lunedì 20 luglio 2020

predestinati alla morte, e non

Nel suo libro del 2017, "Autoritratto nello studio", Agamben commenta dicendo che la mentalità, lo stile e gli interessi di Walter Benjamin non possono essere compresi in maniera adeguata se non si tiene conto di quella che era la sua vicinanza al circolo dei discepoli del poeta Stefan George. Prima, vicinanza, e poi, in seguito, allontanamento, dal momento che ben presto Benjamin si rese conto  - scrive Agamben - che il "circolo di George" era formato da una generazione "predestinata alla morte". Apprezzavano e davano valore ad una "Germania segreta", ma, pur sempre, una "Germania" (vale a dire, un'idea nazionale sovrapposta alla vita). Tra le due Germanie (quella segreta e quella ufficiale) esisteva una solidarietà sotterranea - scrive sempre Agamben – e quello che era un segno di una tale solidarietà consisteva nel fatto che l'attentato a Hitler del 20 luglio 1944, opera di un ufficiale della cerchia di George, fosse già nato destinato a fallire.

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