Vollgeld and the sovereign money initiative
- di Michael Roberts -
Domenica scorsa, gli svizzeri hanno votato una proposta referendaria nota come "sovranità monetaria" ovvero "Vollgeld/Monnaie Pleine". Ciò che viene proposto è abolire il "fractional banking" e fare della banca centrale l'unica autorità che possa creare moneta. Nel sistema bancario moderno, le banconote e le monete - la valuta - (insieme ad alcune riserve speciali) vengono create dalla banca centrale. Ma in un'economia, tale "base monetaria" rappresenta solo una piccola parte della riserva della massa monetaria totale. Piuttosto, la maggior parte del denaro viene creato dalle banche commerciali, nel momento stesso in cui esse concedono prestiti a consumatori e ad imprese. Quando una banca fa un prestito ad una famiglia, alle aziende e ad altre istituzioni finanziarie, vengono creati dei depositi di denaro (dal momento che per i debitori questi prestiti appaiono come depositi nelle banche).
Ma la quantità di denaro che le banche devono avere come riserva per soddisfare la domanda di contanti, e come ammortizzatore contro un qualsiasi collasso dei beni offerti come garanzia per il prestito, è assai piccola rispetto al valore, solo una frazione. E questo perché il rischio di fallimento o di mancata restituzione è basso, e la normale domanda di contanti è bassa. In pratica, come riserva frazionaria, le banche tengono circa il 5% del passivo.
L'iniziativa per la sovranità monetaria svizzera, ha proposto che tutti i depositi devono essere conservati come riserve (insieme alla banca centrale) Pertanto, la capacità di "creare" denaro per mezzo dei prestiti delle banche commerciali potrebbe scomparire e, di fatto, la banca centrale sarebbe l'unica incaricata di offrire moneta.
E questo perché? L'argomento è che le banche commerciali sono inefficienti riguardo al credito e causano regolarmente delle crisi finanziarie. A causa della speculazione finanziaria, tendono a prestare di più, piuttosto che sostenere investimenti produttivi, e questo porta a collassi finanziari. Se le banche centrali detengono tutto il contante del paese, allora esse possono controllare i prestiti ed assicurarsi che siano per scopi produttivi. E così le banche centrali potrebbe potenziare direttamente la domanda rispetto all'economia, espandendo la riserva monetaria senza che vi siano gli inefficienti intermediari del sistema bancario commerciale.
L'idea della sovranità monetaria non è nuova, ma ora viene rianimata a causa del crollo finanziario e della Lunga Depressione che è seguita. Era già stato notato, durante la Grande Depressione degli anni '30. Più recentemente, alcuni economisti del FMI hanno resuscitato l'idea in un recente documento di lavoro. Anche diversi importanti economisti keynesiani hanno sostenuto con forza l'idea, inclusi Martin Wolf e Steve Keen, economista post-keynesiano.
Naturalmente, le autorità monetarie si oppongono all'idea in quanto hanno paura che i governi potrebbero eliminare l'indipendenza della banca centrale e cominciare ora ad usare i depositi di contante del paese presso la banca centrale per i propri scopi, ed anche per espandere la massa monetaria senza alcun sostegno alle attività produttive - portando quindi ad un'inflazione galoppante.
L'altra questione è se il fatto di mettere tutta la massa monetaria nelle mani della banca centrale, fermerebbe i nuovi possibili crolli finanziari. La stretta creditizia e il crollo finanziario globale del 2007-2008 non ha avuto origine nel settore bancario commerciale, ma in banche di investimento come Bear Stearns e Lehmans. Queste banche non detenevano depositi dei clienti né facevano prestiti alle famiglie, ma erano impegnate nel capitale speculativo come quello basato sui "derivati esotici". Con il settore bancario "sovrano", tale speculazione continuerebbe , e nel sistema bancario commerciale addirittura aumenterebbe.
In un post precedente ho già trattato lo schema bancario. Come ho sostenuto allora, il denaro sovrano funzionerebbe solo a condizione che le banche fossero diventate di proprietà pubblica e facessero parte di un piano complessivo di finanziamento ed investimento. Ma se ciò dovesse accadere, non ci sarebbe alcun bisogno di farlo.
Dietro questi schemi c'è la convinzione che tutto ciò di sbagliato vi sia nel capitalismo, ha a che fare solo con cattivo sistema monetario e con degli sconsiderati banchieri. Oltre a questo, c'è la fede keynesiana secondo la quale l'espansione monetaria controllata dal governo possa evitare crisi e crolli, aumentando la "domanda effettiva". È ironico il fatto che lo stesso Keynes, con l'esperienza della Grande Depressione negli anni '30, arrivò alla conclusione che lo stimolo monetario era inadeguato a far uscire l'economia dalla crisi, e alla fine dovette optare per uno stimolo fiscale.
La realtà del sistema capitalista è che solo se la redditività è sufficiente allora si incrementeranno gli investimenti e questo porterà ad avere più posti di lavoro, e quindi reddito e consumo. La creazione di denaro artificiale da parte del governo non risolve questo problema - come è già stato dimostrato dall'esperienza del "quantitative easing".
Il risultato conseguente ad un sistema di moneta sovrana volto a bypassare il sistema bancario, non sarà una ripresa economica sostenibile, bensì una nuova ondata di speculazione finanziaria, oppure l'inflazione, oppure entrambe le cose. Non è il sistema bancario quello che dev'essere bypassato, ma è il sistema di produzione capitalista a fini di lucro che dev'essere sostituito da investimenti pianificati nell'ambito della proprietà comune. Infatti, se il sistema bancario viene aggirato, il sistema capitalista di produzione verrà gettato in una confusione maggiore.
- Michael Roberts - Pubblicato su Michael Roberts Blog, l'11 giugno 2018 -
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