martedì 31 dicembre 2019

La vita …

« Ci sarebbe anche lui nel quadro, alla maniera di quei pittori del Rinascimento che si riservavano sempre un minuscolo posto fra la folla dei vassalli, dei soldati, dei vescovi o dei mercanti; non un posto centrale, né un punto privilegiato e significativo in una data intersecazione, lungo un asse particolare, secondo questa o quella prospettiva illuminante, nel prolungamento di un certo sguardo carico di significato a partire dal quale potrebbe costruirsi tutta una reinterpretazione del quadro, ma solo un posto apparentemente innocuo, come se fosse stato fatto così, per accidente, un po’ per caso, perché l’idea è saltata fuori da sola, come se non si desiderasse troppo far notare la cosa, come se dovesse essere una firma per iniziati e basta, qualcosa come un marchio di fabbrica solo permesso all’autore dal committente dell’opera, qualcosa che non doveva essere noto che a pochi e subito dimenticato: morto il pittore, poi, sarebbe diventato un aneddoto trasmissibile di generazione in generazione, di studio in studio, una leggenda cui nessuno avrebbe più creduto, fino al giorno in cui se ne fosse riscoperta la prova, grazie a fortunati controlli di concordanza o confrontando il quadro con degli schizzi preparatori ritrovati nelle soffitte di un museo, oppure in modo del tutto fortuito, come quando, leggendo un libro, si trovano frasi già lette altrove: e forse allora ci si renderà conto di quanto c’era sempre stato di un po’ particolare in quel piccolo personaggio, non solo una maggiore accuratezza nelle rifiniture del volto ma anche una maggiore neutralità, o un certo modo di chinare impercettibilmente il capo, qualcosa di simile alla comprensione, a una specie di dolcezza, a una gioia forse sfumata di nostalgia. »

Georges Perec - La vita istruzioni per l'uso - Capitolo 51 - Camere di servizio, 9 - Valéne -

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