Lo sradicamento delle «astrazioni talmudiche»: l'antisemitismo, la trans-misoginia ed il progetto nazista
di Joni Alizah Cohen * -
Il 2018 ha visto, a livello mondiale, un forte aumento della violenza antisemita, che è culminata nel massacro di 11 ebrei, avvenuto nel mese di novembre in una sinagoga di Pittsburgh. Ugualmente, ha continuato ad aumentare in maniera esponenziale la violenza contro le persone trans, ed in particolare quella contro le donne trans non bianche; al momento attuale, solo per quest'anno, in tutto il mondo sono stati segnalati 368 omicidi. Quest'anno ha visto anche quello che è stato un attacco concertato alle limitate protezioni di cui beneficiano le persone trans negli Stati Uniti, con la presentazione di disegni di legge volti a sopprimere ogni possibilità di cambiamento legale di genere, e a rimuovere tutte le misure di protezione contro lo stupro e la violenza nei confronti delle persone trans che si trovano in prigione. Tutto questo si accompagna ad una ripresa in tutto il mondo delle politiche nazionalsocialiste e fasciste, cosa che rende sempre più urgente comprendere le logiche che governano il pensiero, l'azione e le politiche fasciste, in modo da poterle combattere nel miglior modo possibile ed evitare quella che è la loro influenza dilagante nelle nostre vite quotidiane. Esiste quindi un legame fra il simultaneo aumento crescente dell'antisemitismo e del trans-femminicidio? Al livello più elementare, la risposta è, ovviamente, sì. Tuttavia, dobbiamo pensare al modo in cui si trovano ad essere collegati. Il legame fondamentale consiste nel fatto che lo sradicamento di questi due gruppi ed il loro incrociarsi fa parte , fra le altre cose, del progetto nazionalsocialista (nazista). Nondimeno, dobbiamo cercare di sapere se si tratta semplicemente di due elementi distinti di nazismo, uniti solo dal fatto di essere veicolati dai medesimi attori politici, oppure se il legame sia ben più profondo. È possibile che, tanto nell'antisemitismo quanto nella trans-misoginia, ci sia una sola ed unica logica in atto?
Parte I - Il nazismo storico e la varianza del genere: dalle istituzioni agli schieramenti
La prima vera correlazione fra l'antisemitismo e la trans-misoginia nazista è apparsa, in Germania alla fine del 19° secolo, come risposta all'emergere del movimento di liberazione gay e trans, e quando raggiunse un nuovo livello di potere nel 1919, con la fondazione, a Berlino, dell'Istituto di Sessuologia. Il fondatore dell'Istituto fu lo scienziato marxista, e ebreo e militante politico, Magnus Hirschfeld. Hirschfeld era impegnato come organizzatore del Partito Socialdemocratico tedesco e dirigeva il Comitato Scientifico-umanitario, il primo gruppo di difesa gay e trans nel mondo. A Hirschfeld viene attribuito l'invenzione del termine «travestito» e «transessuale», e nelle sue ricerche e nei suoi appelli si è opposto alla scienza della sessuologia eugenetica ed omofoba emersa in Germania alla fine del 19° secolo, una scienza che era arrivata a dominare, a livello governativo, i concetti relativi alle questioni della sessualità e del genere, e che aveva profondamente influenzato le politiche in materia di sessualità e di genere del nazismo.
Per arrivare a capire il contesto in cui si inscrive questo Istituto, bisogna innanzitutto comprendere un po' meglio la tendenza eugenetica degli inizi della sessuologia. I gay ed i trans, in quanto persone, venivano raggruppati in un'unica e sola categoria, l'«omosessualità», che veniva definita come se fosse un'«inversione sessuale». Va notato che per i nazisti, l'omosessualità era uno status applicabile solamente a coloro che alla nascita erano stati registrati come uomini. Essenzialmente, la sessuologia eugenetica comprendeva l'omosessualità vista attraverso il prisma del genere, in particolare come se fosse la corruzione dei corpi e della psiche maschile da parte della femminilità. In questa categoria «omosessuale» si trovavano quattro sotto-categorie: la prima, era una leggera inversione sessuale che non influiva sul desiderio; la seconda, un atteggiamento femminile; poi c'era il fatto di vestirsi con abiti femminili; e la più severa, le fantasie relative al fatto di essere una donna, ed il desiderio di un corpo differente. Si può quindi osservare che le persone trans-femminili venivano considerate come se incarnassero la forma di omosessualità più grave, e di conseguenza la più deplorevole. Il fatto di essere trans («Transness») viene inteso come un difetto biologico disgenico che dev'essere sradicato per il bene della specie. Qui probabilmente è importante notare l'esistenza di un piccolo gruppo di nazisti attratti dal loro stesso sesso, incluso Ernst Rohm ed altri membri delle SA. Questi uomini consideravano il loro nazismo come corrispondente ai loro desideri per le persone del loro stesso sesso e, cosa ancora più importante, ritenevano che questo non corrispondesse all'«omosessualità», in quanto si sarebbe invece trattato di un «Eros virile» e non di una femminilizzazione, riflettendo in tal modo quelle che erano le distinzioni riguardo la devianza sessuale così come venivano stabilite nel modello della sessuologia [*1]. Di conseguenza, appare che l'omofobia - nel modo in cui oggi la intendiamo, benché sia in pratica assai importante - nell'ideologia del nazismo non sia né fondamentale né universale, mentre lo era invece ciò che d'ora in poi chiameremo «trans-misoginia». E per aver commesso il crimine di essersi opposto a questa corrente della scienza eugenetica, non sorprende che Hitler abbia definito Magnus Hirschfeld come «il più pericolo ebreo che ci fosse in Germania» e che i militanti nazisti tappezzassero regolarmente la sua residenza con dei manifesti sui quali si poteva leggere: « Dr Hirschfeld un pericolo pubblico: gli ebrei sono il nostro fallimento!» [*2] L'istituto era stato il centro dell'inizio del movimento di emancipazione omosessuale in Germania. Fra le sue numerose realizzazioni: uno studio scientifico sulla varianza sessuale e di genere, il quale non cercava di correggere o di guarire, ma di liberare; questo includeva lo sviluppo delle prime tecniche di terapia di sostituzione ormonale e delle chirurgie di affermazione di genere; delle speciali carte di identità fornite dallo Stato per le persone (che allora venivano designate come travestite, riconoscendo la loro identità di genere ed i nomi scelti, proteggendoli, almeno legalmente, dall'incarcerazione e dall'arresto da parte della polizia; e, fondamentalmente, un rifugio ed una comunità per i gay e i trans.
