sabato 8 giugno 2019

Lettere e libri


La fantastica lettera che Walter Benjamin scrive ad Adorno il 31 maggio del 1935. Scrive da Parigi, dalla sua stanza all'Hotel Floridor, che esiste ancora, al n°28 di Place Denfert-Rochereau. Nella lettera Benjamin parla del suo lavoro, come fa di solito, ma ora sta parlando specificamente del libro dei «Passages», parla di quali sono i riferimenti che lo hanno portato ad un simile progetto (che lo occupa dal 1927). Degno di nota, è anche l'apparire di Brecht, il quale gioca sempre il ruolo di essere un punto di controversia fra Benjamin e Adorno: a partire dal fatto che lei «vedrebbe come una vera e propria sciagura se Brecht dovesse riuscire ad avere una qualche influenza su questo lavoro», scrive Benjamin. Della lunga lettera, rileggendola, oggi a colpire di più è la scena della lettura, che ne fa Benjamin, di Louis Aragon e del suo "Il paesano di Parigi": «di cui mentre sono nella mia stanza non posso leggere più di due o tre pagine senza che il mio cuore cominci a battere talmente forte da costringermi a mettere via il libro. Quale monito! Come se fosse il segnale degli innumerevoli anni che avrei trascorso da solo in tale lettura. Eppure le mie prime bozze per i "Passages" risalgono proprio a quell'epoca». (Corrispondenza Adorno-Benjamin 1928-1940).

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