L'odierna fissazione per il benessere e le spa non è che la debole eco di una cultura basata sulle acque curative molto più influente e vitale, che ha prosperato in Europa dall'antichità alla Prima guerra mondiale, e che ha vissuto nell'Ottocento il suo periodo di massimo splendore. Le sontuose architetture di località termali come Wiesbaden, Karlsbad e Marienbad offrono tuttora la tangibile testimonianza di un periodo d'oro che ha lasciato innumerevoli tracce nella storia della letteratura, dell'arte, della politica e più in generale della cultura europea. A spingere il fiore dell'aristocrazia, dell'alta borghesia e dell'élite politica e culturale verso località come Baden-Baden, allora definita la "capitale estiva d'Europa", non era solo una sincera fiducia nel potere dell'idroterapia: nelle grandi stazioni termali la gente, soprattutto quella ricca, cercava nutrimento sociale e culturale, divertimento e trasgressione, almeno quanto la cura per la gotta o per l'artrite. Lo storico americano David Clay Large racconta in questo libro la storia delle grandi spa dell'Europa centrale attraverso i mille personaggi storici che le frequentarono, vi crearono arte e cultura, vi intrecciarono relazioni amorose o amicizie profonde, vi fecero politica ai massimi livelli. Fu a Karlsbad che due giganti come Goethe e Beethoven camminarono a braccetto. Fu in luoghi come questi che una schiera di artisti di spicco - tra cui Victor Hugo, Chopin, Wagner, Berlioz, Brahms, Mahler, de Musset e Nerval - crearono alcune delle loro opere migliori, che Fèdor Dostoevskij e Lev Tolstoj dilapidarono fortune ai tavoli da gioco, che grandi politici e uomini di stato, da Napoleone a Bismarck, decisero le sorti del Vecchio Continente stringendo alleanze o pianificando guerre, e innumerevoli spie, faccendieri e rivoluzionari ordirono intrighi e rivolte. "L'Europa alle terme" segue i destini di queste grandi macchine della salute e del divertimento nella loro parabola di splendore e di decadenza, attraverso le grandi tragedie del Novecento, fino alla loro recente rinascita. Una storia appassionante e ancora troppo poco conosciuta, che racconta come poche altre la nascita della società moderna, con i suoi sogni di purificazione, le sue passioni segrete, i suoi abbandoni sensuali, le sue grandezze artistiche e i suoi vertiginosi baratri.
(dal risvolto di copertina di: David Clay Large, "L'Europa alle terme". Edt)
Intrighi, amori e acque sulfuree: alle terme si cura il corpo (e si fa la Storia)
- di Luigi Grassia -
Agli uomini e alle donne dell’Antichità le terme ispiravano fiducia, e per buone ragioni. È vero che le acque «curative» risultavano tali solo per pochi malanni, mentre erano inefficaci per quasi tutti gli altri, e addirittura dannose per certe patologie; ma esattamente lo stesso si poteva dire di tutta quanta la medicina, a quei tempi (solo a quei tempi?); e allora tanto valeva andare a rilassarsi, e magari anche divertirsi, alle terme, anziché farsi ammazzare da un dottore. Le prime testimonianze della fiducia nei bagni termali si trovano addirittura in Omero, protagonisti Ettore e Ulisse. I Romani ne fecero un tratto distintivo della lor civiltà, e non si accontentarono di costruire terme monumentali nella capitale, come quella di Caracalla, ma disseminarono l'impero; una città non era una città se non aveva i suoi bagni pubblici. La conversione al cristianesimo e la transizione al Medioevo comportarono invece una netta decadenza degli impianti termali, per reazione al paganesimo e anche alle pratiche sessuali licenziose che vi si associavano.
