Nell'agosto del 1966, dopo una serie di scandali e di arresti per i suoi spettacoli "osceni", Lenny Bruce venne trovato morto a casa sua, per un'overdose di morfina. Aveva 40 anni. Circa un anno e mezzo prima, mentre era in carcere per un'accusa di droga, aveva scritto questa lettera a suo padre.
Caro Padre,
Questa è la storia di un ragazzo e di suo padre che lo ha rovinato. Lui avrebbe voluto una biciletta, e suo padre gliene avrebbe portata una, a casa: e se non fosse stata di suo gradimento, l'avrebbe buttata per terra, dicendo: "Non voglio questa vecchia bicicletta da quattro soldi." E l'avrebbe presa a calci, saltandoci sopra; e il povero padre avrebbe detto, "Va bene, figlio mio, lavorerò 24 ore al giorno e ne avrai una più bella." Più otteneva, più diventava crudele, il figlio. Quando fu più grande, il padre non aveva più soldi, e spese gli ultimi centesimi della sua pensione per fare una festa di compleanno per il figlio. Era una bella festa, con la torta e tutto quanto; così il figlio prese la torta e la sbatté sul pavimento, dicendo, "Io non la mangio questa merda da quattro soldi!" E corse fuori sbattendo la porta in faccia al padre. Cominciò a rapinare banche e stazioni di servizio per ottenere quello che voleva; e alla fine uccise qualcuno e lo aspettava la sedia elettrica. Nel braccio della morte, il povero padre piangeva. "Oh, figlio mio, dove ho sbagliato con te?" E il figlio disse, "Vieni qui padre. Voglio dirti qualcosa all'orecchio." Il vecchio si chinò per ascoltare e il figlio gli strappò via l'orecchio con un morso. Sono in prigione perché mi hai rovinato.
Ti amo,
Lenny
fonte: www.lettersofnote.com
1 commento:
bisogna saper dir di no, quando occorre senza annullarsi, oppure era già nullo di per sé questo padre.
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