venerdì 20 marzo 2020

La Bara e la Televisione

Coronavirus
- di Raoul Vaneigem -

Mettere in dubbio la pericolosità del Coronavirus, è sicuramente assurdo. D'altra parte, non è altrettanto assurdo che un'interruzione in quello che è il normale decorso delle malattie venga fatta oggetto di un simile sfruttamento emotivo, e che risvegli quell'arrogante incompetenza che anni fa era riuscita a spazzare via dalla Francia perfino la nube di Chernobyl? Ovviamente, sappiamo con quanta facilità lo spettro dell'apocalisse esca dalla sua scatola per impadronirsi del primo cataclisma che gli si offre, per giocare così con le rappresentazioni del diluvio universale, e spostare quella che è la griglia della colpa sul terreno sterile di Sodoma e Gomorra. La maledizione divina è sempre stata un utile complemento al potere. Almeno fino al terremo di Lisbona del 1755, quando il marchese di Pombal, amico di Voltaire, approfittò del sisma per massacrare i gesuiti, ricostruire la città secondo le sue idee e liquidare allegramente i suoi rivali politici attraverso degli esperimenti «proto-stalinisti». Eviteremo di insultare Pombal, per quanto odioso sia stato, paragonando il suo colpo di stato dittatoriale alle misere misure che il totalitarismo democratico sta applicando in tutto il mondo all'epidemia di Coronavirus.
Quant'è cinico dare la colpa del propagarsi del flagello alla deplorevole inadeguatezza delle risorse mediche impiegate! Per decenni il bene pubblico è stato minato e smantellato, vittima di una politica che favorisce gli interessi finanziari a spese della salute dei cittadini. Ci sono sempre più soldi per le banche e sempre meno letti e infermieri per gli ospedali. Quali buffonate useranno per nascondere ancora il fatto che questa gestione catastrofica del catastrofismo è inerente al capitalismo finanziario, globalmente dominante, e che è proprio lui che oggi lotta globalmente a nome della vita, del pianeta e delle specie da salvare. Senza cadere in questa recrudescenza del castigo divino per cui l'idea sarebbe quella che la Natura si sta sbarazzando dell'uomo come se fosse un parassita gradito e dannoso, non è però inutile ricordare che per millenni lo sfruttamento della natura umana e della natura terrestre ha imposto il dogma dell'anti-fisica, dell'anti-natura. Il libro di Éric Postaire, "Le epidemie del XXI secolo", pubblicato nel 1997, conferma quali sono stati gli effetti disastrosi della persistente denaturalizzazione, che vado denunciando da decenni. Facendo riferimento al dramma della «mucca pazza» (che era stato predetto da Rudolph Steiner già nel 1920), l'autore ci ricorda che, oltre ad essere indifesi contro alcune malattie, bisogna rendersi conto che a poterle causare è lo stesso progresso scientifico. Nel richiedere un approccio responsabile alle epidemie ed al loro trattamento, mette sotto accusa quella che Claude Gudin chiama la «filosofia del cassiere». Egli ci pone la seguente domanda: «Se subordiniamo la salute della popolazione alle leggi del profitto, fino al punto di trasformare in carnivori gli animali erbivori, non corriamo così forse il rischio di provocare delle catastrofi che saranno fatali per la Natura e per l'Umanità? I governi, com'è noto, hanno già risposto unanimamente SÌ. Ma che importa, visto che il NO degli interessi finanziari continua cinicamente a trionfare?»
