venerdì 24 febbraio 2023

Quantisticamente!!

« Abbi cura dei tuoi ricordi perché non puoi viverli di nuovo» (Bob Dylan)

Arrivato ormai all'età di settant'anni, avviene che ora, da qualche giorno, mi sta capitando di guardare indietro, volgendomi a considerare tutte le mie vite; "quantisticamente" intendo!
Estendendo anche alla singola vita umana (la mia, nel caso)  il concetto di "ucronia", ho cominciato a guardare al mio tempo trascorso cercando quei punti in cui le strade, per così dire, si biforcano e poi, ulteriormente, si ramificano, e lo fanno proprio a partire e a causa del bivio. Ne ho individuati non pochi, di bivi, mentre mi rigiro nel letto la notte.

Ora vengo e mi spiego: se per esempio prendo come punto nodale quello nel quale parto - lasciando Siracusa per la prima volta per trasferirmi a Firenze -  ecco che, nel farlo, scelgo di chiudere un mondo, mentre però che allo stesso tempo ne apro un altro nel nuovo universo; simultaneamente, tuttavia chiudo anche quelle storie alternative che non si realizzeranno mai più, ma che avrebbero potuto, aprendo allo stesso tempo una possibilità a ciascuna delle infinite altre. E così via.

Prima ancora della “partenza”, nella mia vita ce n'è stato un altro di punto nodale che ho individuato, non meno importante, ma che non decido io, allorché all'età di 6 anni vado direttamente in terza elementare, saltando i primi due anni, e creando così le premesse per quella che sarà poi la prima parte importante della mia vita. Amici, insegnanti, esperienze, quasi tutto proviene da lì, tranne la famiglia. Da lì provengono anche tutte le possibilità che non ci sono state, e a partire dalle quali avrei poi potuto anche decidere, una volta finito il liceo all'età di diciassette anni, di restare a Siracusa; oppure di andare altrove, in Italia e nel mondo, anziché a Scienze Politiche a Firenze.

Insomma, ecco che le cose si complicano… E intanto ( ovviamente parlo dell'intanto di allora! ) decido di non usufruire del diritto a rinviare il militare, e vengo mandato per quindici mesi a Udine. Tornato libero, la nuova decisione è quella di lasciare la mia Siracusa ancora una volta per tornare a Firenze a seguire il filo dei nuovi eventi, e delle nuove scelte che mi si impongono, nel mentre che continuo a rendere impossibili tutte le altre realtà non nate.

Insomma, mille e una vita, come in un Urania che ho letto tanti anni fa, e non mi ricordo nemmeno se allora mi fosse piaciuto o no. Solo che nel mio vagabondare tra gli universi mi è capitato anche di morire. Sul serio, dico, non come in quelle altre volte che c'ero andato vicino, come quando ero volato fuori dal finestrino spiaccicandomi sull'autostrada tra le auto che sfrecciavano, rompendomi solo un braccio e una decina di costole. No, stavolta sono proprio morto! Non come quella volta che all'età di circa due anni mi feci un'overdose di pasticche di clorato di potassio, complice mia sorella, con cui ero rimasto solo in casa. Stavolta, il 24 febbraio del 2017, senza né botti né urla, il cuore si era semplicemente fermato, senza alcuna intenzione di ripartire. E senza l'intervento della persona che allora mi stava accanto che ha reso possibile che venissi collegato a una macchina per la circolazione extracorporea, cosa che  ha reso possibile, giorni dopo, la mia… ripartenza.

Ecco, con questo voglio dire che quel giorno, di ora son sei anni fa, tutti gli altri me che avevano preso strade diverse, e che avevano fatte scelte differenti, a Firenze o a Siracusa o in qualsiasi altra parte del mondo, tutti quei francosenia - o come minchia avevano scelto di farsi chiamare - sono tutti morti, finiti, andati.

Insomma, quel 24 febbraio c'è stata una strage!! "Quantisticamente", naturalmente! Certo, potrebbe essere stato anche possibile che uno di loro - probabilmente il più pazzo e/o il più fortunato - abbia compiuto precedentemente tutto un giro di scelte così folle e vorticoso da aver reso possibile che alla fine sia trovato nella medesima situazione geografica-sentimentale in grado di permettergli di replicare la mia stessa … fortuna. Ma sinceramente ne dubito! Vabbè, non importa. Per dirla con Flaiano, «il meglio è passato» !!

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