l 6 maggio del 1933, il movimento nazista degli studenti e gli Sturmabteilung [i reparti di assalto, le SA] fecero un'incursione nell'edificio dove si trovava l'Istituto, portando via anni ed anni di documenti di ricerca per poi bruciarli pubblicamente in strada. Numerose persone che lavoravano nell'Istituto vennero arrestati e mandati nei campi di concentramento recentemente aperti. Hirschfeld, che a quel tempo stava facendo un giro di conferenze in Svizzera, si vide revocata la cittadinanza, e morì in esilio due anni dopo.
Non c'è dubbio che le motivazioni politiche che c'erano dietro la distruzione di quest'Istituto non solo erano basate sull'omofobia e la transfobia, ma erano anche intese come fondamentalmente legate ad una concezione antisemita degli ebrei e della cospirazione ebraica. Hirschfeld e molti scienziati ed intellettuali coinvolti nell'Istituto erano ebrei; anche Walter Benjamin vi è rimasto per un po' di tempo. L'Istituto era considerato dai nazisti come un centro degli intellettuali ebrei marxisti per i loro piani funesti volti ad indebolire la purezza della biologia e della cultura della razza ariana. Questo legame storico che il nazismo aveva stabilito esistesse tra la liberazione ebraica e quella trans verrà discusso in maniera più approfondita nel proseguimento di questo articolo.
Quello che seguì a questo evento - che è stato allo stesso tempo sia un atto fondatore del nuovo regime nazista che un cataclisma nella storia della liberazione trans - fu una campagna permanente, portata avanti dalla polizia dello Stato tedesco, di arresti, di condanne e di incarcerazioni di «omosessuali». Molti di coloro che vennero rilasciati dopo la loro incarcerazione per reati comuni, vennero nuovamente arrestati dalla Gestapo e deportati poi nei campi di concentramento. È interessante notare come numerosi casi di giudizio nei confronti di persone accusate di omosessualità, spesso non venivano punite con l'esecuzione o la deportazione, ma rimanevano all'interno del normale sistema carcerario. Un'area di ricerca storica che intendo esplorare, ma che secondo quella che è la mia conoscenza non è stata ancora studiata, riguarda la correlazione tra la deportazione in campi di concentramento messa in atto dalla Gestapo e la femminilità, il travestitismo e l'identità trans degli accusati. Tuttavia, può essere osservato che il 13 novembre 1934, l'amministrazione della città di Amburgo aveva chiesto al capo della polizia di «prestare particolare attenzione ai travestiti, e se necessario consegnargli ai campi di concentramento» [*3]. Se ne può dedurre a priori che oggetto principale della persecuzione nazista degli «omosessuali» era infatti la varianza di genere implicita nella loro comprensione dell'omosessualità, più pronunciata nelle persone che mostravano manifestatamente delle caratteristiche femminili tali da abbigliarsi con abiti femminili e da adottare nomi femminili. È risaputo che nei campi di concentramento, i prigionieri che venivano classificati come «omosessuali» erano obbligati a portare dei triangoli rosa sulle loro uniformi di prigionieri. Ad essere meno note, sono invece le sperimentazioni mediche che vennero condotte sui prigionieri che portavano un triangolo rosa, con il progetto di trovare un rimedio radicale all'inversione sessuale. Un medico nazista danese, Carl Værnet, ha condotto degli esperimenti nel campo di concentramento di Buchenwald, nei pressi di Weimar, nel sud della Germania. [*4] Negli esperimenti era incluso l'inserimento chirurgico di ghiandole ormonali artificiali nell'ano dei prigionieri che portavano un triangolo rosa, per tentare di correggere lo squilibrio ormonale che si riteneva causasse tale inversione sessuale. Questi esperimenti venivano supervisionati da Heinrich Himmler e si possono perciò immaginare come i metodi e i discorsi che circondavano questi «trattamenti» fossero del tutto corrispondenti a quella che era la concezione nazista della varianza sessuale vista come ultimo stadio dell'omosessualità. Sembra quindi che l'immagine della persecuzione degli «omosessuali» da parte dei nazisti dedotta da questi elementi, possa essere meglio compresa attraverso il prisma del genere e di quello che oggi chiameremmo la «trans-misoginia».
