Nella teoria economica borghese, il problema che tormenta la Grecia, la Spagna e gli altri paesi europei minori consiste nel fatto che essi non controllano la loro moneta. La mancanza di una valuta indipendente limita il ruolo dello Stato nel promuovere l'insorgere della crescita economica, vale a dire, dell'accumulazione di capitale. Per capire perché non avere la propria valuta potrebbe essere un problema, si prenda in esame un mutuo: l'acquirente domestico di una casa, prende in prestito da una banca i soldi per effettuare l'acquisto e per i successivi trent'anni paga il mutuo ipotecario. Anziché risparmiare per trent'anni, e poi effettuare l'acquisto, l'acquirente domestico utilizza il contante che gli viene fornito dalla banca e si accolla così un debito. Questo debito dev'essere pagato per mezzo delle entrate future del nuovo proprietario di casa. In un certo qual modo, il reddito dell'acquirente domestico è stato "anticipato", in modo da poter portare a termine oggi un acquisto.
Così come avviene per il nuovo proprietario di casa, anche uno Stato come la Grecia (che non controlla la sua propria valuta) dev'essere messo nelle condizioni di gestire quello che viene definito come un "avanzo primario a lungo termine", in modo da poter ripagare l'incentivo che è stato applicato all'economia. Nel breve periodo, la Grecia potrà così gestire un deficit che andrà a servire a promuovere la comparsa di una crescita economica, ma che poi dovrà ripagare nel periodo susseguente. Ciò pone un severo limite a quello che è il ruolo dello Stato nella gestione del capitale nazionale. E per applicare un deficit di spesa che possa stimolare la cosiddetta economia, alla fine il governo dovrà imporre l'austerità che gli permetta di ripagare il suo debito - ed è questa la situazione in cui si trova adesso la Grecia.
D'accordo, considerato al suo livello più semplicistico, tutto ciò potrebbe spiegare il motivo per cui la Grecia paghi con l'austerità decenni di crescita economica fasulla, ma come si applica tutto questo agli Stati Uniti?
Gli Stati Uniti, non solo hanno la loro propria valuta, ma succede anche che tale valuta sia anche la moneta di riserva mondiale. Ciò significa che, per risolvere i loro problemi di deficit commerciale, quasi tutti i paesi devono utilizzare il dollaro. Tutti i loro acquisti (al di fuori dell'area dell'Euro) vengono espressi in dollari, e devono essere ripagati in dollari. E proprio come avviene per il proprietario della casa di prima, se questi paesi non hanno i dollari che servono loro per poter acquistare, devono accollarsi dei debiti che dovranno poi essere ripagati.
Per gli Stati Uniti, non vale niente di tutto questo - almeno in teoria, loro possono stampare tutti i dollari che vogliono, per saldare qualsiasi debito, per pagare un venditore, o per occupare un lavoratore salariato. Ma nonostante questa differenza piuttosto notevole, l'economia politica statunitense ha avuto la tendenza a trattare la spesa federale come se gli Stati Uniti fossero la Grecia - come se fosse priva della propria valuta, e quindi costretta a pagare la spesa di tasca propria, come se fosse un comune proletario che vive, un mese dopo l'altro, della propria busta paga. E i cosiddetti "responsabili politici" fanno l'ipotesi del tutto fittizia che in qualche caveau del Dipartimento del Tesoro ci sia una riserva limitata di dollari. Qualsiasi spesa che ecceda quest'immaginario "contante a disposizione", bisogna che venga prestata dalla Federal Reserve Bank, ad un costo più o meno considerevole. Il problema è che sia il Dipartimento del Tesoro che la Federal Reserve Bank sono di proprietà del governo federale. La messinscena secondo la quale ci sarebbe una riserva limitata di dollari, e che Washington debba prendere i soldi in prestito dalla banca per pagare le fatture ai suoi fornitori, o per gli stipendi dei suoi impiegati, come se si trattasse di una qualche bottegaio poco solvibile, è una balla sorprendentemente stupida.
La storiella secondo la quale la spesa federale sarebbe in qualche maniera limitata dalla mancanza di denaro, viene chiamata "predominanza monetaria", e viene definita nel seguente modo da un sito web: «La completa predominanza monetaria (che equivale al predominio fiscale pari a zero), è caratterizzata dalla completa indipendenza dell'autorità monetaria. In una simile situazione, qualsiasi incremento del debito (generato dalla vendita sul libero mercato di titoli di Stato da parte della Banca centrale) dev'essere seguito dall'aumento dell'eccedenza primaria corrente o futura (cioè, l'eccedenza delle attuali entrate governative provenienti da tutte le tasse rispetto alle attuali spese della pubblica amministrazione) da parte dell'autorità fiscale, in modo che possa essere in grado di sostenere il pagamento sia del capitale che degli interessi sul nuovo debito emesso.»
Per mettere in scena questa commedia, secondo la quale il governo federale - per quella che è la sua spesa che eccede le sue entrate fiscali - dipenderebbe dalla Federal Reserve, Washington fa finta che la FED sia un'autorità indipendente, una vera e propria banca, alla quale dev'essere ripagato ciò che spende e che eccede le sue entrate fiscali. Come sa ogni economista, si tratta di pura fiction, ma il senso della fiction è quello di poter permettere a Washington di dichiarare ai propri cittadini di non avere il soldi per finanziare il welfare, o per il singolo pagamento.
Naturalmente, quando si tratta di pagare i suoi militari, Washington si scorda convenientemente di avere tutti questi suoi limiti. L'esercito è necessario, mentre la salute dei cittadini, o il loro pensionamento dopo decenni di lavoro, è solo una frivola componente aggiuntiva. Questo punto di vista, è ovviamente determinato dai fantastici profitti che possono essere realizzati grazie all'uccisione delle persone, piuttosto che lasciare che possano andare in pensione. Ora, tutto questo è stato messo in discussione da Trump, il quale, ieri, con grande dispiacere dei suoi detrattori, ha annunciato che ora l'economia degli Stati Uniti sta crescendo al ritmo del 4%, raggiunto nel secondo trimestre. E questo si aggiunge ad un incremento altrettanto forte nel numero degli occupati, che sembra mostrare che gli Stati Uniti stanno godendo di una delle migliori prestazioni, almeno dagli anni '70. Dagli anni '70, gli economisti borghesi ed i responsabili politici hanno insistito sul fatto che gli Stati Uniti avrebbero dovuto abituarsi ad una tiepida crescita economica. Larry Summers, il consulente economico di Obama, è arrivato a mettere in guardia a proposito di una nuova era di stagnazione. Trump ha dimostrato che questi buffoni si sono sbagliati. Ha ignorato il deficit ed ha spinto la politica fiscale fino ai suoi limiti estremi, dimostrando così che il Predominio Monetario non è nient'altro che una finzione.
Ciò che è stato ottenuto da Trump, ha delle implicazioni per il modo di produzione e queste implicazioni devono essere comprese dai comunisti!
fonte: The Real Movement
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