mercoledì 8 luglio 2020

Anni


Ciao Annamaria,

     e così, alla fine - a contarlo tutto questo tempo - sono passati 45 anni; e poco più di 44 dalla prima volta che ci siamo visti. Ma cosa faccio ora? Mi metto a contare il tempo?!?  E a conti fatti, voglio dire, a contarli, mettendoli in fila per bene, i ricordi, non è che poi io sia così tanto bravo. Non mi è mai riuscito bene di ordinarli, sti' cazzi di ricordi, e far tornare i conti. Sono sempre stato una frana, per quel che riguarda gli anniversari, e non solo per quelli!
     Ad ogni modo, è stato tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate quando quella sera, alla cena cui Luca mi aveva invitato, arrivasti all'appuntamento in Piazza Santa Croce insieme a tuo fratello e ad Alessandro (Claudio Carbone), che come al solito si era portato dietro una ragazza che aveva rimorchiato dentro un cinema; quel pazzo! Quante risate ci siamo fatti insieme, io e te, quando poi ti ho raccontato che quella sera mi ero fatto convinto che anche tu fossi una delle "conquiste di Alessandro".
Ci abbiamo riso, anche se lo abbiamo fatto per poco; per troppo poco. Ché dall'inizio dell'estate alla fine di ottobre non è che poi ci sia stato tutto questo tempo! Un'inezia di tempo, e abbiamo un bel ripeterci che allora il tempo scorreva in maniera diversa, abbiamo un bell'accampare che i nostri giorni di allora valevano quelli che per gli altri erano anni.
E mentre faccio queste stupide considerazioni, continuo a vederti arrivare, vestita del tuo loden grigio, in un giorno d'inverno piovoso e un po' freddo, come quello in cui venivi a salutarmi quando non pensavo che quella sarebbe stata l'ultima volta. Mi confondo con le settimane passate insieme, in un casolare sulle colline di Scandicci, ad aspettare che «le acque si calmassero», in quelle lunghe giornate senza sorrisi e senza lacrime. 
Così come, a loro volta, quelle giornate si confondono con altre in cui mi portavi a pranzo con la scusa che c'erano dei soldi da cambiare!
C'è stato tempo, però, per sorridere  e prenderci in giro, durante il nostro ultimo viaggio in treno, e scherzarci sopra quelle foto tessera - fatte tutte dallo stesso fotografo dove le aveva fatte Luca - che mai avrei pensato che avrebbero poi inondato quelle reti sociali che allora non esistevano ancora. E a quei tempi ne avevi di tempo in treno, per dirne di cose, quando non c'era né alta velocità né Eurostar, ed un viaggio da Firenze a Roma, non dico che valesse anni, ma poco ci mancava! E le battute erano “maligne” e dolci, come la tua dedica, «leggi e impara», scritta sul libro che mi regalasti per quel mio compleanno. Il libro era "Le tecniche della non violenza" di Aldo Capitini! Del resto, anche se sapevo bene che quelle parrucche che ti avevo accompagnato a comprare non erano certo per te, non avevo potuto fare a meno di prenderti in giro dicendoti quanto stavi bene con quei boccoli biondi! Ecco, come vedi, tutto si confonde, il prima ed il dopo. Le vite e le morti. Ragion per cui, alla fin fine forse era vero che valevano anni, quei giorni.
Niente, volevo solo dirti che ci sei ancora.

Ciao.

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