martedì 4 novembre 2025

Una vecchia signora indegna…

Lettera a Lola
- di Freddy Gomez -

   Arriva sempre un'età in cui l'età viene a ricordati l'età che hai. Non importa quanti calci dai quel barattolo che continui imperterrito a far rotolare lungo la strada, mentre pensi a qualcos'altro, come se niente fosse, ma il semaforo continua a essere lì, e ora lampeggia. A me è successo quando c'era ancora il movimento dei Gilet Gialli, mentre sugli Champs-Élysées cercavo di unirmi a un gruppo di giovani compagni che venivano inondati di gas lacrimogeni. Mi trovavo in rue La Boétie, all'incrocio con gli Champs-Elysées.
- «Dove stai andando, nonno?», mi disse un omone sulla quarantina col suo gilet giallo, prendendomi per un braccio. Stava controllando gli ingressi al campo di battaglia.
- «Sugli Champs-Elysées», risposi (sforzandomi di non aggiungere «Idiota»), «vado a raggiungere i miei amici.»
- «Non ci pensare nemmeno, nonno. Stanno sparando da tutte le parti. Abbiamo soprattutto bisogno di combattenti, là fuori
- «E tu allora cosa fai qui?» - « Impedisco a tipi come te di andare al massacro.» Due volte "nonno" in tre minuti, rappresenta un grande significante che mi è arrivato in piena faccia: «Vista la tua età, tu non servi a niente». Per la miseria, ero furioso!

    A pensarci bene, Lola, questa è stata la prima volta in cui mi sono sentito veramente vecchio. Tutt'a un tratto, di colpo. Vecchio agli occhi di un altro, probabilmente di un bravo ragazzo, facente parte del mio stesso campo, premuroso, ma tuttavia privo di qualsiasi eleganza linguistica nel formulare le sue lodevoli intenzioni. Un gilet giallo, insomma, rozzo e grossolano. Come piacciono a me. A parte lui. Alla fine, sono poi tornato indietro per unirmi a un corteo che si stava dirigendo verso Place de l'Opéra, dove si stava svolgendo un altro raduno. Questo però era tranquillo, colto ed ecologista. Alternativo (da cima a fondo) in breve. In ogni caso, senza rischi. Ci si annoiava a morte. Sono riuscito a avere notizie della mia banda degli Champs. Stavano bene, i giovani, ed era questo l'importante. E io, vecchietto, mi sono addormentato all'improvviso, come per fuggire in dei sogni che non sono arrivati. Quando ero giovane, Lola, a me i vecchi piacevano. Spesso, i miei anziani erano anarchici spagnoli. Ovvio, provengo da lì. È la mia matrice. Per molti versi, a parte il fisico, trovavo che loro fossero più giovani di noi. E con quello che ai miei occhi era un vantaggio, innegabile: avevano vissuto i tempi della più estrema sconfitta – la disfatta della rivoluzione spagnola del 1936, e della "bella estate dell'anarchia" – senza mai abbandonare e tradire i loro sogni di emancipazione. Ci credevano ancora, e sempre. E questo malgrado tutti i tradimenti e nonostante il mondo fosse andato avanti. Ci credevano perché era la loro vita di esuli a esigerlo. O bere o affogare. Sono stati loro la mia Università; una Scuola di Resistenza. Assai più di quanto lo sia stata l'altra, in ogni caso, quella vera, quella in cui, da studente di storia, ho vissuto il tempo dei simulacri del dopo 68.

   La tua esperienza, Lola, quella che tu dispieghi in tutti i tuoi libri [*1], è singolare, lo è naturalmente, come lo sei tu stessa, voce di un'estrema sinistra della quale hai fondato il pensiero e che coincide piuttosto bene con gli apolidi dell'appartenenza, con coloro che sono al di fuori delle identità fisse, e con quelli che sono i disertori delle avanguardie militanti e dei loro seguaci. Questa dissidenza - con i suoi contorni incerti - è, in sé e quasi per natura, un mondo di solidarietà in miniatura. Ci si conosce, ci si frequenta, si litiga tra noi, ma lo si fa, né più né meno, quanto lo si faceva negli "ambiti liberi" di quella che era un'anarchia sperimentale all'inizio del XX secolo, dove l'amore libero, il veganesimo e il neo-malthusianesimo dovevano gettare le basi di un anarchismo naturista di cui, ancora oggi, risuonano, seppur attenuati, alcuni echi. A dimostrazione che, delle vecchie battaglie del  passato, non si perde mai nulla, del tutto. E questo uno dei fili conduttori che compongono l'ossatura del vostro "manifesto della disobbedienza senile", il quale ha il pregio di affrontare dei temi poco divertenti, come la vecchiaia, la dipendenza, l'imminenza della morte, facendolo senza mai cadere nel patetico, o nella nevrosi.A tal proposito, il tuo libro, "Invecchiare senza tempi morti, morire senza ostacoli", è un successo. A volte ridiamo perfino, e francamente, va detto che non è certo cosa da poco: vi si impara molto, e ci piace notare che - da Debord a Lasch - i vostri riferimenti sono quelli giusti.