Parte II - Il nazismo tardivo e l'«ideologia transgender»
Ma in che modo questa ossessione nazionalsocialista per la trans-misoginia corrisponde alla loro visione antisemita del mondo? Per meglio comprenderlo, dobbiamo guardare al pensiero neo-nazista e di estrema destra in quelle che sono le sue forme attuali. Gran parte di quello che è il pensiero neo-nazista sul sesso e sul genere assume la forma di una storiografia che concerne specificamente gli inizi della sessuologia emancipatrice precedentemente discussa, così come pone un'enfasi sul pensiero antifascista dei famosi pensatori ebrei della Scuola di Francoforte, durante e subito dopo il periodo nazista.
Si può cominciare dalla figura di Kevin Macdonald, uno psicologo evoluzionista antisemita e secondo la "Anti-Defamation League", l'«accademico preferito dai neo-nazisti». La sua opera può essere considerata come la chiave di volta dell'ideologia antisemita contemporanea e costituisce la spina dorsale teorica di gran parte del pensiero nazional-socialista contemporaneo, per quel che concerne il rapporto tra gli ebrei ed il cosiddetto «trans-genderismo». Macdonald ha pubblicato una serie di quattro libri noti come «The Culture of Critique series», in cui cerca di tracciare e di spiegare l'influenza ebraica in seno ai movimenti sociali emancipatori del 19° e del 20° secolo. Classicamente, egli attribuisce un immenso potere sociale agli ebrei, considerando in maniera generale gli ebrei come degli agenti clandestini infiltrati in diversi movimenti come il bolscevismo, la socialdemocrazia e, più tardi, la lotta anti-coloniale, la liberazione gay e trans, il femminismo ed il movimento del Black Power; tutti finalizzati a sabotare la cultura occidentale e le norme societarie [*5]. Tutto ciò, ci viene spiegato, in modo da produrre quei tipi di società nelle quali le condizioni favorevoli all'emergere dell'antisemitismo verrebbero distrutte. Egli cita gli studi sulla psicologia nazista e fascista, portati avanti da Adorno ed altri sulla personalità autoritaria, che spiegano come il fascismo abbia maggiori probabilità di svilupparsi in delle società nelle quali esiste uno stretto controllo sulla morale sessuale e dei ruoli legati al genere [*6]. Di conseguenza, considera come sia nell'interesse degli ebrei indebolire tali norme societarie - la famiglia nucleare, l'obbligo all'eterosessualità, così come una rigorosa binarietà dei generi - al fine di prevenire lo sviluppo del fascismo. In sostanza, gli ebrei orchestrano la trasformazione della società attraverso i movimenti sociali, in quanto si tratta di un progetto motivato dal loro proprio interesse di sicurezza etnica. La liberazione sociale realizzata dalla sinistra (in senso ampio), viene riconfigurata come l'effetto di un'offensiva del darwinismo sociale da parte del gruppo etnico ebraico al fine di proteggersi e moltiplicarsi. Viene costruita una grande narrazione politica in cui la lotta darwiniana tra gli ebrei e gli ariani, dove le vite e la liberazione degli altri vengono considerate come se fossero delle semplici pedine in questa partita di scacchi generale.
È possibile osservare sulla rivista online "The Occidental Observer" (fondata da Macdonald) i seguaci di Macdonald, per vedere così come sia stata applicata questa prospettiva rispetto al «movimento transgender» contemporaneo. Nel suo articolo, "Jill Soloway and the «Transgender» Agenda", Brent Sanderson analizza "Transparent" (ironicamente, si tratta proprio della trasmissione che mi ha fatto riflettere sull'argomento), l'emblematico show televisivo di Soloway, come se esso fosse un'arma dell'industria culturale dominata dagli ebrei per propagare l'«ideologia transgender». Egli afferma che: Con la legalità apparentemente assicurata dal «matrimonio gay» (un risultato in gran parte ottenuto grazie agli sforzi degli ebrei), l'obiettivo del programma «politico dell'identità» (ebraica) viene ora spostato sulla decostruzione del punto di vista occidentale tradizionale relativo a cosa significhi essere un uomo o una donna [*7]. Egli è contento di poter citare Jill Soloway inserendo il suo lavoro nel contesto di una tradizione ebraica della produzione culturale volta a «ricreare una cultura che ci possa difendere dopo l'Olocausto» [*8]. La solidarietà con altri gruppi emarginati a proposito di questioni intersezionali, viene ridefinita come se fosse incessantemente al servizio di interessi personali. Infatti, altrove, fa una battuta dicendo che l'«intersezionalità è una parola ebraica», mostrando come questa relazione tra movimenti di giustizia sociale ed ebraicità venga semplicemente e continuamente rafforzata nel vernacolo dei neo-nazisti [*9].
