Il matriarcato e le origini della disuguaglianza nella prima Scuola di Francoforte
- di Salima Naït Ahmed -
«La prima opposizione di classe, che si manifesta nella storia, coincide con lo sviluppo dell'antagonismo tra uomo e donna nel contesto del matrimonio coniugale; e la prima oppressione di classe, con quella patita del sesso femminile da parte del sesso maschile.» (Friedrich Engels, L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato).
Il marxismo - che oggi viene descritto come "ortodosso", e la cui diffusione viene attribuita in particolar modo al movimento operaio dalla Seconda Internazionale in poi - viene regolarmente assimilato a una vulgata economista del tutto cieca alle questioni di genere. La critica femminista radicale degli anni '70 aveva messo in luce i punti ciechi di questa concezione economicista, la quale ignorava il ruolo della riproduzione, ossia all'interno dell'economia capitalistica (Federici, 1975; Barrett e McIntosh, 1979; Mies e Federici, 2014); ovvero, all'interno di un modo di produzione patriarcale supposto come più antico del capitalismo stesso (Delphy, 1982, 2013). Tuttavia - e come mostra la citazione di Engels - c'è stato un tempo in cui il marxismo considerava il rapporto di genere come un rapporto di classe gerarchico; e più precisamente come il primo rapporto di oppressione di classe. Prima che il marxismo si pietrificasse in una sorta di compendio economicista, l'idea di "ortodossia" era stata persino associata a una critica genuinamente materialista delle relazioni di genere, che era l'antitesi di certe posizioni socialiste considerate come "idealistiche" o "darwiniste", e fortemente criticate da Marx ed Engels, per la loro partecipazione alla naturalizzazione della dominazione maschile.
Questo contributo si propone proprio di riallacciare il rapporto primario esistente tra marxismo e critica anti-patriarcale, facendolo da un punto di vista singolare, che passa per i testi della Scuola di Francoforte che riprendono le tesi etnologiche di Marx, nella loro forma evolutiva rese popolari da Engels ne "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato". Così facendo, metteremo in luce il modo in cui questa scuola di pensiero, nata a Francoforte alla fine degli anni Venti, abbia trasmesso le tesi dell'esistenza di un "matriarcato originario", inteso come una forma politica primitiva segnata dalla preminenza della donna, e da legami sociali orizzontali. Al fine di evitare qualsiasi ambiguità lessicale, va notato fin dall'inizio che il termine "matriarcato" costituisce la traduzione più comune, dal 1903 in poi, del concetto tedesco di Mutterrecht, coniato da Johann Jacob Bachofen (1975) e che letteralmente significa "diritto materno". Negli scritti di Bachofen, la parola non si riferisce strettamente a un vero e proprio soggetto giuridico, quanto piuttosto alle fonti mitiche del diritto, che nelle prime società sarebbero state associate a un principio "femminile-materno". Secondo Bachofen, questo principio si manifesta attraverso alcune credenze religiose che determinano l'organizzazione familiare primitiva attorno a una figura materna, e l'organizzazione sociale matrilineare e matrilocale. Engels e Marx riprendono il termine Mutterrecht, pur ammettendone l'imperfezione, in quanto esso suggerisce anacronisticamente l'esistenza di un diritto nelle società che ne sono prive. Mentre, la scelta di Walter Benjamin di utilizzare lui stesso il termine "matriarcato" nei suoi Scritti francesi per tradurre il tedesco Mutterrecht testimonia un certo cambiamento di significato, che è di fatto già presente nella lingua tedesca. Infatti, se i posteri di Bachofen diffondono l'uso del neologismo Mutterrecht in tedesco, si nota che esso viene spesso inteso come sinonimo della parola Matriarchat (matriarcato), la cui specificità sarebbe l'etimologia greco-latina. In questo articolo viene mantenuto il termine francese "matriarchat", per designare la nozione tedesca di Mutterrecht, così come è stato usato nel corpus di testi di autori della Scuola di Francoforte, a volte in modo intercambiabile con Matriarchat, per designare l'esistenza di un principio di organizzazione sociale orizzontale che precede l'apparizione della proprietà privata associata alla patrilinearità. La "scoperta" di questa forma di organizzazione primitiva, dotata, nelle parole di Marx, di un «senso di uguaglianza che farebbe rabbrividire Proudhon» [Lettera di Marx a Engels del 25 marzo 1868], rivelerebbe allo stesso tempo tanto la storicità quanto la contingenza del patriarcato; in contrasto con le concezioni «di una scienza storica ancora totalmente sotto l'influenza del Pentateuco». Per Marx ed Engels, l'esistenza di un "matriarcato" originale rappresenta un rombo di tuono che potrebbe servire a mettere in discussione tutte le narrazioni dominanti sulla naturalezza del patriarcato. Una vera e propria vessazione inflitta all'androcentrismo, che potrebbe far cadere l'umanità maschile dal suo piedistallo. Nel contesto della ricezione degli scritti etnologici di Marx, questa "scoperta" venne recepita dalla Scuola di Francoforte fin dai suoi primi anni, e lasciò un segno duraturo sulla sua prima generazione. La netta rottura tra la teoria critica e le tesi evoluzioniste, a partire dagli anni '30, non sembra aver messo in discussione l'ipotesi del matriarcato originario, sebbene si basasse su una concezione evoluzionistica dello sviluppo storico. Il tema del matriarcato, d'altra parte, sembra aver acquisito importanza nella Scuola di Francoforte in modo inversamente proporzionale al declino che sperimentato dal lavoro etnologico nella prima metà del XX secolo.
Ci proponiamo qui, di interrogarci sulle ragioni di una tale persistenza tra la metà degli anni '20 e la fine degli anni '30. L'obiettivo è quello di far luce sulle condizioni epistemiche di questo mantenimento, nonché sulle sue determinanti storiche e politiche, soffermandosi in particolare sui ruoli di Carl Grünberg ed Erich Fromm, due figure chiave dell'Institute for Social Research, l'istituzione ufficiale associata alla Scuola di Francoforte. Sono stati così individuati due periodi essenziali. Il primo periodo, dal 1923 al 1931, durante il quale l'Istituto per la Ricerca Sociale sotto la direzione di Carl Grünberg, è segnato dalla trasmissione dell'ipotesi matriarcale di Karl Marx. Una forma di evoluzionismo meccanicistico ereditata da Engels, che ha poi inquadrato la concezione socialista della storia e delle relazioni di genere. In un secondo periodo, breve ma intenso, dal 1931 al 1938, l'Istituto per la Ricerca Sociale produsse per diversi anni fiorenti pubblicazioni sul tema del matriarcato. Sotto l'egida di Erich Fromm, vediamo un'inflessione "culturalista" caratterizzare le pubblicazioni sul genere, che va di pari passo con il tentativo di "liberare" l'ipotesi matriarcale da una comprensione evoluzionistica letterale.
- Salima Naït Ahmed - L'articolo, per intero si può leggere, in francese, su Traces 45/2024 -
Nessun commento:
Posta un commento