   È vero, Lola, che leggendoti ho pensato spesso, come hai fatto tu, a "La Vieille Dame indigne", di René Allio [*2], a questa Madame Bertini – magnificamente interpretata da Sylvie – che, alla morte del marito, e a sessant'anni, vende, con grande dispiacere dei suoi eredi, l'azienda di famiglia ormai fallita, e, buttando via tutti i suoi averi, compra un'auto e parte per un'avventura insieme alla cameriera di un bar con la quale è diventata amica, e con un calzolaio con una forte inclinazione libertaria. In questo film, c'è quel medesimo spirito di libertà che si attacca alle suole di chi cammina controvento. «Chi può decidere» - scrivi - «dei nostri presunti diritti e doveri di “anziani”? Che una nonna si occupi dei suoi nipoti solo quando e come vuole o per niente, che un nonno si cimenti in prove sportive, che si indossino ancora giacche di pelle, jeans attillati, gonne corte e capelli lunghi, che ci si sposti ancora in bicicletta o in moto, che si beva alcol e si assumano droghe, che si partecipi a manifestazioni, a picchetti o a sit-in, che si sia ancora in grado di rubare nei supermercati o di frodare gli aiuti statali; ecco, questo sì che è uno vero scandalo!» (pagg. 38-39). Insomma, tutto piuttosto che essere nella categoria dei "buoni vecchi" sottomessi, decorativi, ordinati, educati e come se si scusassero sempre per essere ancora lì. La vecchiaia può anche essere un'opportunità, l'occasione per mandare al diavolo gli adulti in buona salute, dinamici e poliedrici, il cui unico e poco invidiabile talento è quello di saper camminare velocemente a testa bassa, con lo sguardo fisso sui loro schermi del nulla. Superata la frontiera della necessità, ovvero del lavoro alienante e del veleno mentale che questo induce, l'inattivo attivo – ad esempio, il pensionato che manifesta – avrà sempre un vantaggio rispetto all'inattivo compulsivo (per eccellenza, il quarantenne in giacca e cravatta, stretta quanto il suo universo mentale) dal momento che egli vede il mondo e la propria vita con gli occhi della curiosità e con lo sguardo dell'infanzia. Come te, Lola, quando ci regali, come viatico, questa citazione di Brel, tratta da La Chanson des vieux amants (1967):
«C'è  voluto molto talento, per essere invecchiati senza diventare adulti.»

   E poi c'è tutto il resto che spesso fa rabbrividire, ma anche sorridere, grazie alla tua penna vivace, iconoclastica e tagliente. Come se, nella tua testa da ribelle senza età, l'importante fosse non cedere mai alle chiacchiere comuni, al miserabilismo, alle religioni e alle loro elemosine spirituali. Il resto è rappresentato dalla povertà in cui vivono alcuni anziani, dalla dittatura delle apparenze, dagli amori e dalla barriera dell'età, dalla morte in libertà. Commoventi, Lola, sono le pagine che dedichi a tuo padre Génia, ottantacinque anni, e a tua madre Aliocha, ottantanove, che hai accompagnato con orgoglio fino alla fine nella loro volontà di suicidio assistito. Oggi porti avanti questa lotta impegnandoti nell'associazione Ultime Liberté. Al punto da «militarvi», tu, la scandalosa, che hai sempre disprezzato il militante come stadio supremo dell'alienazione.

   «L'infanzia e la giovinezza» - scrivi nella conclusione del tuo libro - «sono costellate di tappe iniziatiche fatte di apprendimento e scoperta. Se si sa tenere gli occhi e la mente ben aperti [...], in realtà l'iniziazione non ha mai fine».
E tu lo scrivi e lo dimostri ogni giorno con il tuo impegno. Grazie a te, Lola, e un bacio da Black Vioque.

- Freddy GOMEZ - Pubblicato il 3/11/2025  su A Contretemps -

LOLA MIESSEROFF, " VIEILLIR SANS TEMPS MORT, MOURIR SANS ENTRAVES. Manifeste de désobéissance sénile". Libertalia, 2025, 104 p.

NOTE:

[1] "Voyage en outre-gauche" (2018), "Fille à pédés" (2019), "Davaï !" (2022), tutti e tre editi da Libertalia.

[2] Film uscito nel 1965, ispirato a un racconto di Bertolt Brecht. In italiano: "Una vecchia signora indegna"

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