E ci voleva il Coronavirus per dimostrare ai più miopi che la denaturalizzazione per ragioni di redditività può avere delle conseguenze disastrose per la salute universale (salute che viene gestita senza disinnescare un'Organizzazione Mondiale le cui preziose statistiche servono a giustificare la cancellazione degli ospedali pubblici)? Esiste una chiara correlazione tra il Coronavirus ed il collasso del capitalismo globale. Allo stesso tempo, non è meno ovvio che ciò che ci sta travolgendo e sopraffacendo, insieme all'epidemia del Coronavirus, è una peste emozionale, una paura isterica, un panico che nasconde quella che è la mancanza di terapie, e perpetua il male spaventando il paziente. Durante le grandi epidemie di peste del passato, la gente faceva penitenza e proclamava la propria colpa auto-flagellandosi. E non è forse interesse degli amministratori della disumanizzazione globale persuadere le persone che non c'è modo di uscire dal miserabile destino che viene loro inflitto? E che l'unico modo è quello della flagellazione della servitù volontaria? La formidabile macchina mediatica non fa altro che ripetere la vecchia menzogna dell'impentrabile ed ineluttabile decreto celeste, in cui il folle denaro ha soppiantato gli dei sanguinari e capricciosi del passato.
Lo scastenarsi della barbarie poliziesca contro pacifici manifestanti ha ampiamente dimostrato che la legge militare è l'unica cosa che funzioni efficacemente. Adesso confina donne, uomini e bambini nella quarantena. Là fuori, c'è la bara, dentro c'è la televisione: la finestra aperta su un mondo chiuso! Si tratta di un condizionamento capace di aggravare il malessere esistenziale appoggiandosi alle emozioni logorate dell'angoscia, ed esacerbate dalla cecità di una rabbia impotente. Perfino le bugie cedono il passo al collasso generale. Il cretinismo statale e populista ha raggiunto i propri limiti. Non si può negare che ci sia in corso un esperimento. La disobbedienza civile si sta diffondendo e sta sognando società che sono radicalmente nuove perché sono radicalmente umane. La solidarietà libera dalla loro scorza individualista gli individui che non hanno paura di pensare con la propria testa.
Il coronavirus si è trasformato nel marchio rilevatore del fallimento dello Stato. Almeno questo, per le vittime della reclusione forzata, è qualcosa cui pernsare. Quando ho pubbliccato le mie «Modeste proposte per gli scioperanti», ci sono stati alcuni amici che mi hanno parlato di quanto fosse difficile ricorrere al rifiuto collettivo, da me suggerito, di pagare tasse e imposte. Oggi, però, l'evidente bancarotta dello Stato corrotto è la prova di una declino economico e sociale che sta facendo sì che le piccole e medie imprese, il commercio locale, i bassi redditi, le aziende agricole familiari e perfino le cosiddette libere professioni siano assolutamente insostenibili. Il collasso del Leviatano è riuscito a convincerci in maniera più rapida di quanto avevano fatto i nostri sforzi per abbatterlo.
Il Coronavirus ha fatto di meglio ancora. La cessazione delle attività produttive nocive ha ridotto l'inquinamento del mondo, salvando da una morte programmata milioni di persone: la natura respira, i delfini tornano nuotare e a giocare in Sardegna, i canali di Venezia liberatisi del turismo di massa riscoprono l'acqua chiara, il mercato azionario crolla. La Spagna decide di nazionalizzare le cliniche private, come se avesse riscoperto la sicurezza sociale, come se lo Stato si ricordasse dello stato sociale che ha distrutto.
Niente viene dato per scontato, tutto comincia. L'utopia continua a gattonare a quattro zampe. Abbandoniamo alla loro celestiale inanità i miliardi di banconote e di idee vuote che circolano sulle nostre teste. Quel che importa è «farci gli affari nostri» lasciando che la bolla degli affari crolli e imploda. Stiamo attenti alla mancanza di audacia e fiducia in sé stessi!
Il nostro presente non consiste nel confinamento che ci viene imposto dalla sopravvivenza,  ma è l'apertura ad ogni possibilità. Quelle misure che lo Stato oligarghico è costretto ad adottare, e che fino a ieri aveva ritenuto impossibili, sono solo effetto del panico. Dobbiamo rispondere a quello che è il richiamo della vita e della terra da riconquistare. La quarantena favorisce la riflessione. Il confinamento non sopprime la presenza sulla strada, ma la reinventa. Permettetemi di pensare, cum grano salis, che l'insurrezione della vita quotidiana continua ad avere insospettabili virtù terapeutiche.