Un altro articolo presente sullo stesso sito web, "The Assault on Gender and the Family : Jewish Sexology and the Legacy of the Frankfurt School", fornisce un resoconto dettagliato di quello che è il coinvolgimento ebraico nell'inizio della sessuologia emancipatrice. Le politiche emancipatrici e la scienza basata su un rispetto della differenza, vengono considerati come un'invenzione ebraica:
«Il ruolo unico svolto dall'ebraismo nella storia mondiale, è stato quello di rivendicare il concetto di differenza in opposizione alla forze omogeneizzanti considerate come rappresentanti dell'essenza della civiltà occidentale. I sessuologhi ebrei e i commentatori sociali si sono alleati per far avanzare le teorie dell'inversione sessuale, allontanandosi dalle interpretazioni che includono questi come la degenerazione, il declino demografico e la realtà biologica, per dirigersi, invece, verso delle astrazioni talmudiche, inclusa la natura dell'amore romantico e la natura asserita come fluida del genere e del sesso» [*10].
Occorre notare che «talmudico» viene qui utilizzato in senso duplice. Innanzitutto, si tratta di un riferimento ai libri di commenti ebraici della Torah, e quindi di un riferimento all'ebraicità in quanto tale. In secondo luogo, il termine viene usato colloquialmente per fare riferimento alla difficoltà e alla complessità, o, in questo caso, all'astrazione per cui è noto il Talmud. Da questo, di conseguenza, abbiamo un perfetto esempio del modo in cui il discorso nazista raggruppa gli ebrei e la pluralità dei generi visti come astrazione. Questa opposizione all'astrazione, più avanti, in questo articolo, sarà essenziale ai fini della comprensione della logica del nazionalsocialismo.
Fra tutti i prodotti più nascosti dell'estrema destra, la catena video InfoWars, diretta da Alex Jones, è stata quella che ha notoriamente denunciato il complotto ebraico - attraverso il termine, a doppio senso, di «globalisti» - volto a corrompere la biologia, ed in particolare per indebolire il livello ormonale maschile. Uno dei suoi pezzi più famosi consisteva nel diffondere l'idea che i globalisti (leggi: Ebrei) stessero avvelenando le riserve d'acqua con degli ormoni femminili, «producendo queste fastidiosi ranocchi gay» [*11]. Infowars ha dischiarato esplicitamente di essere interamente finanziato dalla vendita di prodotti per la vita quotidiana, fra cui ci sono integratori vitaminici, filtri per l'aria e per l'acqua, caffè. Per ognuno di questi articoli viene indicato, come caratteristica principale, la protezione di quelli che sono i livelli ormonali dei corpi - «Super Male Vitality è stato progettatto per aiutare il corpo a che gli sia garantito un normale livello di testosterone negli uomini» [*12]. In questa pubblicità, si può sentire risuonare l'eco di Buchenwald e possiamo vedere come il nazismo si ritenga impegnato in una guerra culturale contro gli ebrei per quanto riguarda la questione dei ruoli legati al genere e alla variazione di genere/sessuale. Ma come abbiamo visto nel regime nazionalsocialista originale, il nazismo ritiene anche che il terreno fondamentale di questa guerra sia la biologia. Nel pensiero nazista e di estrema destra viene espressa una grande angoscia, la quale è di certo costantemente legata all'indebolimento biologico della razza bianca, ma anche dell'uomo bianco e del suo equilibrio ormonale, del suo livello di testosterone. L'ontologia politica nazista considera la biologia come uno dei terreni, se non il più importante, della lotta politica. Questa è una cosa che sappiamo e che è parte della nostra comprensione della teoria razziale nazista, ma ciò che è stata trascurata é la centralità della purezza e della sicurezza endocrinologica ed il corollario del genere/sesso del progetto eugenetico nazista della purezza razziale.
Parte III - La logica isomorfica dell'antisemitismo e della trans-misoginia
Quindi, si può tranquillamente affermare che la trans-misoginia e l'antisemitismo sono entrambe parti integranti della visione del mondo nazionalsocialista. Tuttavia, quanto abbiamo precedentemente detto è stata principalmente una descrizione delle prospettive e delle azioni del nazionalsocialismo, che spiegano quale sia l'intreccio tra la loro trans-misoginia e il loro antisemitismo; ma tutto ciò non spiega affatto il motivo per cui siano così intricatamente interconnessi né, peraltro, quale sia la logica essenziale dalla quale si originano entrambe le cose. Senza uno studio minuzioso della logica che sottende questi elementi dell'ideologia nazista, si rischierebbe di considerare il nazismo come se fosse un semplice conglomerato di distinte discriminazioni, e contro le quali si potrebbe lottare separatamente. Io penso che il nazismo dev'essere sconfitto una volta per tutte, non dobbiamo sottovalutarlo, scambiandolo per una semplice fenomeno psicologico che occupa un posto importante, ma dobbiamo invece affrontare quella che è la sua struttura coerente come un insieme disordinato di più odi ed avversioni incoerenti e perfino contradditori. Tuttavia, e seguendo Postone, «Il mio intento non è quello di negare le spiegazioni socio-psicologiche o psicoanalitiche, ma di evidenziare un quadro storico-epistemologico di riferimento, all'interno del quale si possono inscrivere delle specifiche psicologiche» [*13].
