giovedì 23 febbraio 2023

Il Vecchio Ponte

Niente da dimenticare !??

Se non sbaglio dev'essere stato tra il 1971 e il 1972. Sto parlando dei ragazzi e delle ragazze del Liceo Artistico di Via Cavour, a Firenze, di Antonio Lombardi e di Giacomo Taiuti, delle poesie recitate con l'ombrello aperto sul tetto della scuola e della contestazione al presidente Leone (senz’altro meno retorico e inutile di quello attuale), il quale rispose loro "facendo le corna"; e che così facendo spingevano alla disperazione la preside Coco. Sto parlando di quello straordinariamente vivace gruppo anarchico che era riuscito a coinvolgere praticamente tutto il Liceo, al punto di sentire l'esigenza di darsi anche una sede politica fisica - al di là delle aule del Liceo - trovandone una in via Sangallo (all'epoca le sedi politiche si affittavano!).
  Il Vecchio Ponte, era il nome che avevano  dato al gruppo e alla sede: niente a che fare con la toponomastica fiorentina e/o coi ponti sull'Arno; gli è che quel riferimento fluviale serviva solo a tradurre in italiano il nome di un qualche piccolo gruppo anarchico tedesco o olandese di non so precisamente dove, se non ricordo male.

"Coincidenza" volle però, che allora, in quello stesso periodo e momento storico (che parole grosse!!), sfortunatamente accadde che Lotta Continua (il gruppo politico di "estrema sinistra" più potente in Italia) venisse - a dir loro - sfrattato e privato della sede politica che avevano in quella realtà fiorentina dove asserivano di essere presenti (e ciò, nonostante il dire di chi come Michelangelo Caponetto, leader di PotOp, sosteneva che a Firenze, essi costituissero solo la "federazione giovanile" del suddetto gruppo operaista; insomma il posto dove mandare i propri studenti medi a farsi le ossa !!).
  Ragion per cui - in quel giocoso e felice clima di compagneria che sembra essere stato l'inizio degli anni '70 – ecco che fu giocoforza che i ragazzi di Sofri si risolvessero a chiedere "aiuto" ai giovani e alle giovani artiste anarchiche, impetrando loro ospitalità, oltre che un posto dove parcheggiare la strumentazione (ciclostili, ecc.), di modo che così la rivoluzione in atto non dovesse fermarsi solo per cedere alle esose richieste dei proprietari di case.

Ad ogni modo - ve la faccio breve - nel giro di poche settimane la cosa si concluse nel "migliore" dei modi (per i ragazzi di Bugliani)  i quali, trovatasi una nuova sede in Santa Croce (quartiere destinato a essere in futuro il quadro di riferimento per l'intervento politico degli anni a venire), pensarono anche di portarsi dietro più di qualcuno dei militanti di quel gruppo così nutrito e così... particolare che li aveva accolti e aiutati. Decretandone la fine!

Ricordo che a caldo, in quegli stessi mesi, parlando con dei compagni provenienti dall'esperienza del potere operaio pisano a Piombino, venni edotto riguardo a come una simile tattica - conosciuta come «l'opportunismo del cuculo» - fosse allora per quel gruppo moneta assai comune; insieme a quell'altra relativa ai finanziamenti sia immobiliari che "artistici", laddove il quadro dell'artista di grido veniva tagliato in quattro o in sei (a seconda delle sue dimensioni) in modo da trarne il maggior profitto possibile. Altri tempi!!

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