Però i bagni non sparirono ma del tutto in Europa, e nel Settecento quelle stesse caratteristiche di richiamo alla classicità e alle tentazioni erotiche rinverdirono il fascino delle terme come esperienza medico-sociale, fino all'apogeo dell'Ottocento, quando nelle località termali più alla moda si riuniva la crema d'Europa, e si intrecciavano amori e tradimenti di cuore; si scrivevano romanzi; si componevano opere musicali; si negoziavano trattati politici internazionali; o addirittura si ordinavano e si dichiaravano guerre, come nel caso del famoso «dispaccio di Ems», che nel 1870 scatenò la guerra franco-prussiana dalla omonima località termale.
Ora lo storico David Clay Large ci propone con "L'Europa alle terme" un monumentale excursus (quasi 500 pagine) sui bagni pubblici dalla preistoria ai nazisti e alla repubblica di Vichy, spingendosi fino all'attuale voga del XXI secolo per il benessere e le spa. Il focus non è tanto sugli aspetti medici quanto su quelli sociali, culturali e politici, comunque Large spezza una lancia per la validità delle cure termali anche dal punto di vista medico ed esprime (con discrezione) la sua personale fiducia nelle cure «slow». Il libro potrebbe spaventare un po' per la mole, ma è scritto con brio e non annoia. Per le terme, lo zenit di fine '800 e di inizio '900 corrisponde con quello della società europea aristocratica e altoborghese. E' un mondo che la Grande Guerra e le successive rivoluzioni hanno spazzato via, e che i totalitarismi degli Anni Trenta e Quaranta hanno parzialmente fatto rivivere, ma solo in tragica caricatura (se andate in Georgia, quella sul Mar Nero, non mancate di visitare il centro termale di Tskaltubo, prediletto sa Stalin: verificato di persona, c'è un'atmosfera degna di Shining). Adesso la società di massa ha ripristinato in forma nuova la passione per terme e spa assortite, allargando la fruizione a milioni di persone, e gli orizzonti geografici fino alla Thailandia e all'Indonesia. Fra le attrattive delle terme è che non sono mai state soltanto luoghi di acque e di fanghi. Attorno si è costruito, nei secoli, tutto un ambaradan di divertimenti, che andavano dalla cultura allo sport e dalle corse dei cavalli alla corsa della cavallina, cioè alle avventure sessuali. Le terme degli anni belli svolgevano anche il ruolo di grandi caffè letterari, frequentate com'erano da Goethe, Tolstoj, Turgenev, Dostoevskij, Gogol, Twain, Flaubert e altri scrittori più meno famosi, ognuno dei quali ricavava dalle località dei bagni gli stimoli di cui più era avido; nel caso di Goethe, tali stimoli consistevano soprattutto nella soddisfazione di un insaziabile desiderio erotico, con cui alimentare le trame letterarie, mentre per i romanzieri russi (senza escludere il movente sessuale) le terme europee alla moda costituivano il più facile e piacevole degli accessi alla società occidentale che potessero immaginare; per fare un paio di esempi, l'anonima cittadina termale di Anna Karenina in cui la principessa Kitty viene portata per cure, è modellata su Baden Baden; e la stessa località era la mecca europea dell'azzardo, dove Dostoevskij ambientò Il giocatore.
In parallelo, non solo la storia della letteratura dell'Ottocento ma anche quella della musica classica può essere scritta (e Large in questo libro lo fa) alla luce delle frequentazioni termali, visto che Beethoven, Chopin, Wagner, Berlioz, Brahms e Mahler non si sono lasciati scappare l'occasione dei bagni,e parecchie delle loro creazioni, inclusa la Nona Sinfonia, sono state concepite proprio in quelle acque. Alla luce di tutto questo (cure, sesso, letteratura, musica) non sorprende che anche i grandi della politica e dell'economia dei tempi andati abbiano frequentato di preferenza le più rinomate località termali: è la stessa logica per cui oggi i vertici dei vip si fanno a Davos e non a Lagos.
- Luigi Grassia - Pubblicato sulla Stampa del 14/12/2019 -
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