L'antisemitismo come anticapitalismo tronco - L'ebreo come astrazione
Questo progetto, che consiste nello svelare e nello smascherare una logica fondamentale del nazionalsocialismo, si inscrive nell'eredità del grande teorico marxiano ebreo Moishe Postone che, nel suo emblematico studio "Antisemitismo e nazionalsocialismo", sviluppa una teoria assai convincente, il cui potere esplicativo comprende in sé una gran parte di elementi in apparenza contraddittori della teoria e della pratica nazionalsocialista. Nel paragrafo che segue, tenterò di esprimere ciò che penso siano i punti essenziali delle loro tesi.
L'approccio di Postone all'antisemitismo moderno, è portatore di una logica unificante di un certo numero di elementi disparati di quello che è il progetto nazionalsocialista, sia per le loro idee sia per il modo in cui il regime ha agito nei fatti. Alcuni di principali aspetti dell'antisemitismo nazionalsocialista che devono essere spiegati sono:
1 - Gli ebrei si vedono attribuito un enorme potere, ma questo potere non si manifesta direttamente, ma piuttosto viene mediato attraverso numerose modalità di apparizione.
2 - Gli ebrei vengono riconosciuti come la personificazione, non solo del denaro e del capitale finanziario, ma anche del capitalismo visto come totalità: le modalità di antagonismo che produce (il bolscevismo, un proletariato organizzato) e, inoltre, le trasformazioni culturali della modernità che accompagnano il suo sviluppo.
3 - Il nazionalsocialismo mira al completo sradicamento degli ebrei, non solo come mezzo per raggiungere i suoi fini, ma come un fine in sé [*14].
4 - Il nazionalsocialismo considera ogni antagonismo politico attraverso il prisma biologizzante del darwinismo sociale, nel quale la salute e la purezza biologica dei gruppi razziali sono di primaria importanza nella lotta universale per la supremazia.
5 - Il nazionalsocialismo sosteneva di difendere la Volksgemeinschaft [comunità nazionale] «premoderna» autentica e radicata, con la sua definita e delimitata unità di sangue, di terra e di lavoro artigianale. Ma allo stesso tempo, ha attuato uno sforzo di produttività e un'industrializzazione completa di quella che era l'economia tedesca applicata per mezzo dello Stato - «Hitler, per quanto abbia parlato di sangue, ha tuttavia costruito la macchina» [*15].
6 - Fondamentalmente, il nazionalsocialismo è «un movimento che, nella comprensione che aveva di sé stesso, si pensava come una rivolta» [*16].
Tutti questi elementi del progetto nazionalsocialista devono essere spiegati correttamente e le loro apparenti contraddizioni devono essere mostrate come provenienti da una precedente logica coerente. Come possono gli ebrei essere responsabili del capitalismo, della sua crisi, del socialismo, della «degenerazione» gay e trans e, in seguito, di tutti i movimenti sociali emancipatori del periodo successivo alla seconda guerra mondiale? Come può Hitler considerare sé stesso come un rivoluzionario contro la modernità nello stesso momento in cui impone una modernizzazione completa dell'economia tedesca? Rispetto a tutto questo, il potere esplicativo di Postone affonda le sue radici nel proprio marxismo, ed in particolare nella sua critica del «marxismo tradizionale», focalizzandosi sulla forma valore.
La teoria della forma valore spiega che «quando i marxisti [del movimento operaio] insistevano sulla "teoria del valore lavoro", lo facevano al livello della questione quantitativa della sostanza e dell'ampiezza del valore, piuttosto che al livello della questione qualitativa della forma del valore» [*17]. Questo porre in evidenza la sostanza, piuttosto che la forma, ha portato a quello che Postone chiama «anticapitalismo tronco». "Endnotes" ne ha dato una spiegazione abbastanza chiara:
«Per Marx, la forma valore è un'espressione del carattere duplice del lavoro nel capitalismo - il suo carattere di lavoro concreto che appare nel valore d'uso, ed il suo carattere di lavoro astratto che appare nella forma valore. Quindi, storicamente, il lavoro astratto è qualcosa di specifico al capitalismo, il fallimento della corretta distinzione di questi due aspetti del lavoro, significa che la forma valore [e quindi il lavoro concreto ed il valore d'uso] viene considerata come se fosse un'espressione del mero lavoro umano, naturale e in quanto tale» [*18].
Quel che appare, in questo anticapitalismo tronco, è il postulato secondo cui il lavoro concreto produce del valore d'uso, come un substrato naturale ed a-storico, sul quale sono state costruite differenti forme sociali di valore. Questo porta quindi ad una feticizzazione del concreto, del lavoro, del valore; la critica del capitale si riduce ad una battaglia tra la purezza del concreto contro le perniciose astrazioni del valore di scambio, del denaro e del capitale finanziario. Ciò esclude ogni critica della forma del lavoro concreto, e perciò quelle che sono le miserie della produzione industriale concreta vengono assolte, e perfino venerate, contro le astrazioni vampiresche della moneta e della finanza (che viene così a rappresentare il capitalismo nella sua totalità). La diagnosi di Postone è che questa forma di anticapitalismo tronco che viene ripreso nel nazionalsocialismo, e che permette a questo di apparire e di concepirsi come una rivolta. Il progetto nazionalsocialista è «socialista» solo nella misura in cui mira a liberare la comunità concreta della nazione dalle perniciose influenze (di quello che è solo una parte) capitalismo. «Il capitale industriale può quindi apparire come il discendente diretto del lavoro artigianale "naturale", in quanto "organicamente radicato", in opposizione al capitale finanziario "parassita" e "senza radici". [...] Questa forma di "anticapitalismo" si basa quindi su un attacco unilaterale all'astratto [...] un attacco unilaterale contro la ragione astratta e contro il diritto astratto o, ad un altro livello, contro il capitale monetario ed il capitale finanziario» [*19].
