venerdì 4 ottobre 2019

Licenze… storiche

La biofiction è un genere moderno. Nata con le Vies imaginaires di Marcel Schwob alla fine dell’Ottocento, è letteralmente esplosa negli ultimi decenni, anche grazie all’idea (tipicamente postmoderna) secondo cui non sarebbe più possibile, oggi, una distinzione netta tra fact e fiction. Nella prima parte del libro viene delineata una teoria narratologica della finzione biografica che dimostra, tra l’altro, come la finzionalità di un testo narrativo non dipenda necessariamente dal dire cose non vere, ma piuttosto dall’adozione di particolari modalità enunciative o pragmatiche. La seconda parte, invece, traccia una breve storia comparata del genere, raccontandone la lenta emancipazione dal romanzo storico, valorizzando il carattere fondativo di alcuni modelli (Io, Claudio di Robert Graves, Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, La morte di Virgilio di Hermann Broch) e seguendo gli sviluppi più recenti nella letteratura francofona (Michon, Mertens, Carrère, Echenoz) e anglofona (Burgess, Coetzee). Un rilievo particolare viene dato, per la prima volta, alle scritture biofinzionali italiane, da Antonio Tabucchi e Claudio Magris a Michele Mari, Nanni Balestrini, Bruno Arpaia, Alessandro Zaccuri, Tommaso Pincio, Davide Orecchio, Antonio Scurati e altri.

(dal risvolto di copertina di: Riccardo Castellana, "Finzioni biografiche. Teoria e storia di un genere ibrido". Carocci editore.)

Pensieri segreti e finali a sorpresa: come t’invento la vita dei personaggi storici
- di Lorenzo Marchese -

Ciascuno di noi ha una sola vita da vivere e modi infiniti per immaginarne altre: o, come recita un verso del 1935 di Montale, «Occorrono troppe vite per farne una». Da questa consapevolezza parte Riccardo Castellana, che nel suo Finzioni biografiche s’impegna a ricostruire teoria e pratica di un genere letterario fortunato della nostra contemporaneità: la biofiction. Il termine, coniato da Alain Buisine nel 1991, indica la forma che racconta «le vite di persone reali nei modi specifici della fiction letteraria» e si alterna nel saggio proprio a «finzioni biografiche», che rende meglio il panorama plurale e frammentario sintetizzato da Castellana. Nell'introduzione teorica, Fiction, non-fiction, biografia, l'autore opera una prima distinzione fra narrazioni storiche e romanzesche. Se la storiografia moderna ricostruisce gli avvenimenti per congettura, sulla base dei documenti arrivati a noi, il romanzo trascura l'esattezza per cercare una verità più profonda sulle cose. Lo storico è un narratore «nesciente», cioè parte da una conoscenza incompleta degli eventi reali e ricostruisce solo quello che con ogni probabilità è successo; il romanziere è onnisciente e tirannico nel mondo da lui stesso creato, e gli interessa soprattutto tutto ciò che potrebbe succedere, verosimile o meno.
La biofiction degli ultimi due secoli racconta di personaggi davvero esistiti con licenze che uno storico non potrebbe mai prendersi: una situazione nuova, determinata dalla progressiva separazione fra storia e romanzo (ma forse la storicizzazione della biografia, dall'Antichità ad oggi, è un po' troppo scorciata nella sintesi generale). Ma come si inventa, nel concreto, il racconto della vita individuale? Nella prima parte «Problemi e modelli», Castellana esamina numerose teorie della fiction e individua, con un discorso scorrevole e preparato, strategie discorsive per «romanzare» un racconto storico: la suspense, le acronie, i finali a sorpresa, l'inserzione di aneddoti inverificabili o addirittura fantastici, la trascrizione della vita interiore altrui (lo storico non sa cosa pensassero i suoi personaggi; il romanziere lo ipotizza con l'artificio dell'onniscienza). In una classificazione capillare, ogni opera viene incasellata secondo rigorosi criteri narratologici, come ad esempio il punto di vista adottato nel racconto e la posizione del narratore rispetto al biografato. Rare volte, la proliferazione di categorie prende il sopravvento sull'analisi del testo e sull'approfondimento verticale: il manuale s'ingarbuglia e il lettore rischia di perdersi, come nelle pagine sulla «metabiografia» (con La Nausea di Sartre definita tale, quando potrebbe economicamente essere chiamata solo «romanzo»).
Nella seconda parte «Temi e tradizioni» il discorso teorico passa alla prova dei testi, senza alcuna ambizione di canone: notevoli gli approfondimenti sulle opere di Michele Mari e l'articolata lettura de L'Editore di Nanni Balestrini, una biofiction da riscoprire su Giangiacomo Feltrinelli. Castellana, sulla scorta di Luperini e Donnarumma, delinea una distinzione storico-culturale fra biofiction postmoderna (Mari) e biofction ipermoderna (Balestrini, ma anche, fra gli altri, Davide Orecchio): la prima inventa con disinvoltura, si smarca dalla cronaca e ci racconta l'impenetrabilità del biografato alla nostra comprensione; la seconda racconta la Storia con una vocazione diretta e ben più impegnata, portandoci ad un tentativo di identificazione con la persona di cui si narra la vita. Andando verso il presente, il testo acquista in spessore critico. Si riflette sul carattere «contronarrativo» delle biofiction: sia quelle meno complesse, che si propongono di raccontare versioni alternative degli eventi fornendo una qualche compensazione simbolica e finiscono per diventare «a tesi», sia quelle che decostruiscono criticamente il passato, «perché il suo significato più autentico e più vivo per noi può manifestarsi anche attraverso l'immaginazione».
In chiusura, sono da notare le riflessioni sull'equivalenza fra instabilità del nome e precarietà dell'io nella narrativa contemporanea (anche se è un tema che risale almeno a Marcel Schwob, forse). E soprattutto, l'ipotesi sulla convergenza di biografia e romanzo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento è illuminante. Le vite comuni, nella loro singolarità e irrilevanza, diventano da quel periodo degne di essere narrate: non perché debbano essere riscattate, ma proprio in virtù di non significare altro che sé stesse. Verrebbe voglia di un altro saggio per approfondire le questioni in gioco: ma intanto, chi volesse capire come si faccia la letteratura con la biografia dovrà passare attraverso questo libro.

- Lorenzo Marchese - Pubblicato il 28/9/2019 su Tuttolibri -

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