martedì 16 settembre 2025

Un po' di sano "benealtrismo" !!?!!! Massì, facciamolo

Nel cuore del Mediterraneo orientale, c'è una terra divisa da più di quarant'anni, dove un popolo è stato scacciato dalle proprie case, i villaggi svuotati, le chiese ridotte a stalle, il patrimonio culturale distrutto o trasformato in resort low-cost.
No, tranquilli, non stiamo parlando della Giudea o della Samaria. Ma, piuttosto, di Cipro, la terra dimenticata d’Europa, laddove l’occupazione è così talmente stabile oramai, che l’ONU ci ha costruito sopra il suo campo estivo. Nel 1974  – in una mossa piena di amore fraterno e di precisione militare – in risposta a un colpo di Stato sostenuto dalla giunta greca, la Turchia invase il nord dell’isola. È da allora, che il 37% del territorio cipriota si trova inesorabilmente sotto occupazione turca, e da allora sono stati sfollati più di 200.000 greco-ciprioti. Solo che ai tempi, non c’era alcuna telecamera di Al Jazeera, e così è come se la cosa non fosse davvero avvenuta. Fatto sta che, i greco-ciprioti, purtroppo per loro, non sono come i palestinesi...
Eppure, se Israele avesse fatto una cosa simile, sarebbe stato come se avesse occupato una fetta di Stato sovrano europeo, deportato la popolazione locale, e riempito la zona con dei coloni portati dal continente.
Pertanto, si sarebbe allora dovuto parlare di "apartheid", di "pulizia etnica", di "genocidio culturale". Ma invece, chissà perché, con Ankara, il massimo ottenuto, è stata una dichiarazione preoccupata da parte dell’Unione Europea, seguita poi, però, solo da una stretta di mano e un accordo sui migranti!
Visto che, a conti fatti, l’Europa, sì, è un po' preoccupata… ma certo non fino al punto di far saltare il patto che riesce a tenere i Siriani fuori da Vienna!
La Repubblica Turca di Cipro Nord, è l’unico Stato al mondo che neppure Google Maps prende sul serio!
Oh, certo, c'è anche un’entità statale - la Repubblica Turca di Cipro del Nord - riconosciuta però solo dalla Turchia, e da qualche appassionato di geopolitica alternativa.
Una specie di Disneyland ottomana, dove le regole internazionali sono assai facoltative, i monasteri bizantini diventano moschee (o casinò) e i giornalisti stranieri sono accompagnati gentilmente alla porta; con volo diretto per Istanbul.
Nessun embargo, nessuna risoluzione ONU! Le truppe turche ci sono lì da 50 anni, e ci rimangono in forze, ma gli è che a quanto pare, loro non sono “occupanti”, ma sono solo, come dire, affezionate al paesaggio.
Fatevi una domanda; ma così, solo per gioco: se domani - per esempio eh -  Israele mandasse 40.000 soldati a occupare Ramallah, progettando di rimanerci per i prossimi cinquant’anni, e ci piantasse sopra delle colonie, con tanto di bandiere e di supermercati kosher, quale pensate che sarebbe la reazione internazionale? Ma a Cipro, invece, la NATO si limita solo, durante le esercitazioni congiunte, a farsi i selfie, nel mentre che l’UE continua ad aprire nuovi fondi per “l’integrazione” del nord; e in questo scenario, gli attivisti per i diritti umani sembra che abbiano smarrito la loro bussola (o magari l’hanno messa in vendita su eBay per vedere se riescono a finanziare un altro documentario sul colonialismo israeliano.    
Va detto che, in questa situazione, i greco-ciprioti non tirano razzi, non scavano tunnel e non gridano slogan in TV.
Al massimo scrivono delle lettere indignate a Bruxelles, che poi vanno a finire nel cassetto “varie ed eventuali”. Forse dovrebbero imparare a gridare “libertà” in inglese o in arabo, e costruire qualche ONG grazie ai fondi del Qatar.
Magari, forse, allora li ascolterebbero. In fondo, la lezione è assai chiara: le occupazioni non sono tutte uguali. Anche fra di esse, ce n'è qualcuna che è più uguale delle altre.
Alcune riescono a indignare, mentre altre le si tollerano, e certe, come quella turca a Cipro, vengono perfino dimenticate.
Ma si sa, la morale internazionale è un po’ come le connessioni Wi-Fi in una tenda dell’ONU: c’è, ma va a intermittenza!

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