suoi sforzi espansionistici. La conquista imperialista e la sanguinosa incorporazione di tutte le regioni periferiche del mondo nel mercato mondiale, l'espansione interna del capitale in tutte le sfere della società e l'apertura scientifico-tecnologica di sempre nuovi mercati, sono state tutte conseguenze di quello «spingersi fino all'estremo» del capitale, per il quale Karl Marx  seppe ideare il geniale concetto di «contraddizione in processo».
L'essenza della relazione di capitale, in quanto contraddizione in processo, si trova a essere espressa in maniera quasi paradigmatica nella crisi climatica, che è oggi nel suo pieno sviluppo, e che, secondo gli studi attuali, porterà prima del previsto a un significativo deterioramento dell'approvvigionamento alimentare. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Nature Food, a livello mondiale, già nei prossimi vent'anni, i raccolti relativi alle colture alimentari di base, quali mais, riso e soia, dovrebbero diminuire in maniera significativa. La crisi alimentare incombente non riguarderà solo la periferia. In alcuni Paesi centrali - come nel Regno Unito devastato dalla Brexit  - si vedono le organizzazioni degli agricoltori lanciare già l'allarme per quanto riguarda l'inizio della de-globalizzazione, e l'inarrestabile tendenza al protezionismo: se il governo non interviene, il Regno Unito entrerà in una «crisi di approvvigionamento alimentare», ha avvertito - alla fine del 2022 - la National Farmers Union (NFU). Secondo la BBC, la carenza si renderà evidente per diversi ortaggi, come pomodori e cetrioli, ma anche nelle uova, che a volte sono già state razionate nei supermercati. Secondo tale rapporto, il rapido aumento dei prezzi e le conseguenze dovute alla Brexit - che ha reso assai più difficili le importazioni di prodotti alimentari - saranno le le due cause principali della situazione di carenza di approvvigionamento. La situazione appare drammatica anche in Giappone: il tasso di autosufficienza alimentare di quella nazione industriale orientata all'esportazione, è sceso dal 73% del 1965 ad appena il 38% dello scorso anno. E questo tasso di autosufficienza - il più basso di tutti i Paesi industrializzati - obbliga Tokyo a «introdurre immediatamente ampie riforme globali», a partire dal fatto che il Giappone, «nella crescente crisi alimentare, appare particolarmente vulnerabile», come avvertiva il "Financial Times" già lo scorso autunno.
Che cosa fare di fronte alla sempre più evidente crisi di approvvigionamento? La cosa più sensata, sarebbe quella di ridurre al più presto le emissioni di gas serra. Considerato che il settore agricolo capitalistico, altamente industrializzato, è in gran parte responsabile di gran parte delle emissioni (le stime variano tra il 23 e il 36%) e si renderebbe necessaria soprattutto una rapida trasformazione dell'industria agricola in direzione di un'attività economica ecologicamente sostenibile e a basse emissioni. Ma ciò che in questo momento viene realmente propagandato dalla politica e dall'opinione pubblica in generale per affrontare la crescente crisi climatica, è invece l'utilizzo di nuovi metodi di ingegneria genetica. Per il settore agricolo e biotecnologico, l'imminente carenza di cibo diventa semplicemente un'opportunità per spingere i nuovi prodotti dell'ingegneria genetica ad affermarsi sul mercato. Piante resistenti al calore o alla siccità, in grado di crescere in terreni impoveriti e salinizzati e resistenti ai parassiti: sono queste le promesse pubblicitarie distopiche dell'ingegneria genetica.

Le forbici genetiche e il clima
A essere salutate come un'arma miracolosa contro le conseguenze del cambiamento climatico, stavolta volta sono le cosiddette forbici genetiche. La cosiddetta tecnica CRISPR/Cas9 (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats), per modificare il materiale genetico utilizza le «più efficienti e migliori forbici molecolari» a disposizione della scienza, come ha spiegato il biologo molecolare Holger Puchta nel corso di un'intervista rilasciata a "Deutschlandfunk" nel 2019, la quale tecnica, in un certo senso, ha dato il via alla campagna pubblicitaria per le nuove forme di manipolazione genetica. Queste forbici genetiche molecolari permettono di attuare, nei geni delle piante, delle mutazioni molto precise. Qui, non vengono introdotti geni estranei, come invece avviene nel caso delle piante transgeniche, in quelle varietà di mais nelle quali sono stati inseriti geni di batteri, in modo da renderle resistenti ai parassiti. Puchta paragona il metodo CRISPR a un'operazione che viene compiuta con un «bisturi», mentre invece i metodi più vecchi - come la radio-irradiazione delle piante per innescare le mutazioni - assomigliano più all'uso di «un fucile da caccia». Inoltre, le forbici genetiche sono diventate sempre più economiche da usare, al punto che che «molte piccole e medie imprese potrebbero sviluppare nuove tecnologie intelligenti»; se solo le norme relativamente restrittive dell'UE sull'ingegneria genetica lo consentissero.
Attualmente, alle piante prodotte con il processo CRISPR/Cas9 si applicano le stesse normative che vengono usate per i prodotti genetici transgenici; e dai sostenitori delle forbici genetiche, la cosa viene vista come una grande ingiustizia. Dal momento che non è possibile determinare se per queste piante «sia stata utilizzata o meno l'ingegneria genetica», afferma Puchta, ecco che allora le attuali disposizioni di legge costituirebbero «un'assurdità giuridica». Le piante che vengono concepite a partire dall'ingegneria genetica, dovrebbero essere ben inquadrate nel contesto di una «legge sulle varietà vegetali», in modo che così anche le «piccole e medie imprese» potrebbero sostenere i costi dell'approvazione. Fantastico! Ma che cosa mai potrebbe andare storto se tutte le piccole e medie imprese possono usare le forbici genetiche a loro piacimento, senza che i prodotti finali siano riconoscibili come organismi geneticamente modificati?!?? E inoltre ci sono le solite lamentele sul fatto che se le restrizioni non vengono allentate, così facendo l'Europa potrebbe rimanere indietro, rispetto agli Stati Uniti o alla Cina, in questo nuovo mercato che vale miliardi.
Negli ultimi quattro anni, le lobby aziendali, che assai spesso operano sotto la maschera della scienza oggettiva, hanno ottenuto notevoli risultati. Ma nel novembre del 2022, il "Financial Times" ha segnalato che, sulla spinta dell'impressione dovuta a eventi meteorologici estremi - disastri naturali e crolli dei raccolti - tra le élite funzionali dell'UE, «l'umore si sarebbe orientato» a favore della "nuova" ingegneria genetica. Già nel settembre 2022, i ministri europei dell'Agricoltura hanno chiesto a Bruxelles di intraprendere una "rivalutazione" del regolamento sugli OGM. E nell'ottobre 2022, la Commissione europea ha annunciato che nel secondo trimestre del 2023 avrebbe ammorbidito le regolamentazioni relative ad «alcune tecnologie di editing del genoma». Secondo la commissaria di Bruxelles, Stella Kyriakides, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità richiedono che «le biotecnologie costituiscano un potenziale» in quanto «parte di un cambiamento più ampio» finalizzato ad aiutare il settore agricolo a «rendere il nostro cibo più sostenibile». L'FDP [Partito Liberale Democratico tedesco] vede già un'opportunità nella nuova industria, ha riferito il "Tagesspiegel" a metà gennaio 2023. Lo scorso gennaio anche la CDU [Unione Cristiano-Democratica di Germania] si è dichiarata favorevole alle «cesoie genetiche», affermando che esse sono necessarie come parte di un «riaggiustamento della politica agricola europea e nazionale» poiché «gli scaffali pieni dei supermercati non sono una cosa naturale».

