Sui commenti di Wittgenstein a proposito del "viaggio sulla Luna”
«Riguardo la varietà di genere dei cosiddetti "viaggi fantastici", se la riferiamo a "Il sogno di un uomo ridicolo", allora vediamo che è probabile che Dostoevskij conoscesse l'opera di Cyrano de Bergerac, "L'altro mondo" oppure, "Storia comica degli Stati e degli Imperi della Luna" (1647-1650), dove abbiamo una descrizione del paradiso terrestre - che si trova sulla Luna - dal quale il narratore è stato espulso per mancanza di rispetto. Egli, nel suo viaggio verso la luna, viene accompagnato dal "demone di Socrate", il quale consente così che l'autore possa introdurre l'elemento filosofico (nello spirito del materialismo di Gassendi). Vista nella sua forma esteriore, l'opera di Bergerac è un autentico romanzo filosofico fantastico. Interessante appare essere anche la satira menippea di di Grimmelshausen, "Der fliegende Wandersmann nach dem Mond" (circa 1659), la cui fonte generale era costituita da un libro di Cyrano de Bergerac. Qui, quel che appare in primo piano è l'elemento utopico. Quella che viene descritta, è l'eccezionale purezza e correttezza degli abitanti della Luna, i quali non conoscono vizi, né crimini, né menzogne, e dove - nel loro paese - la primavera è eterna, vivono a lungo e celebrano la morte con un gioioso banchetto circondati dagli amici. Ai bambini, che nascono con qualche inclinazione verso il vizio, viene fatto fare un viaggio sulla Terra, in modo da impedire loro che possano corrompere la società. (Come nel sogno di Dostoevskij), viene indicata la data precisa dell'arrivo dell'eroe sulla luna».
- Mikhail Bakhtin, Problemas da poética de Dostoiévski, Forense Universitária, p. 170 -
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