Una rivoluzione tecnologica sta spingendo il capitalismo verso la prossima crisi ed al collasso. La nostra società è in grado di evolvere in tempo da poterlo evitare, e salvarsi?
I progressi radicali avvenuti nell'automazione, nella robotica e nella tecnologia informatica, hanno estromesso dal lavoro milioni di persone, e continueranno a farlo anche nei prossimi anni. Allo stesso tempo, macchine a buon mercato ed accessibili individualmente lotteranno per la supremazia, sia contro le brillanti fabbriche altamente automatizzate che contro lo sfruttamento, e finiranno per erodere il dominio della produzione industriale. La crescita economica sta rallentando, e non tornerà nuovamente ad accelerare. Le spinte che alimentano i le attuali sommosse globali non cesseranno, e potranno solo peggiorare insieme al ristagno dei salari in molti paesi, mentre diventa sempre più difficile trovare un posto di lavoro, e continuano i tagli all'assistenza sociale. Le contrastanti ideologie radicali e reazionarie si scontreranno, nella misura in cui si sgretola il consenso politico, e le popolazioni del mondo cercano delle risposte a queste sfide. Nei suoi primi decenni, il XXI secolo sarà un secolo di guerra e di rivoluzione. Entro la fine del XXI secolo, il capitalismo verrà consegnato ai libri di storia. Nonostante le apparenti tenebre della nostra era, il nostro futuro è colmo di incredibili possibilità. Se i lavoratori si uniscono, insieme possiamo creare un mondo di libertà, di bellezza, e di abbondanza, in cui la povertà e la tirannia saranno solo dei ricordi lontani per i nostri nipoti. È questa la storia che racconta "La Rivoluzione che Viene".
(dal risvolto di copertina di: Ben Reynolds, The Coming Revolution, Capitalism in the 21st Century. Zero Books, 9781785357091, 328pp.)
«Il lavoro sta morendo. Come sistema di produzione e come modo di vivere, il lavoro salariato viene costantemente eroso da quelli che sono gli odierni sviluppi della tecnologia. La società capitalista è talmente dipendente dalla costruzione sociale del lavoro che la normale risposta ad una simile linea di tendenza non può essere altro che il panico. Vediamo che praticamente ogni giorno vengono messi freneticamente in atto nuovi sistemi per creare posti di lavoro: offrire salari per i lavori domestici, o in cambio di qualche post su Facebook, pagare i cittadini per svolgere dei servizi per la comunità, e così via. Guardare questi tentativi di salvare il lavoro, è come guardare un bambino sulla spiaggia che cerca di fermare la marea per poter salvare il suo castello di sabbia. È arrivato il momento di smettere di rimanere aggrappati al passato e di cominciare ad adattarsi alla realtà. Possiamo adattarci a questo processo, usando uno strumento semplice ma potente: ridurre l'ammontare del tempo di lavoro che viene richiesto al lavoratore, senza che questo comporti una riduzione della sua retribuzione.»
Questo passaggio, basterebbe da sé solo per poter raccomandare questo libro che va ben oltre, ed esamina dettagliatamente le forze che stanno spingendo il capitalismo a collassare entro questo secolo.
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