Da questo punto di vista, rimane solo un passo dalla feticizzazione del lavoro concreto e del valore d'uso ad una politica globale della feticizzazione del concreto. Tutto ciò diventa evidente nelle politiche materialiste volgari nelle quali le categorie sociali vengono ridotte a delle categorie biologiche. Questa forma di feticizzazione del concreto ha la sua nascita nel 19° secolo, quando «i processi organici cominciano a soppiantare la meccanica statica in quanto forma di feticcio. [...] Da quel momento in poi, la forma fenomenica del concreto è più organica» [*20]. E prosegue: «Tutto questo si traduce [...] anche nella proliferazione delle teorie razziali e nell'ascesa del darwinismo sociale alla fine del XIX secolo. La società ed il processo storico vengono sempre più compresi in termini biologici» - abbiamo visto come questo sia evidenziato nel pensiero nazista, precedentemente analizzato, nel quale il biologico viene considerato come il terreno fondamentale della politica e della storia.
Laddove spicca la forza reale della sua analisi, è nell'idea secondo cui non è solamente il «lato [concreto] dell'antinomia che può essere naturalizzato e biologizzato, ma anche il lato astratto, il quale viene biologizzato - nella figura dell'ebreo. Perciò, l'opposizione feticizzata del materiale concreto e dell'astratto , del "naturale" e dello "artificiale", si muta in opposizione radicale tra l'Ariano e l'Ebreo, opposizione che ha un significato storico mondiale» [*21]. Il Volk aryen «organicamente radicato» si oppone agli ebrei erranti «senza radice, cosmopoliti» i quali, nel loro stato diasporico, astratto rispetto ad ogni territorio o nazione, diventano dei candidati perfetti per rappresentare l'astrazione trans-nazionale del sistema capitalista globale. Il fondamento essenziale del nazionalsocialismo, quindi, è «una biologizzazione del capitalismo che viene colto sotto la forma dell'astrazione fenomenale, biologizzazione che trasforma il capitalismo in una "comunità ebraica internazionale"». Il progetto nazionalsocialista è di conseguenza una «soppressione del capitalismo e dei suoi effetti sociali negativi» svolto attraverso il totale sradicamento degli ebrei [*22].
La trans-fobia come critica tronca del genere - le donne trans come astrazione
Ora che abbiamo contribuito con questi elementi di comprensione marxiana, riguardo a quello che è il progetto nazionalsocialista, possiamo mobilitare il medesimo potere esplicativo per concentrarci sulla trans-misoginia nazista e mostrare come, fondamentalmente, essi siano legati l'un l'altro, formando un insieme coerente. Per fare questo, vorrei fare qui intervenire le riflessioni di Mayz Andrez Gonzalez e di Jeanne Neton espresse nel loro libro "The Logic of Gender". In quest'opera, le autrici mobilitano il concetto di critica tronca di Postone, ma lo applicano ad un approccio di genere alla teoria della forma valore. Sostengono l'idea che il carattere duplice della forma valore sia omologo al carattere duplice del sesso/genere:
«Il valore, così come il genere, richiede quello che è il suo altro polo "naturale" (cioè, la sua manifestazione concreta). In effetti, il rapporto duplice tra sesso e genere, visti come le due facce della stessa moneta, è analogo agli aspetti duali della merce e del suo feticismo» [*23]. In tal senso, «il sesso è l'altra faccia del genere», così come il valore d'uso è l'altra faccia del valore di scambio. Inseguendo quest'analogia: «il sesso è il corpo materiale, che, come fa il valore d'uso rispetto al valore (di scambio), si attacca al genere» [*24].
