«Ogni livello di organizzazione del testo, obbedisce a una logica rigorosa; inoltre, tutti questi suoi livelli sono strettamente coordinati tra loro. Facciamo un solo esempio: i racconti fantastici e "seri", vengono sempre raccontati in prima persona, preferibilmente dal protagonista, senza che venga instaurata alcuna distanza, tra il narratore e la sua storia (e in questo senso, le circostanze della narrazione giocano un ruolo importante), come avviene ne "Il demone della perversione", "Il gatto nero", "William Wilson", ecc. D'altra parte, invece, i racconti "grotteschi" - come lo sono "Il re della peste", "Il diavolo nel campanile", "Leonizzante", "Quattro bestie in una" - o i racconti dell'orrore - come "Hop-Frog" e "La maschera della morte scarlatta" - sono tutti raccontati in terza persona, oppure da un testimone narratore, e non da un attore; gli eventi appaiono così distanziati, e il tono è stilizzato. Non è possibile alcuna sovrapposizione.» -
Tzvetan Todorov, "I limiti di Edgar Allan Poe", ne "I generi del discorso" -
Da dove proviene, in Poe, questa logica rigorosa di cui parla Todorov? È dappertutto, e occupa, con intensità più o meno diverse, quelli che sono diversi strati di tradizione: senza dubbio la si trova già alla fondazione, nell'Eneide di Virgilio (e corrisponde certamente al fallimento di una logica rigorosa, quella che è l'angoscia di Virgilio di fronte alla morte: non essere in grado di portare a termine la struttura da lui realizzata). Da Virgilio a Dante, sempre Logica Rigorosa, come scrive Panofsky in "Architettura gotica e scolastica" (p. 26): «La Divina Commedia di Dante non deve alle idee scolastiche solo gran parte del proprio contenuto , ma anche la sua forma consapevolmente trinitaria. Nella Vita Nova, il poeta si discosta addirittura dal suo proprio tema per analizzare la sequenza di idee in tutti i sonetti e in tutte le canzoni, in modo perfettamente scolastico, in quanto "parti" e "parti delle parti".»
Auerbach, in vari punti della sua opera, insiste anch'egli a sua volta sul predominio della Logica della Separazione degli Stili: alto, medio e basso, con categorie rigide e confini di appartenenza sempre più sottili; ed è anche sempre lo stesso Auerbach, a sottolineare come il cristianesimo rompa con questa logica rigorosa, inaugurando un paradigma discorsivo nel quale il sublime è irrimediabilmente cucito all'umile e al creaturale, senza che però tutto ciò si traduca in una sostituzione totale e completa, da parte del paradigma della Logica Rigorosa, portando così a quello della Logica della Separazione degli Stili.
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