Testimonianza conclusiva di una vita interamente dedicata alla ricerca scientifica e alla scrittura letteraria, il "Diario 1970-1985" di Mircea Eliade si presenta quale documento poliedrico di una feconda e appassionata apertura all'universo umano e alla sua storia. Note e riflessioni critiche, riletture ad appunti di viaggio ma soprattutto incontri e conversazioni e, al centro, una «geografia spirituale»: Parigi (la città dell'esilio); Bucarest e la terra romena (sempre dolorosamente presenti nella consapevolezza dell'impossibilità del ritorno); Chicago (il luogo dell'affermazione professionale) e l'Italia (direttamente scoperta nella prima giovinezza e sempre rivisitata, frequentata o sognata). «La vita come iniziazione labirintica», cifra dell'esistenza e personale religiosità, è il tema costante del Diario.
I Diari di Mircea Eliade hanno inizio nel 1945 e si protraggono fin quasi alla sua scomparsa, avvenuta il 22 aprile 1986, all’età di 79 anni. Lo storico delle religioni e scrittore mostra di prediligere la forma diaristica, considerandola, fra i diversi generi letterari, il più compiuto e il più istruttivo sul piano etico, psicologico e storico, quello che “risparmia congelando frammenti di tempo concreti”. Nei Diari, tradotti per il pubblico italiano da Cristina Fantechi, scorre la vita quotidiana di Eliade, vissuta e raccontata come un romanzo in grado di risultare persino più coinvolgente di una vera e propria opera di fiction. C’è il lavoro, naturalmente, che testimonia la straordinaria erudizione acquisita da Eliade grazie agli studi, alle letture, alle riflessioni da esse stimolate, ma anche grazie alle esperienze vissute, ai viaggi, ai numerosi incontri con personalità eminenti del suo tempo, capaci di arricchirne il già enorme bagaglio culturale. I colloqui con Saul Bellow, Emil Cioran, Henry Corbin, Georges Dumézil, Eugène Ionesco, Giuseppe Tucci si intrecciano con i resoconti di viaggio, dalla natia Romania all’India, dal Belgio a Parigi e agli Stati Uniti, dove insegnerà negli ultimi anni della vita, passando per l’Italia, Paese che amò e in cui soggiornò a lungo.
(dal risvolto di copertina di: Diario 1970-1985, di Mircea Eliade. Jaca Book.)
Pappagalli più sapienti di Freud
- di Mircea Eliade -
25 Agosto 1970
Non sono mai riuscito a portare a termine un libro di Swedenborg, e adesso credo di capirne la ragione: non mi attraeva il «naturalismo» con cui il grande mistico e teosofo svedese descriveva gli esseri e i mondi soprannaturali. Ma era proprio questo ad affascinare Strindberg, il quale pretendeva d'essere uno «Zola dell'occultismo» e disprezzava o non si curava di quanto non era concreto o «incarnato». In "Inferno" afferma a più riprese che «gli spiriti sono divenuti altrettanto positivisti che i tempi in cui viviamo», che essi non comunicano più attraverso visioni ed estasi, ma intervengono direttamente nella nostra vita concreta. Egli pretendeva di aver visto mostri, dragoni e addirittura il Diavolo in persona, ma che non era mai stato spaventato perché tutto questo era per lui «naturale». La paura, il terrore, la follia che lo aveva più volte minacciato erano provocati dalla colossale "forza fisica e politica" (vale a dire sociale, poliziesca, ecc.) con cui si sentiva perseguitato dalle «Potenze».
16 Luglio 1971
Non dimenticherò mai il volto indignato di Jung, acceso da un'improvvisa collera, quando parlando di Freud mi disse: «E dire che neanche sapeva il greco!».
Senza Data 1971
Scopro dal Diario di Virginia Woolf che la scrittrice non si sentiva per nulla affascinata dalla lettura di "Ulysses (Diari of a Writer, p.46)". Particolare non di poco peso in una Storia del romanzo contemporaneo.
New York, 24 Dicembre 1972
Bisognerà che mi ragguagli sulla vita e le attività di Olimpiodoro di Tebe (Egitto). So solamente che è vissuto ne V secolo ed è stato il principale rappresentante della diplomazia bizantina; il suo incarico lo portò un po' dappertutto, a Roma, in Nubia e del Dnieper. Ma è un aneddoto ad affascinarmi: dovunque lo condussero le sue missioni diplomatiche, Olimpiodoro portava sempre con sé un pappagallo che parlava greco classico, il più puro (Attic Greek).