- Raoul Vaneigem - Pubblicato il 17/3/2020 -

fonte: lapeste.org

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Speriamo che possa favorire la riflessione, esatto. Sento dire in giro invece dalla classe dirigente"Dobbiamo tornare alla vita di prima". Quella vita di prima che produce malattie, alienazione e distruzione ambientale ? Possibile che non si riesca a immaginare una societa diversa?

Sergio Falcone ha detto...

http://www.labottegadelbarbieri.org/20-marzo-ore-11-italia-chiamo/




Neanche gli Dei possono nulla contro la stupidità umana.

Friedrich Schiller

*



Mi ero ripromesso di non intervenire più su questo sito, dopo l’insopportabile silenzio ed il veto di Daniele Barbieri sulla cosiddetta catena umana per Pinelli, passeggiata ecumenica per le vie di Milano, revisionista e pacificatrice. Evidentemente, chi l’ha voluta e organizzata non è anarchico. E non mi sembra il caso di essere omertosi con lui. La verità è sempre rivoluzionaria ed è nostro dovere.

La tragedia che ci ha colpito, che ha colpito tutti e che ha appesantito le mie condizioni di salute - sono reduce da una crisi ipertensiva e dalla conseguente emorragia cerebrale e sono salvo per miracolo - mi obbliga ad intervenire. Daniele mi ha inviato il suo contributo e lo ringrazio. Ed io rispondo.

Sono esterrefatto. Trasecolo... Mi spiegate a che punto siamo arrivati? e perché?

“Se il vostro pensiero e il vostro agire sono diventati deboli e’ perché li avete nutriti male”, ma qui siamo andati ben oltre.

Che i reazionari di ogni risma e colore colgano l’occasione per le loro strumentalizzazioni nazionaliste e le loro sceneggiate dai balconi, non mi meraviglia affatto.

E questa è la mia risposta:

https://youtu.be/WwQCmXdS3oM

... Il fascismo non passerà!

Mi meravigliano, invece, i compagni, gli alfieri del pensiero critico e la corporazione strapagata degli intellettuali. Tutti pronti a salire in cattedra e a darci dimostrazione del loro narcisismo.
Di imbecillità, in queste ore, ne ho sentite tante. Una su tutte: i vegani sarebbero immuni. Sic!

Non vedo ragionevolezza e non vedo umanità.

Doti quanto mai necessarie a chi, ancora oggi, voglia cambiare la vita e trasformare il mondo. Perché le loro lezioncine ultracolte, le loro discutibili teorie del complotto, il loro integralismo ideologico dimostrano e mostrano assoluta mancanza di cervello e di cuore.

Dov’e’ finito il libero pensare? Cosa sono più i sentimenti? Cos’è più la virtù?

Non abbiamo bisogno dei soliti professoroni, sempre gli stessi e sempre disposti a cambiare machiavellicamente posizione e interlocutori, a seconda delle loro convenienze private. Serve a poco indagare sulle cause del Covid-19, non serve a nulla scagliare accuse contro il potente di turno, a scelta, a seconda delle antipatie politiche.

Ci sono delle priorità. La gente muore, gli ospedali scoppiano.
Abbiamo bisogno di anime buone che si prodighino per gli altri, che si rimbocchino le maniche e che si diano da fare.
Ogni giorno, solo nel nostro paese, muoiono dalle 300 alle 400 persone. Ieri, 475. E il numero tende ad aumentare.

L’ideologia e’ falsa coscienza e c’è chi l’ha dimenticato.
E tutto questo avviene nell’epoca del falso totale. Il buon Theodor W. Adorno aveva perfettamente ragione. Ci ha messo sull’avviso in epoca non sospetta, pochi l’hanno ascoltato.

Abbiate cura di voi e siate responsabili. Il dramma che stiamo vivendo non è un episodio di “Ai confini della realtà”. Per quello che mi riguarda, mi affido a madre natura... Mother nature’ son.

https://youtu.be/9Ta9FUOQ4oY

Serenità, per quanto possibile. Un abbraccio...



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[amnesty international] Restiamo distanti fisicamente, ma restiamo uniti
https://www.amnesty.it/restiamo-distanti-fisicamente-ma-restiamo-uniti/


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[il manifesto] Noam Chomsky: “Sanità devastata dal neoliberismo”
https://ilmanifesto.it/noam-chomsky-sanita-devastata-dal-neoliberismo/

Anonimo ha detto...

nel caso interessasse, la traduzione in italiano (da me curata) del libro "Modeste proposte agli scioperanti" la trovate, leggibile interamente e scaricabile gratuitamente, sulla piattaforma on-line Academia.edu

Andrea Babini
andreababini@alice.it

BlackBlog francosenia ha detto...

Ti ringrazio Andrea,
ma se guardi bene, ti accorgi che, nell'articolo, in riferimento a «Modeste proposte per gli scioperanti», avevo già linkato il pdf della tua traduzione, ritenendo che fosse di non poco interesse.
Scusandomi per la precisazione, ti ringrazio ancora.

franco