Charlie in Francia, Pediga in Germania
di Bodo Schulze
Commentando le grandi manifestazioni "Charlie" che si sono svolte l'11 gennaio 2015 in Francia, un giornalista del primo canale della televisione tedesca ARD terminava il suo discorso col dire: "Confrontata a questo, 'Pegida' appare come ben poca cosa." Qui una gigantesca manifestazione repubblicana per la libertà di stampa e per i 'valori occidentali' in generale, là - a Dresda principalmente - ogni settimana delle manifestazioni sempre più gremite di una folla razzista contro 'l'islamizzazione dell'Occidente'. Qui, l'unione nazionale di tutti i partiti ad eccezione del Fronte Nazionale (FN), là, un movimento sostenuto da nessun partito, salvo l'FN tedesco, 'l'Alternativa per la Germania' (AFD). Vedremo se la differenza è davvero come appare. "
"Pegida" è nato in una città che conta circa lo 0,4% di musulmani, non certo una percentuale che possa corroborare una "islamizzazione". Quindi, se non esiste una tale minaccia, qual è la realtà di queste masse in movimento? Ascoltando i manifestanti, ben presto ci si accorge che si sentono abbandonati dal loro Stato (aiuti sociali in diminuzione, ecc.) e che percepiscono il loro Stato sempre più deprivato di mezzi per venire in loro aiuto (ricordiamoci che qui l'ex-repubblica democratica tedesca, dove si trova Dresda, ha visto smantellata ogni sua infrastruttura industriale a seguito della riunificazione, processo analizzato da Robert Kurz ne "Il collasso della modernizzazione"). Essi percepiscono, perciò, il fatto essenziale per cui la trans-nazionalizzazione del capitale (analizzata da Kurz ne "Das WeltKapital") riduce sempre più il margine di manovra degli Stati. Viviamo lo smantellamento dello Stato nel senso della privatizzazione capitalistica delle sue funzioni proprie. Il Partenariato Transatlantico del Commercio e degli Investimenti (PTCI) ed il suo omologo del Pacifico, il Partenariato Trans-Pacifico (PTT), stanno attualmente negoziando due importanti passi in avanti su questa strada: Ecco la realtà che mette in marcia le masse Pegida.
Tuttavia, invece di guardare in faccia una tale realtà, i manifestanti distolgono lo sguardo per potersi inventare un surrogato di spiegazione con la pretesa "islamizzazione dell'Occidente". L'elemento che permetto questo spostamento del capitale verso l'islam è il carattere transnazionale che entrambi condividono. Per i manifestanti, questo spostamento ha il grande vantaggio che risparmia loro il dover mettere in discussione la base della loro stessa società, la forma valore e la forma soggetto, e poter così dirigere la loro rivolta contro "l'incarnazione" dell'islam sul loro territorio nazionale, i musulmani. La situazione "Charlie" sembra tutt'affatto differente, di primo acchito. Al posto di un'islamizzazione allucinata, un piccolo massacro assai reale. Il quale però è stato esso stesso disincarnato in un attacco contro la libertà di stampa ed altre stronzate, una disincarnazione perfettamente espressa dallo stesso slogan dei manifestanti: Dov'è il morto che si chiama "Charlie"? Affermare l'Occidente contro l'islamismo, ecco il senso e l'intento della Grande Manifestazione dei benpensanti repubblicani guidati dai capi di 50 Stati, e questo nemico è lo stesso che si ripropone di combattere Pergida. E così, quello che opera è lo stesso movimento e lo stesso surrogato di spiegazione.
L'islamismo, in quanto pericolo allucinato, è la forma travestita di ciò che il capitale transnazionale veicola: la sua mortifera auto-decomposizione o - come dice Kurz in "Das WeltKapital" - il suo auto-cannibalismo. Non per niente, la figura dell'assassino islamista suicida costituisce, per l'opinione pubblica e per troppi dei nostri simili, la quintessenza dell'islamismo.
- Bodo Schulze -
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