giovedì 7 marzo 2013

el peluchi

ahora

Fu il primo ad entrare nel "Cuartel de la Montaña", la Caserma della Montagna, a Madrid, in quel luglio del 1936. Il primo miliziano, dopo quell'assalto, ad affacciarsi al balcone, le braccia cariche di quei fucili di cui aveva fatto man bassa, e di cui la caserma era piena; serviranno ad armare le prime milizie dirette al fronte a combattere i fascisti. Urla, chiama per attirare l'attenzione, per condividere quella vittoria, per far vedere cosa si può fare, cosa bisogna fare, cosa bisogna continuare a fare. Un ragazzo, un torero, uno dei tanti, Mariano Sánchez Cabañas, detto El Peluchi. Dopo la guerra, verrà chiamato a pagare il suo conto. Le autorità franchiste lo perseguiranno, per quella fotografia.
Il 3 giugno del 1939, Mariano Sánchez Cabañas, di professione torero, in una testimonianza, riconosce di essere stato presente (le prove sono schiaccianti), insieme ad alcuni amici, quando venne assaltata la caserma. Dalle sue dichiarazioni, conosciamo un po' della sua vita. Conviveva con una donna francese che poi si mise con un capitano delle Brigate Internazionali, veniamo anche a sapere che è stato affiliato al Partito Comunista, da cui uscirà durante la guerra per essersi accorto che i suoi membri erano della "canaglie". Fra i tanti dati, il più importante è la testimonianza che rilascia, in quanto testimone oculare:

ahoratesti

"A Madrid il 3 giugno del 1939, davanti a questa corte è comparso il testimone annotato a margine, il quale venne informato dell'oggetto della sua comparizione, dell'obbligo che ha a dire la verità, e delle pene in cui incorre il colpevole di falsa testimonianza, avendo giurato secondo le regole, e ...
Interrogato secondo i principi della Legge, ha dichiarato: di chiamarsi come detto sopra, di essere di trentasei anni di età, di essere nato a Madrid e di essere di professione torero non registrato, e con domicilio nel calle Ponzano n° 79.
Interrogato, dichiara: che alla vigilia dell'assalto e cattura da parte delle Truppe Repubblicane della Caserma della Montagna, il dichiarante si incontrava approssimativamente alle tre del mattino, insieme a MANOLO AGÜERO (Matador di tori) un tal PAQUITO ed altri il cui nome in questo momento non ricorda, alla Porta del Sol, da dove al veder passare un cannone di artiglieria trasportato da forze della medesima arma, si diressero alla Caserma della Montagna, marciando per il calle del Arenal, fino alla Plaza de España, dove si raccoglieva una gran turba di gente, che insieme alle Forze Militari, Guardia Civil, d'Asalto e Miliziani si preparavano all'assalto della caserma della Montagna, dove i Militari si erano sollevati; il dichiarante ed i suoi compagni parlavano con tutti questi, i quali dicevano loro: da un momento all'altro si darà inizio all'assalto, per il quale stavano aspettando rinforzi da parte delle truppe repubblicane. E lì rimasero fino a circa le sette del mattino, quando cominciò l'assedio alla caserma, con una gran sparatoria a causa della quale colui che parla ed il suo accompagnatore MANUEL AGÜERO si buttarono a terra, posizione nella quale rimasero approssimativamente cinque minuti e dalla quale alzandosi si diressero verso le scale che si trovano nella Plaza de España, vicino alle stalle, da lì presenziarono all'assedio della caserma, vicino ad un cannone che, a dieci metri dal testimone sparava contro i sollevati. Da lì continuarono a piedi commentando la situazione con le altre persone che incontrarono fino alle nove e mezza del mattino approssimativamente, quando si diressero fino alla caserma per vedere cosa stava succedendo, e fu in quel momento che gli fecero la fotografia che si esibisce in questo momento nella quale appare il dichiarante e che egli riconosce come sua ed indicandola con una freccia e un'annotazione a penna che dice: EL PELUCHI. In quel momento, dice a proposito della caserma, c'era un gran putiferio di spari da quando avevano cominciato a fucilare quelli che fino a pochi momenti prima stavano difendendo la caserma e si erano arresi; tornandosi a sdraiare al suolo per cinque minuti e rialzandosi vide i cadaveri dei militari appena uccisi ad una quindicina di metri da lui. Verso le dieci circa era ritornato a casa sua, che era allora nella calle de Pelayo n° 30, dove viveva con la donna chiamata EUGENIA AUGUSTA (a) LA SUSANA, di nazionalità francese, che attualmente risiede nel suo paese natale dove è andata insieme ad un capitano delle Brigate Internazionali rosse.

Che durante tutto il tempo in cui stette in giro per la Caserma, non vide nessuno che alzava il pugno né che facesse qualsiasi altro saluto marxista, non avendo portato via il testimone nessun tipo di arma, stando tutto il tempo insieme a MANOLO AGÜERO, e dato che con gli altri si era perso in mezzo a quel tumulto di gente. Che attualmente non sa dove si trovi il tal MANOLO, sa solo che vive in questa capitale e che è fratello dell'ex matador di tori Martín Agüero.

Che per la fotografia publicata nel periodico AHORA in cui è raffigurato e che riconosce, si collocò volontariamente davanti all'obiettivo per essere ritratto.

Che ha appartenuto al partito Comunista, dal 20 agosto del 1936, al quale rimase affiliato per approssimativamente un anno e da cui si è ritirato perché i suoi componenti erano delle canaglie.


Letta firmata e sottoscritta.
(varie firme fra cui quella di Mariano Sànchez)

Fin qui la dichiarazione di Mariano Sánchez Cabañas “El Peluchi”, resa subito dopo la fine della guerra. Tutto sembra indicare che il motivo della sua testimonianza è dovuto la fatto di essere apparso in una fotografia pubblicata sulla rivista "Ahora", foto nella quale alcuni lo avevano identificato come "El Peluchi", ed a partire dalla quale, le autorità franchiste arrivarono a lui per interrogarlo.

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