martedì 28 gennaio 2020

Netflixazione !

Istruzioni per rallentare il tempo
- di Jorge Carrión -

Che cos'hanno in comune l'algoritmo di Google, l'aspiratore clitorideo e la vendita su Internet secondo Amazon? Il fatto che queste tre cose competono tra di loro per accorciare il tempo che intercorre tra la formulazione del desiderio ed il suo ottenimento. Dopo pochi millesimi di secondo, pochi minuti  o in poche ore sei già arrivato ad ottenere il risultato della tua ricerca, il tuo orgasmo o uno scatolone sull'uscio di casa. E la tempistica continua ad accorciarsi. L'accelerazione del tempo sembra essere un fenomeno irreversibile. Gli esseri umani sono particelle dell'atmosfera del capitalismo. Non esiste alcun fuori, ma potrebbe esserci un dopo. Una nuova scuola filosofica, l'accelerazionismo - la cui bibbia potrebbe essere l'omonimo volume edito dall'editrice Caja Negra - mette in discussione un tale incremento esponenziale della velocità del mondo. Le nuove tecnologie ed i nuovi processi non hanno fatto altro che moltiplicare solamente gli stimoli e i desideri, senza però valutarne né i bisogni né le conseguenze. Contro un simile orizzonte neoliberista, questa costellazione di pensatori che si mette sulla scia del "Manifesto per una Politica Accelerazionista", firmato nel 2013 da Alex Williams e Nick Srnicek, propone quelle che sono delle strategie di appropriazione e riformulazione , affinché si possa trarre vantaggio da questa vertigine e che possa arrivare prima una qualche sorta di post-capitalismo. Ma una posizione utopica del genere, ci posiziona nell'intervallo nel quale ci si aspetta una grande trasformazione globale. Cosa fare nel frattempo, e che possa riguardare la prassi quotidiana e personale?
Una soluzione era quella che veniva data dai classici. Nel greco antico, si faceva distinzione tra Cronos e Kairòs, [*] tra l'ora dell'orologio e del calendario e quella che era l'ora e il tempo della vita. Il ritmo del divenire contemporaneo viene segnato dagli aggiornamenti nei nostri dispositivi. Ma mentre tutta la tecnologia rimane ci lega al tempo cronologico, le esperienze artistiche e sportive, le emozioni e i sentimenti ci elevano alla vita umana. Che cosa hanno in comune fra di loro la libreria, la piscina, il letto, il cinema, il teatro e il mare? Il fatto che per mezzo loro, noi ci disconnettiamo. O meglio, ci riconnettiamo.
I meccanismi del capitalismo del 21° secolo continuano a perfezionare, sempre più rapidamente, i sistemi di produzione, di circolazione e di consumo. Non importa se tutto questo causa dei problemi etici e culturali, purché producano benefici economici. Tutti questi processi condividono la volontà di alterare radicalmente quella che è la nostra idea di tempo. La tecnologia ed il capitalismo hanno creato una nuova fede: la Chiesa dello sconvolgimento del tempo. Ma la vita umana continua ad essere piena di esperienze a lungo termine: istruzione, maternità, mutui bancari, pensione. In modo tale che ci troviamo ad affrontare una sfida: rendere compatibili tutte le maturazioni, la costanza, gli investimenti e le aspettative, che ci hanno definito per secoli, con quello che invece è un contesto di fretta ed urgenza. Forse questa nuova era temporale ha avuto inizio circa 25 anni fa, quando la posta elettronica fu in grado di ottenere quello che non erano riusciti a fare i fax: sostituire le lettere. I termini e le scadenza della corrispondenza epistolare erano assai simili a quelli del romanzo d'appendice, della narrativa a puntate, delle pubblicazioni settimanali o mensili, a quelli degli annuari. E così, in un tempo assai breve, ci siamo abituati a non essere noi a decidere per quel che riguarda la nostra vita in quanto lettori, nella nostra vita familiare, nella nostra vita in quanto amici. In modo che, quando Netflix ha cominciato ad emettere tutti insieme gli