Chi altri avrebbe mai potuto scrivere una canzone country sull'Olocausto ("Ride 'Em Jewboy") oppure sulla storia di un uomo che si esibisce in un circo dentro un gabbia ("Wild Man from Borneo")?
Scandaloso e irriverente, ma quasi sempre stimolante, negli anni '70, Kinky Friedman ha scritto e cantato canzoni country satiriche ed è stato acclamato come il Frank Zappa della country music.
Figlio di un professore dell'Università del Texas che ha fatto crescere i suoi figli nel ranch di famiglia, a Rio Duckworth, Richard F. Friedman ha studiato psicologia all'Università del Texas, ed è stato in quel frangente che ha fondato la sua prima band. Ad ogni modo, "King Arthur & the Carrots" - un gruppo che si divertiva a suonare surf music - ha registrato un unico single, nel 1966. Dopo la laurea, Friedman ha servito per tre anni nei "Peace Corps" (era di stanza nel Borneo, dove lavorava anche come operaio agricolo.
Nel 1971, fonda la sua seconda band, Kinky Friedman & the Texas Jewboys. In linea con quella che erano le canzoni satiriche del gruppo, ogni membro della band aveva un nome politicamente scorretto: si facevano chiamafre "Little Jewford", "Big Nig", "Panama Red", "Rainbow Colors" e "Snakebite Jacobs". Friedman ha la sua occasione nel 1973, grazie a Commander Cody, che introduce il giovane cantante alla Vanguard Records. È questo l'anno in cui il suo gruppo incide il proprio album di debutto, "Sold American", in cui suonano e cantano anche John Hartford and Tompall Glaser.
La canzone che dà il titolo al disco è una storia amara che parla di un cantante country che è stato dimenticato, sul punto di morire alcolizzato. Il disco riesce a malapena a scalare le classifiche, ma Friedman riesce ad attrarre abbastanza attenzioni da essere invito al Grand Ole Opry. Così, nel 1974, registra per l'ABC Records il suo disco dal titolo "Kinky Friedman". Prodotto da Steve Barri, produttore pop di Los Angeles, l'album mette in fuga tutto il pubblico country che Friedman avrebbe potuto avere, ma, dall'altro lato, ha l'effetto di deliziare il crescente nucleo duro di suoi fan, con pezzi satirici come quella che è la sua risposta all'antisemitismo: "Non ne fanno più di ebrei come Gesù". Insieme alla satira, Friedman offre anche degli schizzi più delicati che dipingono la sfortuna americana, come "Rapid City, South Dakota."
A metà degli anni '70, Friedman e la sua band partecipano al tour insieme a Bob Dylan & the Rolling Thunder Revue. Nel 1976 registra il suo terzo album, "Lasso from El Paso", al quale partecipano anche Dylan ed Eric Clapton. I "Texas Jewboys" si sciolgono tre anni dopo, e Friedman si trasferisce a New York, dove appare spesso al Lone Star Cafe. Nel 1983, registra e pubblica "Under the Double Ego", per la Sunrise Record.
In seguito, Friedman si dedica soprattutto a scrivere, anche se continua occasionalmente a suonare in pubblico . Ha scritto per riviste come "Rolling Stone" e "Texas Monthly" e, soprattutto diviene uno scrittore di romanzi gialli, unici ed oltraggiosi come "Greenwich Killing Time", "A Case of Lone Star" [in italiano, “A New York si muore cantando” (Feltrinelli 2000)] , and "The Mile High Club".
Equamente suddivisi fra fantasia e metafisica, i libri confondono finzione e realtà. Il protagonista, che mette in scena sé stesso, è un cantante country che è diventato il detective privato del Greenwich Village che si chiama... Kinky Friedman, il quale a volte torna nel suo nativo Texas. Ci sono anche altri personaggi, tratti dalla cerchia di amici sia in Texas che a New York.
Molte delle canzoni di Friedman degli anni '70 e dell'inizio degli '80 sono state antologizzate in una raccolta di due CD, "Old Testaments & New Revelations" (1994) e "From One Good American to Another" (1995).
Nel 1999, l'interesse di artisti come Willie Nelson, Tom Waits, e Lyle Lovett per la musica di Friedman, ha portato al tributo a lui dedicato, dal titolo "Pearls in the Snow: The Songs of Kinky Friedman", e ad un secondo tributo già previsto. Nel 2003, Friedman è apparso triplicamente nudo, mentre fuma un sigaro, sulla copertina del "Dallas Observer", in una parodia della copertina dell'Entertainment Weekly, dove apparivano nude le Dixie Chichs.
In tutti questi anni, Kinky Friedman è stato sicuramente un uomo occupato, destreggiandosi fra concerti ed attività extra-cantautorali, come campagne politiche, libri gialli e fabbriche di sigari, ma con tutta questa sua vorticosa attività, in tutto questo tempo, non ha mai pubblicato un album che contenesse tutti il nuovo materiale che era rimasto inedito in questi quarant'anni. Il cerchio si è chiuso proprio ora, all'inizio di quest'estate con "Circus of Life", un disco che affonda le sue radici in Texas e narra una sorta di autobiografia d'atmosfera, condita di meditazioni alla Leonard Cohen e sostenuta dalla collaborazione artistica del suo amico Willie Nelson.
Ed è stato ancora una volta proprio Nelson ad accendere il motore della scrittura di Friedman. Un pomeriggio, Nelson aveva telefonato a Kinky, che in quel momento stava guardando la replica di una vecchia puntata di Matlock. «Questo è sicuramente un segno di depressione, Kinky,» gli ha detto Willie Nelson, mentre in sottofondo si sentivano i suoni del telefilm. «Spegni Matlock e comincia a scrivere.»
Friedman ha seguito le istruzioni, riuscendo a mettere insieme uno sferzante album fatto di asciutto umorismo e di bellezza sfrenata. La canzone che dà il titolo al disco, "Circus of Life", che può essere ascoltata in anteprima su Rolling Stone Country, traccia quella che è una linea familiare fra tragedia e commedia, dove Friedman fa un parallelo fra una relazione d'amore infelice ed un carnevale degno del Circo Barnum. Anche per lui, nel disco, arriva un "little help from his friends", fra i quali più d'uno arriva dal Texas.
Artist: Kinky Friedman
Title: Circus of Life
Year Of Release: 2018
Label: Echo Hill Records
Tracklist
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01. A Dog Named Freedom
02. Copper Love
03. Jesus in Pajamas
04. Circus of Life
05. Autographs in the Rain (Song to Willie)
06. Back to Grace
07. Sister Sarah
08. Song About You
09. Spitfire
10. Me & My Guitar
11. Zoey
12. Sayin' Goodbye
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