Arrivano le api robot
Anche se stavolta le promesse del settore genetico si realizzeranno quanto meno parzialmente, questa "fuga" capitalista verso nuovi mercati rappresenta meramente una lotta solo contro quelli che sono i sintomi della crisi climatica, distraendoci dal fatto che, per la sopravvivenza, è necessaria una trasformazione fondamentale del settore agricolo tardo-capitalista. Inoltre, l'idea di utilizzare l'ingegneria genetica per aumentare i raccolti, fallisce a causa della volatilità del clima che caratterizza la crisi climatica. Ad esempio, le piante che sono state ingegnerizzate, utilizzando le cesoie genetiche, per essere in tal modo particolarmente resistenti alla siccità, se improvvisamente dovesse piovere a dirotto per un lungo periodo, difficilmente potrebbero farcela.
Ma nell'Unione Europea, come si realizzano di solito gli «ampi cambiamenti», volti a «riadattare le politiche agricole europee e nazionali» per «rendere più sostenibile la nostra alimentazione»? Come? Lo si è visto di recente in quella che è stata grande discussione europea sulla politica agricola, per il periodo di bilancio 2021-27 (Politica Agricola Comune - PAC), allorché le lobby aziendali, che ora inneggiano alla nuova ingegneria genetica, hanno avuto un grande successo nell'ostacolare le riforme ecologicamente sostenibili. Così, l'industria agricola è riuscita a ridurre dal 30 al 20% la quota di sussidi legati al co-pagamento delle misure di protezione ambientale; anche se le perdite reali di sussidi potrebbero verificarsi solo a partire dal 2025, a causa dei periodi di transizione negoziati. Ebbene sì, gli stessi Stati dell'UE possono definire in larga misura i criteri dei loro programmi ambientali, cosa che favorisce abusi su larga scala. All'epoca, a Bruxelles, Greenpeace si è lamentata di un «greenwashing della peggior specie», e persino la "Frankfurter Allgemeine Zeitung" ha dichiarato che, nelle sue caratteristiche fondamentali, il vecchio sistema agricolo sarebbe stato mantenuto (vedi konkret 2020/12).
La dipendenza dalle strutture dell'agricoltura industriale, e la mancanza di una trasformazione ecologica del settore agricolo aggravano anche la perdita di biodiversità e la drastica mortalità di insetti, come lamentata da Kyriakides. La morte delle api, in particolare, minaccia di portare a dei crolli catastrofici in molte colture. Ma anche in questo caso il Capitale sa che cosa deve fare: la ricerca sulle api robot - le quali dovrebbero occuparsi dell'impollinazione grazie all'Intelligenza Artificiale - è a buon punto; ha riferito Deutschlandfunk alla fine del 2021. Gli scienziati hanno sottolineato quanto siano state promettenti le prime prove. I robot volanti e le «creature ibride» offrono un «approccio promettente per affrontare la crisi dell'impollinazione», ha dichiarato Eijiro Miyako dell'Industrial Technology Research Institute giapponese, alla rivista "Forbes". Si tratta di «una tecnologia a basso costo» - hanno detto sempre a Deutschlandfunk - che si può «produrre in massa», e questo anche se «la metà di loro [delle api robot] non torna dopo i voli esplorativi». Un principio commerciale perfetto - per così dire - che crea in maniera permanente la sua stessa domanda.

- Tomasz Konicz - Pubblicato il 27/3/2023 su konicz.info, era stato pubblicato su konkret 03/23

[*] - In inglese nell'originale. "Crash Tech Dummies" evoca i "Crash Test Dummies" dell'industria automobilistica (letteralmente: manichini da crash test), essendo quindi "Crash Tech Dummies" manichini per la tecnologia di incidente [crash]... (N.d.T.)

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