episodi di una serie - eliminando l'attesa settimanale che per decenni aveva definito quella che era il nostro rapporto con la televisione - ci siamo rapidamente adeguati alla nuova offerta. E anche a tutte quante le altre: abbiamo cominciato a vivere in quella che è una costante notifica ed un costante aggiornamento di notizie, messaggi, software, versioni, like. I cedolini delle buste paga, i resoconti delle nostre carte di credito, i pagamenti delle mensilità di affitto o della rata del mutuo, le bollette - tuttavia - continuano ad arrivarci mensilmente. E sebbene, sul mercato, siano diventati abituali  i contratti temporanei e le assunzioni con una data di scadenza, i cicli scolastici continuano ad essere gli stessi che c'erano nel 20° secolo. E nonostante il fatto che i divorzio sia oggi cosa assai comune, un figlio continua ad essere per sempre.
Dalla scuola materna fino alla specializzazione, i centri di formazione sono arrivati ad un accordo circa il fatto che l'istruzione debba funzionare per mezzo di progetti. Ormai, gli studenti non devono più avere come orizzonte finale l'esame o la conclusione di un corso, bensì la presentazione della scheda di un progetto. Questa è una delle parole chiavi della nostra epoca. La pedagogia della proiezione di prepara per un futuro lavorativo nel quale gran parte del tempo verrà dedicato a generare incessantemente nuovi progetti. Un archeologo del futuro, potrà capirci meglio leggendo tutti quei dossier di idee che non si sono mai convertiti in realtà, piuttosto che leggere la narrativa contemporanea. Dal momento che i progetti costituiscono già un sottogenere assai più eloquente di quello che è il nuovo realismo, un nuovo genere di fantascienza. Progettare significa lanciare: immagini, piani, possibili futuri. E la filosofia odierna più pertinente è proprio quella che sta immaginando delle alternative a tutta questa vertigine quotidiana che non smette di pestare sull'acceleratore. Come ci ricordano gli accelerazionisti, la situazione è diventata insostenibile in tutte le dimensioni della realtà: non solo i ritmi tecnologici impazziscono senza sosta, ma ciò avviene anche nei termini per cui la classe media si impoverisce, i milionari diventano multimilionari, oppure distruggiamo il pianeta. Contro la «logica della crescita basata sulla concorrenza e sull'accelerazione», che porte all'alienazione, il sociologo tedesco Hartmut Rosa ha scritto nell'ultimo suo libro, "Resonanz. Eine Soziologie der Weltbeziehung" ["Risonanza: una sociologia della relazione col mondo"], che bisogna considerare quale sia «la qualità del nostro rapporto con il mondo». Solo arrestando, per qualche minuto o per qualche ora, gli ingranaggi che non smettono mai di rendere sempre più pressanti quelle che sono le nostre scadenze, in modo da poter pensare e decidere, come individui, quale sia la nostra etica e la nostra poetica, ed aspirare ai nostri ritmi. Ogni cosa necessita del suo tempo, anche le ricerche, gli acquisti e gli orgasmi.

- Jorge Carrión - Pubblicato il 19/1/2020 sul New York Times -

[*] - Nota del traduttore: «Quanto più maggiormente si fa valere l'oggettività negativa della barriera della crisi, e quanto più brutali diventano le digestioni ideologiche su scala mondiale, tanto più sembra progredire la "Heideggerazione" della sinistra. Essa stessa diventa così un fattore di imbarbarimento ideologico, come prodotto della decomposizione della "controprassi" immanente e della critica "affermativa". Invece dell'analisi critica, emergono espressioni quasi teologiche (per esempio, nel discorso a proposito di "Kairos" e dell' "Evento").» (Robert Kurz, da "Grigio è l'albero d'oro della vita, e la teoria è verde: 14 - Dalla capitolazione dell'ideologia autoreferenziale del movimento al nuovo concetto della "prassi teorica " ).

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