Proprio come c'è il feticismo della merce, così c'è il feticismo del genere. Il genere è l'astrazione reale che agisce sui «corpi [materiali] in modo tale che appare come una caratteristica naturale dei corpi stessi». Tuttavia, possiamo pensare questo feticismo come se esso apparisse sempre sotto la stessa forma attraverso la storia del capitalismo. In realtà, gli sforzi dei movimenti di liberazione femminista, queer e trans hanno conosentito dei grandi progressi nella denaturalizzazione del genere; purtroppo, il neoliberismo si è in qualche modo appropriato di questi progressi e ha mercificato la denaturalizzazione del genere come una forma “sovversiva” di consumo» [*25]. Tuttavia, possiamo dire di questo processo che esso «denaturalizza il genere nello stesso momento in cui naturalizza il sesso» [*26]. Ciò porta ad una comprensione del genere/sesso in cui il genere viene considerato come una costruzione sociale (un'astrazione), ma la naturalizzazione del sesso viene raddoppiata. Di conseguenza, il genere è storico e modificabile, allorché il sesso costituisce il substrato naturale e trans-storico sul quale viene scritto. Seguendo Postone, le autrici spiegano che «trans-storicizzazione del sesso è analoga ad un critica ridotta del capitale, che pretende che il valore d'uso sia trans-storico, anziché storicamente specifico del capitalismo». Se prendiamo la struttura dell'argomentazione di Postone che riguarda l'antisemitismo e che noi qui applichiamo, si comincia a percepire dove la critica tronca del genere situi il sesso visto come realtà concreta da proteggere dalle perniciose astrazioni del genere [*27]. Nella prospettiva nazionalsocialista della feticizzazione del concreto, la realtà biologica concreta del sesso appare come se fosse fondamentale e pura, parallelamente ad una rigorosa rinaturalizzazione del genere come reazione all'integrazione di una natura denaturalizzata sotto il capitalismo tardivo. Per il nazionalsocialismo, il primato del sesso viene rafforzato, in opposizione alle «astrazioni talmudiche» dei generi multipli e fluidi, che vengono quindi presentati come la forza perniciosa che cerca di dominare, o addirittura di distruggere il sensuale dimorfismo sessuale, semplice e concreto così come la naturale binarietà dei ruoli di genere che conseguono. Nello stesso modo in cui gli ebrei diventano le manifestazioni concrete dell'astrazione del capitalismo e delle legge del valore, la donna trans diviene la manifestazione concreta dell'astrazione e della denaturalizzazione del genere. La donna trans è una donna priva del concreto background biologico della femminilità. È una donna a livello astratto, separata dalla sua base biologica e, di conseguenza, dalla sua utilità nella conduzione della riproduzione della razza ariana in questa grande lotta darwiniana. Per il nazismo, rappresenta tutto ciò che è detestabile nella femminilità, senza che abbia alcun interesse biologico per compensarlo. Inoltre, rappresenta i peggiori eccessi della degenerazione culturale della modernità e del capitalismo contemporaneo. Proprio come gli ebrei «senza radici, cosmopoliti» rappresentano l'astrazione, in quanto non sono radicati in alcuna nazione, le persone trans dimostrano uno sradicamento cosmopolita nei confronti del genere/sesso - in spregio a qualsiasi ancoraggio nel sesso e di qualsiasi fedeltà al genere. Sono un prodotto della cultura così astratta e malata, ai loro occhi, che incoraggia attivamente la corruzione della purezza del sesso biologico e la distruzione dei ruoli di genere, così essenziali nella battaglia per il dominio razziale. Per il nazismo, l'idea secondo cui gli uomini ariani di buona razza possano negare risolutamente la mascolinità, la virilità e la fertilità - e che lo facciano con interventi ormonali e chirurgici sul sesso biologico - è più di quanto possono sopportare. In quanto tali, le donne trans, e del resto le persone trans in generale (anche se la maggior parte dell'odio è diretta verso quei maschi cui è stato assegnato alla nascita), vengono aggiunte all'elenco delle astrazioni da sradicare in quella che è l'attuazione del progetto nazionalsocialista.
Conclusione: la cospirazione ebraica del «trans-genderismo»
Naturalmente, questa teoria solleva delle questioni che hanno a che fare con i rapporti tra l'antisemitismo nazista e la trans-misoginia. Una delle modalità di questo progetto di sradicamento dell'astrazione ha la precedenza sugli altri? Oppure operano simultaneamente? E le donne trans si vedono investite della stessa Agentività totale ed astratta di cui sono investiti gli ebrei? Fino a che punto la trans-misoginia del nazionalsocialismo è essenziale alla sua logica di governance? E la feticizzazione del concreto porta necessariamente alle atrocità della Shoah? A queste domande vorrei rispondere in maniera provvisoria, sebbene pensi che esse troveranno la loro risposta nel corso degli eventi reazionari, dal momento che l'antisemitismo e la trans-misoginia sono emersi entrambi simultaneamente dalla logica del feticismo del concreto. Non sono affatto identici, ma sono nati dalla medesima logica fondamentale. Il feticismo del concreto non porta inesorabilmente all'attuazione del progetto di sterminio nazionalsocialista. Per fortuna, dal momento che questa logica la si ritrova storicamente, ed oggi è alla base di molte altre posizioni politiche. Essa diventa effettivamente nazionalsocialista allorché gli ebrei (o le donne trans) vengono identificati come la personificazione dell'astrazione. Fino a quando perdura l'odio feticizzato per l'astrazione, in astratto, si tratta semplicemente e solo di una condizione di possibilità dell'antisemitismo e della trans-misoginia. Tuttavia, penso che nella riflessione cosciente dei pensatori nazisti, per quanto riguarda gli effetti perniciosi dell'astrazione, sia l'ebreo a prevalere. In effetti, è l'ebreo che ha inventato il «transgenderismo» come un'arma in quello che è il suo vasto arsenale mobilitato per indebolire la purezza e la supremazia della razza ariana (come abbiamo precedentemente visto). Per il nazionalsocialismo, l'ebreo è l'astrazione per eccellenza, ed è di conseguenza responsabile della concezione e delle diffusione di tutte le altre astrazioni. È questo che si trova alla base della concezione dell'ideologia di genere visto come uno dei progetti della cospirazione ebraica. Non si tratta solo del fatto che gli ebrei rappresentano l'astrazione, ma gli è che l'astrazione stessa è, per sua natura, ebrea, talmudica. La donna trans rappresenta il coronamento del progetto dell'astrazione talmudica - un essere così pervertito in rapporto a tutto ciò che è concreto, naturale, puro e buono. Essa è il mostro di Frankenstein, oppure, in maniera più appropriata, il Golem di Rabbi Loeb, concepito contro la natura a partire da quelle che sono le astrazioni numeriche della Kabbalah. Essa è la più abominevole delle creazioni degli ebrei e dev'essere sradicata insieme a lui.