14 Gennaio 1973
Per una storia comparata della «prova iniziatica» di Guglielmo Tell. Presso i Luba, tribù del Congo meridionale, veniva praticato questo rituale nuziale: il futuro sposo doveva tirare con l'arco da una certa distanza cercando di centrare l'uovo appoggiato sul capo della sua promessa. Evidentemente, tale prova anticipava ritualmente (e assicurava) la deflorazione, essendo l'uovo il simbolo dell'organo sessuale femminile.
25 Gennaio 1973
Ogni volta che leggo o rileggo i testi e gli studi sulla vita di Maometto e gli esordi dell'Islam, scopro dettagli significativi; o, talora, semplicemente divertenti. Oggi mi è capitato fra le mani questo frammento di Ibn Sa'd di cui non avevo più memoria: nell'esaltare la bellezza dei dieci figli di Abd al Muttalib, la cui bellezza, statura e nobiltà di tratti non trova eguali tra gli arabi, lo storico precisa che «nessuno aveva più nobile profilo. Avevano tutti un naso così grande che beveva ancor prima delle labbra...».
Febbraio 1973
Il primo "segno" della seduzione esercitata dai culti orientali sulle popolazioni italiche: il santuario eretto da un re etrusco alla dea Astarte.
29 Aprile 1974
Certi giorni meritano di essere cerchiati da un segno rosso per le «scoperte» che si fanno (senza volere o ricercare). Ad esempio, oggi trovo in "Wittgenstein's Vienna" (p.215) questo passaggio: «A Wittgenstein non andava di discutere certi punti di tecnica filosofica con i membri del Circolo di Vienna; insisteva piuttosto per leggere loro delle poesie, in particolare quelle di Rabindranath Tagore».
14 Marzo 1975
Aneddoto da riferire a Cioran. A Massalia, l'antica città greca sulle cui rovine è stata edificata Marsiglia, chi voleva suicidarsi doveva chiedere l'autorizzazione al Senato, esponendo le ragioni che lo costringevano a ricorrere a un tale gesto. Se queste erano ritenute valide, gli veniva data gratuitamente la quantità di cicuta necessaria.
Settembre 1975
Nella sua polemica contro Celso, Origene concorda raramente con le asserzioni del suo contraddittore. Riconosce tuttavia anche lui (Contra Celsum, VI, 75) che Gesù era brutto (dyseidés). Ma dove lo aveva appreso? Certo, Origene difende a spada tratta la storicità di Gesù e la veridicità della Passione (Gesù era stato crocifisso alla presenza della folla, e il terremoto preannunciato dall'oscurarsi del sole era stato confermato da Flegonte di Tralles). Ma a quale «tradizione» poteva riferirsi la pretesa bruttezza di Gesù?
21 Marzo 1978
È verso mezzanotte che dal bosco cominciano a giungermi misteriosi rumori. Può darsi che sia solo una fronda secca che cade sfregando i rami appena germogliati o il ruvido frascame della quercia appena sollecitato bruscamente dal vento, oppure qualche animale selvatico che passa nel folto...
Sto ad ascoltare affascinato, come facevo di notte, da adolescente, nei boschi dei Carpazi, e come, quasi cinquant'anni fa, rimanevo in ascolto della giungla che inizia appena dietro il mio kutiar di Rishikesh, sulla riva del Gange.
Chicago, Ottobre 1979
Sanda Loga, che quest'estate è andata in Romania per vedere i suoi genitori, ha udito nel monastero di Agapia un gruppo di Rom del Maramurex cantare in processione: «Te ne prego Maria/ Di aiutarci di continuo/A credere sempre/ Che c'è Dio...»
9 Settembre 1985
Per fortuna, non leggo i giornali che di tanto in tanto. Ma vi trovo press'a poco sempre le stesse notizie: atti di terrorismo giovanile, stupri nei treni, nelle stazioni del metro, per strada; rapine nelle banche o nei supermercati, ecc. Beati coloro che credono alla «fine del mondo». Se non altro, hanno smesso di soffrire per la quasi totale indifferenza dei contemporanei.
- Mircea Eliade - (pubblicato sul Sole del 25/2/2018)
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