sabato 9 marzo 2013

Diritti d’autore

 

SONO LE CINQUE
Musica di Jacques Dutronc.
Testo di Jacques Lanzman deturnato da Jacques le Glou

Le Peugeot 403 vengono rovesciate
lo sciopero selvaggio è generale
le Ford finiscono di bruciare
gli Arrabbiati aprono le danze

Sono le cinque, Parigi si sveglia (bis)

I blousons noirs fanno gli agguati
lanciano pietre contro i lacrimogeni
i poliziotti cadono ammazzati agli angoli delle strade
le nostre ragazze si trasformano in regine.

La Torre Eiffel ha caldo ai piedi
l’Arco di Trionfo viene rovesciato
la piazza Vendôme è un unico fumo
il Panthéon si è dissolto.

I partigiani sono alle stazioni
a Notre-Dame si affetta il lardo
Parigi ritrova i suoi festaioli
i suoi giocatori d’azzardo e i suoi comunardi.

Tutte le Centrali vengono attaccate
i burocrati sterminati
i poliziotti impiccati senza pietà con le budella dei preti.

Il vecchio mondo scompare
dopo Parigi,il mondo intero.
Gli operai, senza dio, senza padrone
autogestiscono la città.

Sono le cinque,
si sveglia il nuovo mondo.
Sono le cinque,
e noi non avremo mai sonno.

leglou

Ovviamente, la storia comincia con un‘espulsione, quella di Jacques Le Glou dalla Federazione Anarchica Francese, dopo il Congresso di Bordeaux nel 1966. Gli si rimprovera di avere titolato su Le Monde Libertarie: “Due grandi disgrazie per il pensiero onesto in Francia – André Breton è morto e Louis Aragon è ancora vivo”, un articolo sulla morte di André Breton. Comunque aveva già,  lui e il suo gruppo di amici, ricusato Le Monde Libertaire che consideravano colpevole di aver rifiutato degli articoli situazionisti. Le Glou fonda un’Internazionale anarchica e stringe i primi contatti con i situazionisti. Nel maggio 1968 partecipa al Comitato per il mantenimento delle occupazioni (CMDO), creato fin dal primo giorno d’occupazione alla Sorbonne, dove l’influenza di Debord e dei suoi compagni è significativa. Appassionato di canzoni, viene influenzato dagli avvenimenti.
“Per fare come Jules Youy durante la Comune, scrivevo una canzone al giorno. Parlandone con Debord mi ero accorto che anche lui ne aveva scritte molte. Gli ho presentato Francis Lemaunier, un musicista che veniva dal milieu libertario; hanno lavorato assieme”.
Nel 1972, senza alcuna esperienza, decide di fare un disco :Pour finir avec le travail  che uscirà nel 1974. 
Registrammo quattro canzoni; Pierre Barouh ci imprestò il suo studio. Feci un giro tra le case discografiche: nessuna era interessata; trovai 100.000 franchi per produrre l’album. La legislazione dell’epoca sul déturnement era molto dura: ci voleva il permesso dell’editore e dell’autore: Brassens, Ferré, Moustaki si sono rifiutati di darlo. Sono stati Lanzmann e Dutronc che per primi ci hanno consentito di mettere Paris s’éveille nella compilation. Per "Una bicyclette", Barouh aveva scritto le parole, per cui il problema non si poneva. Prevert si fece una gran risata per la nostra "Feuilles mortes". Roda-Gil mi lasciò la sua canzone sui partigiani di Machno dopo essersi fatto un giro al CMDO”.
Le Glou si dedica a Paris s’eville  cambiandone le parole e trasformandola in una canzone incendiaria e sovversiva.

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