giovedì 8 novembre 2018

L’aria che tira

Pinkard Napoleon

Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) si è guadagnato la fama di essere uno dei pensatori più astrusi e impenetrabili del pensiero filosofico moderno. La straordinaria e documentata biografia di Terry Pinkard corregge questa immeritata fama, offrendo non soltanto una narrazione completa e aggiornata della vita di Hegel, ma anche una lucida panoramica del suo universo concettuale e delle sue opere in uno stile accessibile anche ai non specialisti. Terry Pinkard colloca Hegel nel contesto della sua epoca. La storia della sua vita è quella di un pensatore ambizioso e geniale, che vive in un periodo di sconvolgimenti epocali, dominato dalla figura di Napoleone. Un rilievo centrale nella narrazione è riservato alle amicizie e agli incontri di Hegel con alcune grandi personalità intellettuali del suo tempo: Hölderlin, Goethe, Humboldt, Fichte, Schelling, Novalis, i fratelli Schlegel, Mendelssohn e altri ancora. L'esposizione della sua filosofia evita di restare intrappolata nel gergo notoriamente tecnico dello stesso Hegel, per poter far apprezzare pienamente la vasta portata e la potenza del suo pensiero. Ne emerge una figura complessa e affascinante della modernità europea, la cui analisi del nuovo mondo, sorto dai rivolgimenti politici, industriali, sociali e scientifici della sua epoca, si impone ancora alla riflessione filosofica contemporanea come punto di confronto obbligato e imprescindibile.

(dal risvolto di copertina di: Terry Pinkard, "Hegel. Il filosofo della ragione dialettica della storia". Hoepli.)

Pinkard Hegel

Hegel lo capisci meglio quando sei in galera
- di Giancristiano Desiderio -

   Poi venne Hegel e nulla fu più come prima. Perché? Perché il grande pensatore dello «spirito del mondo» è la filosofia stessa, della quale diede la formula universale: «Tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale». Formula quasi sacra e da maneggiare con cura perché da qui si dipartono due strade: l'autoritaria e la liberale.
In fondo. lo sapeva lo stesso Hegel che quando, il 13 gennaio 1806, vide Napoleone entrare con il suo esercito a Jena, disse di aver visto lo spirito del mondo a cavallo, ossia la storia moderna nel suo sviluppo. Da quel momento in poi un po' tutti si faranno interpreti del Weltgeist o, più prosaicamente, dell'aria che tira, ma con un problema: non tutti sono Hegel.
    C'è un ottimo motivo per leggere la completa e chiara biografia "Hegel", pubblicata da Hoepli nella traduzione di Stefano Di Bella (846 pagine, € 44,90), che Terry Pinkard ha dedicato all'autore della "Fenomenologia dello Spirito": più della metà della filosofia contemporanea è ispirata dal pensiero hegeliano. Ma per noi c'è un motivo in più: la filosofia italiana e, in particolare, quella di Benedetto Croce è, come disse Antonio Gramsci, il «momento mondiale della filosofia tedesca». Non a caso in Italia le due vie del pensiero hegeliano saranno incarnate da due autori: Giovanni Gentile che porterà la filosofia al potere, Croce che la condurrà all'opposizione fino a farne un contropotere.
    La vita e il pensiero di Hegel proposti da Pinkard si possono leggere con il «canone crociano» che distingueva «ciò che è vivo da ciò che è morto» non solo in Hegel, ma in ogni filosofia. Quella formula, fortunata, era di Francesco De Sanctis, che tradusse e smontò Hegel quando era prigioniero a Castel dell'Ovo in quanto oppositore del dispotismo borbonico.
Perché la filosofia italiana, che anticipa e scioglie i nodi di quella tedesca, è nata nelle prigioni e negli affari del mondo, più che nelle accademie e nelle scuole.

- Giancristiano Desiderio -

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