martedì 11 giugno 2019

Le rovine dell'Illuminismo

« Nella "Dialettica dell'Illuminismo", Adorno e Horkheimer si chiedono: "Perché l'umanità, invece di entrare in uno stato veramente umano, sta affondando sempre più in un nuovo tipo di barbarie?". È possibile continuare ancora a parlare dicendo che il problema della tecnologia è solo quello del suo utilizzo? Continuare a dire che essa sarebbe solo un apparato neutro che può essere usato in modi diversi, a seconda di quali sono i rapporti sociali di produzione? Sotto tale aspetto, il marxismo tradizionale è un erede del liberalismo classico. In quanto tale, ha assunto quello che è lo sviluppo della tecnologia (comprendendola in maniera più ampia in quanto forze produttive) come se fosse una cifra dei progressi della civiltà umana, e come precondizione per arrivare al socialismo. Tuttavia, è impossibile separare la scienza moderna dalla tecnologia, e questa dalle necessità di auto-riproduzione feticistica del capitale. Non a caso, l'attuale crisi del capitalismo è anche il limite del programma della scienza moderna enunciato da Cartesio: "Diventare padrone della natura". La distruzione sociale ed ecologica, non è forse un quadro di riferimento per una critica radicale dei presupposti "mitici" della modernità, i quali si esprimono in quella cieca fiducia per cui la scienza e la tecnica sarebbero solo dei prodotti neutrali di quello che è il processo teleologico dell'emancipazione umana? » ( Marildo Menegat )

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