Fra i racconti di guerra di mio padre, ricordo, c'era sempre, ricorrente, questa storia dei tedeschi che, mentre si "ritiravano", riuscivano a tenere una postazione, una collina, una montagna, per settimane, con un solo obice, sparando e muovendolo per poi tornare a sparare, e così via. Gli alleati - continuava a raccontare - riprendevano l'avanzata solo quando i tedeschi, dopo aver giudicato di aver durato abbastanza, decidevano di abbandonare la postazione e di ritirarsi. Così per tutta l'Italia centrale.
Come tutte le storie che mi ha raccontato mio padre, era una storia vera.
Le battaglie di Stalingrado (agosto 1942/gennaio 1943) e di Kursk (luglio/agosto 1943) ribaltano le sorti della guerra, e l'Armata Rossa, come un rullo compressore, avanza inesorabilmente verso ovest, verso Berlino. La spinta verso est degli anglo-americani, comincia un po' più tardi; il D-Day si verifica il 6 giugno 1944. Dalla loro testa di ponte in Normandia, gli Alleati corrono attraverso la Francia, i Paesi Bassi e la Germania, nel tentativo di saldarsi all'inarrestabile avanzata dei sovietici.
Questo, più o meno, il sunto della storia! Ma un'occhiata un po' più ravvicinata e attenta, rivela un'immagine più complessa. Lo sbarco in Normandia fu preceduto da un'altra incursione da parte degli Alleati, nell'Europa controllata dall'Asse: l'invasione dell'Italia, il 3 settembre del 1943 (preceduta dallo sbarco in Sicilia, avvenuto il 10 luglio 1943). E la campagna italiana, che risultò essere la più costosa di tutte le operazioni degli Alleati, in termini di perdite di fanteria, in ultima analisi fu irrilevante ai fini dell'esito della guerra. Le truppe tedesche del nord Italia si arresero meno di una settimana prima del giorno della vittoria, l'8 maggio 1945.
Di fronte all'invasione, lo stato fascista si sbriciola rapidamente e la Whermacht assume la difesa della penisola italiana, rallentando l'avanzata alleata ritirandosi strategicamente dietro linee successive.
1 - La "Linea Volturno" è la prima, quella più a sud. Corre dal Tirreno, da Castel Volturno, a nord di Napoli, fino alla Valle del Volturno e poi giù fino al Biferno che sfocia nell'Adriatico, all'altezza di Termoli. I tedeschi abbandoneranno la Linea del Volturno il 12 Ottobre 1943, ritirandosi verso la Linea Barbara.
2 - La "Linea Barbara", 20 miglia più sopra quella del Volturno, verrà infranta quasi un mese dopo, ai primi del novembre 1943. Un mese per percorrere 20 miglia!
3 - La "Linea Gustav", di maggior rilievo, poco a nord del fiume Garigliano, ad ovest, fino al fiume Sangro, ad est. Al suo centro, l'abbazia di Monte Cassino, sugli Appennini, il maggior ostacolo nella marcia degli Alleati verso Roma. Ci vollero 6 mesi di battaglie ed enormi perdite. Esisteva anche una "linea di riserva", accanto alla Gustav, la "Linea Adolf Hitler", ma quando divenne chiaro che sarebbe crollata subito, su insistenza dello stesso Hitler, venne ribattezzata "Linea Senger" (Il generale Fridolin von Senger und Etterlin era una figura intrigante: rampollo di una famiglia aristocratica cattolica, studente a Oxford, tenente nella prima guerra mondiale, membro laico dell'ordine Benedettino, riconosciuto come un efficiente comandante militare e come scettico rispetto al nazismo; il fatto che sia riuscito a portar via i tesori dell'abbazia senza che uno solo dei camion del convoglio venisse attaccato dagli alleati, lascia pensare che ci fosse un "accordo fra gentiluomini"! ). E siamo nel maggio del 1944!
4 - La "Linea Cesare" era l'ultima linea di difesa nazista, prima di Roma. Andava da Ostia a Pescara. Cadde ai primi di giugno del 1944.
5 - La "Linea Trasimeno" e la "Linea Arno"vennero usate dai tedeschi come linee di stallo, in modo che potessero fortificare la cosiddetta "Linea Gotica",a nord.
6 – La “Linea Gotica" correva da Pisa fino a Rimini ed era l'ultima speranza dei tedeschi di riuscire a contenere l'avanzata degli Alleati su per la penisola italiana. La linea tenne per tutto l'inverno 1944/1945, fino all'Aprile del 1945.
La tattica di stallo dei tedeschi aveva funzionato: gli Alleati non riuscirono a superare i confini italiani prima della fine della guerra. I tedeschi erano riusciti a perdere ... lentamente. L'unica cosa che potevano riuscire a fare. Una sorta di "propaganda" che riusciva, in qualche modo, a trasformare tutta una serie di piccole sconfitte in una qualche sorta di vittoria: sì, gli alleati avanzano, ma una lumaca potrebbe farlo più velocemente!
Il manifesto è francese (e proviene da qui), a parte il titolo che vuole richiamare la marcia britannica popolare fra le truppe. durante la prima guerra mondiale. Il grafico in basso a sinistra mette a confronto il record di lentezza (velocità) di una lumaca con quello degli Alleati che avevano invaso l'Italia. Dice che la massima velocità che può raggiungere una lumaca è quella di 80 centimetri al minuto, che si tradurrebbe in 320 chilometri nell'intervallo di tempo fra l'inizio dell'invasione (6 settembre 1943) ed il 1° aprile 1944. In quello stesso tempo, gli Alleati avanzavano per solo 180 chilometri. Una lumaca ci avrebbe messo poco più di metà tempo!
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