- Joni Alizah Cohen - Pubblicato il 5 giugno 2019 su CONTRETEMPS-
Note
[*] - Joni Alizah Cohen è una studentessa ricercatrice che si occupa di femminismo marxista, fondatrice di Invert Journal ( http://invertjournal.org.uk/ ), oltre ad essere una delle organizzatrici della Women’s Strike Assembly e della Feminist Antifascist Assembly.
[1] Laurie Marhoefer, « Queer Fascism and the End of Gay History », NOTCHES (blog), 19 June 2018, http://notchesblog.com/2018/06/19/queer-fascism-and-the-end-of-gay-history/.
[2] Eleni Mancini, Magnus Hirschfeld and the Quest for Sexual Freedom: A History of the First International Sexual Freedom Movement (London: Macmillan, 2010). p. 101.
[3] « Remember Our History», Transgender Day of Remembrance (blog), 1 August 2011, http://www.tgdor.org/2011/08/01/history/.
[4]Peter Tatchell, « The Nazi Doctor Who Experimented on Gay People?–?and Britain Helped to Escape Justice», The Guardian, 5 May 2015, sec. Opinion, https://www.theguardian.com/commentisfree/2015/may/05/nazi-doctor-gay-people-carl-vaernet-escaped-justice-danish.
[5]Kevin Macdonald, The Culture of Critique: An Evolutionary Analysis of Jewish Involvement in Twentieth-Century Intellectual and Political Movements, 2002.
[6]Theodor W. Adorno, The Authoritarian Personality, Abridged ed. (New York: New York, 1982).
[7]« Jill Soloway and the “Transgender” Agenda, Part 1 » – The Occidental Observer, accessed 14 December 2018, https://www.theoccidentalobserver.net/2015/10/09/jill-soloway-and-the-transgender-agenda-part-1/.
[8]Ibid.
[9]Andrew Anglin, « Satanic “Genius Healer” of the Jews Peterson Appears with Turkish Necromancer for Dark Ritual », Daily Stormer (blog), accessed 14 December 2018, https://dailystormer.name/satanic-genius-healer-of-the-jews-peterson-appears-with-turkish-necromancer-for-ritual/.
[10]« The Assault on Gender and the Family: Jewish Sexology and the Legacy of the Frankfurt School, Part One » – The Occidental Observer, accessed 14 December 2018, https://www.theoccidentalobserver.net/2015/12/26/the-assault-on-gender-and-the-family-jewish-sexology-and-the-legacy-of-the-frankfurt-school-part-one/.
[11] Terrance the Psychonaut, Alex Jones ‘Turning the Freaking Frogs Gay’, accessed 14 December 2018, https://www.youtube.com/watch?v=_ePLkAm8i2s.
[12]« Super Male Vitality», Alex Jones Infowars Store, accessed 14 December 2018, http://www.infowarsshop.com/Super-Male-Vitality-_p_1227.html.
[13]Moishe Postone, « Antisémitisme et national-socialisme », Marx est-il devenu muet ? Face à la mondialisation (La Tour d’Aigues : Editions de l’Aube, 2003), p. 86.
[14] Appare evidente nella decisione in apparenza suicida del regime nazista, nel momento in cui stava perdendo la seconda guerra mondiale, di utilizzare in maniera prioritaria le risorse al fine dello sterminio continuato degli ebrei, piuttosto che mobilitare tali risose per combattere l’Armata rossa.
[15]Moishe Postone, « Antisémitisme et national-socialisme », art. cit., p. 97.
[16]Ibid., p. 83.
[17]Endnotes, « Communisation and Value-Form Theory by Endnotes », accessed 15 December 2018, https://endnotes.org.uk/issues/2/it/endnotes-comunizzazione-e-teoria-della-forma-valore.
[18] Endnotes.
[19]Moishe Postone, « Antisémitisme et national-socialisme », art. cit., p. 96 et 99.
[20]Ibid., p. 95–96.
[21]Ibid., p. 99–100.
[22]Ibid., p. 100–101.
[23] Endnotes, « The Logic of Gender by Endnotes », accessed 26 November 2018, https://endnotes.org.uk/issues/3/en/endnotes-the-logic-of-gender.
[24]Endnotes.
[25]Pour voir cela en action, il n’y a qu’à regarder les atrocités telles que la supposée bière non-binaire Brew Dog : « NO LABEL – THE WORLD’S FIRST NON–BINARY, TRANSGENDER BEER », BrewDog, accessed 15 December 2018, https://www.brewdog.com/lowdown/blog/no-label.
[26]Endnotes, « The Logic of Gender by Endnotes ».
[27] Infatti è questa la logica che domina il femminismo trans-fobico contemporaneo. Affronterò questo argomento in maniera più approfondita in un prossimo articolo.