mercoledì 24 dicembre 2025

Consigli per giovani scrittori…

   In casa di una famiglia istruita, al tavolo da tè, si discuteva di letteratura, di cose come la fantasia e la favola. E ci si lamentava del fatto che, tra noi, tutto questo fosse diventato sempre più povero e più pallido. Mi sono così ricordato di un'osservazione molto caratteristica del defunto Pyssemsky, il quale diceva che l'impoverimento in letteratura era soprattutto legato al moltiplicarsi delle ferrovie: a suo avviso, sono molto utili per il commercio, ma dannosi per l'arte.

«Al giorno d'oggi si viaggia molto, ma alla massima velocità e senza problemi», disse Pyssemsky, «e quindi farlo non ci impressiona granché, così non c'è nulla da guardare, né tempo per farlo,dal momenti che è tutto come se volasse fuori dal finestrino. Ragion per cui, la sua esperienza è scarsa. Ma ai vecchi tempi, quando si andava da Mosca a Kostroma in carrozza e si incontrava un cocchiere furfante, e gli altri passeggeri erano tutti insolenti, e il padrone della locanda era un furfante anche lui, e il cuoco di casa era lo sporco in persona, ecco vedete, dunque, quanta varietà c'era allora per la vostra contemplazione. Con il cuore che già ormai non poteva sopportare nient'altro, ecco che allora pescavi un po' di sporcizia nella minestra e ne potevi dire alcune buone a quella cuoca, e lei, per tutta risposta, ti si è girata contro con dieci volte più insulti; e quindi, semplicemente non avevate alcun modo di sfuggire alle impressioni. E tutto questo si radunava in te come una densa nuvola, come la pappa d'avena addensata dal fuoco lento; ecco perché, allora, la scrittura non poteva che risultare corposa, addirittura concentrata; Al giorno d'oggi, tutto questo è diventato la moda ferroviaria: prendi il tuo piatto e non fai domande; mangi, ma non hai nemmeno il tempo di masticare; din-din-din e fine della conversazione; ricomincia il viaggio, e l'unica impressione che si ha è che in cambio il commesso dell'osteria ti abbia derubato, ma tu non hai più tempo per un buon scambio di parole forti con lui.»  - Leskov, da "Un piccolo inganno e altre storie" )

  Così, ecco che la prosa non ha più né primavera né estate, né autunno né inverno, non è né nera né rossa; gocciola nello stomaco come farina d'avena non salata. Ma poiché non vivete più come birrai, fumatori, commercianti e zingari, poiché avete paura del bastone del tempo e della vostra stessa disperazione, non avete più nulla da dire. Il tempo in cui si lodava persino la fame, quando i giovani scrittori si ribellavano ai presidenti, il tempo in cui si faceva la rivoluzione, quel tempo è passato! Sono finiti i tempi in cui Hamsun bighellonava per New York, quando Sillanpää non poteva andare a prendere il premio Nobel, perché lui, che in realtà era in vita, aveva sette figli e nella tasca del cappotto non un solo soldo  per il viaggio. E sono finiti i giorni in cui cantavi i tuoi versi al suono del liuto. Da popolo di poeti e pensatori si è diventati un popolo di assicurati, di funzionari pubblici e di membri del partito, un paesaggio di deboli, di uomini senza alcuna passione, che portavano piccoli pasticcini. Da un popolo di appassionati, è nato un popolo di rappresentanti di commercio!

- Thomas Bernhard, "Una parola per i giovani scrittori", 18 gennaio 1957, da “Sulle tracce della verità: discorsi, lettere, interviste e articoli “-

foto: Ramón Masats, Mercato di San Antonio, Barcellona, 1955

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